Bonsai: come prendersene cura e quante tipologie esistono
Affascinanti come pochi, i bonsai sono densi di significato. Ecco i tipi più popolari e come prendersene cura tra annaffiature, esposizione e potature.
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I bonsai (da interno e non) appassionano tantissime persone, non necessariamente solo i pollici verdi. Questi piccoli alberelli, conservati in altrettanto piccoli vasi, sono capaci di riprodurre – in miniatura – le caratteristiche tipiche di piante decisamente più grandi. Ma come prendersi cura di un bonsai e quali sono le tipologie esistenti – tra ficus, ginseng, acero rosso – delle quali, anche chi non è esperto, si può occupare? Facciamo chiarezza.
Che cos’è il bonsai
Contrariamente a quanto molti pensano, non è una specie di albero, bensì una tecnica di coltivazione che può accomunare diverse piante e arbusti. Quando si pensa al bonsai, alla mente non possono che balzare le immagini provenienti dal Giappone, dove questa pratica di giardinaggio mignon ha attraversato i secoli.
Tuttavia, forse non tutti lo sanno, essa non ha avuto origine in Occidente, bensì in Cina all’epoca Heian, il periodo storico compreso tra il 797 d.C. e il 1185 d.C. È proprio nel Sol Levante che la pratica è stata raffinata e consolidata, diventando una tradizione secolare. Da qui si è poi diffusa raggiungendo le vaste dimensioni che riveste oggi in tutto il mondo.
Bonsai: significato
Se dovessi cercare la definizione di tale parola, questa indicherebbe un albero o un arbusto che viene coltivato in un vaso, di natura ornamentale e mantenuto artificialmente piccolo. Questo è infatti il bonsai, un albero di dimensioni ridottissime, coltivato seguendo specifiche pratiche affinché la sua crescita rimanga piccola, pur mantenendo le caratteristiche tipiche della specie d’origine.
Tale scopo viene raggiunto con un processo di miniaturizzazione intenzionale, tramite la potatura dei rami e il controllo delle radici. Tali interventi, tuttavia, non snaturano le qualità dell’esemplare coltivato, pronto a mantenere il suo perfetto equilibrio vegetativo. La parola bonsai nasce, nell’ambito della lingua giapponese, dall’unione di due termini: bacinella bon e coltivare sai.
La bacinella in questione si riferisce ai piccoli contenitori che solitamente hanno la forma di vasi. A cosa serve il bonsai? Quella ad esso legata è una disciplina fortemente connessa allo Zen: è l’arte di dare forma a un vegetale, rispettandone però tutte le sue peculiarità e provvedendo a ogni sua necessità. Queste coltivazioni, di conseguenza, dovrebbero essere considerate come dei veri e propri paesaggi naturali, dei microcosmi dove ogni elemento è in perfetto equilibrio.
Cosa vuol dire regalare un bonsai?
Simboleggia in genere armonia e pace, equilibrio e ordine dei pensieri, tutte sensazioni ed emozioni positive legate alla natura. Viene da sé che ricevere o regalare un bonsai rappresenta un modo per esprimere amicizia, amore e rispetto. Si tratta del regalo indicato per le persone pazienti e che amano esprimere la propria vena artistica. È inoltre il dono perfetto per chi vuole portare un tocco di natura in casa di un amico o di un proprio caro.
Cura del bonsai
Come mantenere un bonsai in casa? Prima di cominciare, è utile sottolineare come la gestione dei bonsai richieda una certa pratica, nonché una buona pazienza. Sebbene in Occidente questi alberi siano sempre più scelti a scopo ornamentale, non bisogna dimenticare come nei Paesi di origine la pratica sia legata a profonde e antiche discipline.
È utile e necessario chiedere consiglio al proprio fornitore di prodotti di botanica di fiducia prima di lanciarsi a capofitto nella coltivazione. Le informazioni di seguito riportate possono porre le basi per un buon punto di partenza.
Come si fa a far crescere un bonsai sano? Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Esposizione
Iniziamo dall’esposizione. Dove si devono tenere i bonsai? In via generale, proprio come gli alberi che riproducono, dovrebbero essere tenuti all’esterno per essere, così, esposti alle 4 stagioni ed agli eventi climatici ad esse connessi.
Tuttavia, alcuni bonsai riproducono delle piante tropicali e queste, per loro natura, essendo abituate a climi miti e costanti, trovano all’interno della casa il loro ambiente più consono. Dove tenere un bonsai in inverno, quindi? Per quanto appena detto, è preferibile porlo all’interno delle mura domestiche, specie se stiamo parlando di una specie che non tollera il freddo, dove la temperatura non subisce sbalzi.
Annaffiatura
Per capire quando si annaffia il bonsai bisogna sempre fare riferimento al tipo. Non esiste infatti una regola generale su quale sia il momento migliore. In linea di massima – e qui rispondiamo anche alla domanda “quante volte si annaffia il bonsai” – bisognerebbe bagnarlo quando il terreno si mostra leggermente asciutto e di colore marrone chiaro.
Un consiglio sta nell’evitare di farlo al pomeriggio, in quanto la luce del sole avrà reso la terra calda e versare dell’acqua fredda porterebbe ad un abbassamento repentino della sua temperatura. La scelta del terriccio e della concimazione dipende dalla tipologia di pianta, anche se di solito si preferisce un terreno universale ben drenante, ghiaia sottile e torba.
Le esigenze di irrigazione del bonsai, ricapitolando, dipendono dalla specie, dal clima, dal vaso e dalla sua salute generale. Importante è assicurarsi che, tra un’annaffiatura e l’altra, il terreno non si asciughi completamente.
Potatura
Mai come in questo caso la potatura è fondamentale. Essa sta alla base del mantenimento delle dimensioni ridotte della pianta. Potremmo dire che sia essa stessa l’essenza della pratica. Per la potatura di bonsai da interno non ci sono particolari accorgimenti da seguire. Quando la crescita dei rami ha superato i due cm dalla precedente è arrivato il momento di tagliarli. I bonsai da esterno, invece, si potano generalmente durante la primavera e l’estate, ovvero durante il periodo di crescita delle piante.
Quella iniziale, detta di impostazione, serve per fornire alla pianta l’aspetto desiderato. Si esegue ciclicamente ed è seguita dalla potatura di mantenimento, per riportare armonia a seguito della crescita del vegetale.
Perdita foglie
Perché il mio bonsai perde tutte le foglie? Se è una domanda che vi ponete spesso, sappiate che esistono diverse motivazioni per le quali ad un bonsai cade il fogliame. Uno dei più comuni sta nell’eccessiva annaffiatura. L’eccesso di acqua però non è la sola causa.
Altrettanto importanti sono l’esposizione della pianta, alla quale non deve mancare la luce, l’immersione subacquea o una possibile malattia della stessa. Fertilizzare regolarmente durante la stagione di crescita dell’albero è il segreto per assicurarsi che l’albero rimanga sano e cresca bene.
Bonsai: tutti i tipi
Quali sono i bonsai da interno? Classificare un bonsai non è un compito semplice, soprattutto se si è alle prime armi. I tipi di piante in miniatura, infatti, si differenziano a seconda della specie coltivata, della forma e della dimensione, dallo stile, dalla natura femminile o maschile dell’esemplare e molto altro ancora.
Proprio in merito al genere dell’alberello, seppur così definito in modo improprio, si può dire che i bonsai maschili presentano ramificazioni più squadrate e fusti imponenti, mentre quelli femminili tendono ad assumere andamenti più dolci. Questa caratteristica determina anche la scelta dei vasi per bonsai: angolari nel primo caso e ovali nel secondo.
Quasi tutti gli alberi o gli arbusti perenni a stelo legnoso possono dare vita a dei bonsai. Tuttavia, alcune specie sono più adatte alla coltivazione come bonsai rispetto ad altre. Quindi, se è vero che possono essere realizzati a partire da numerose specie di albero, i più diffusi sono i bonsai ficus, i bonsai olivo, i bonsai ciliegio, i bonsai ginseng ed ancora l’acero rosso e il pino.
Ficus ginseng
Il ficus ginseng è una delle specie più adatte per dare vita ad un bonsai e quello dal quale molti appassionati iniziano. Come si cura un bonsai ficus? Bene, sappi che non richiede particolari cure. Si tratta di alberi sempreverdi a bassa manutenzione: crescono bene all’interno come pianta d’appartamento e non necessitano di eccessiva luce.
Ciliegio
Sono splendidi alberi ornamentali facili da curare e capaci di portare armonia in casa. Sono facilmente modellabili grazie ai loro rami flessibili. Richiedono di essere posti in pieno sole e che il loro terreno venga mantenuto costantemente umido.
Olivo
Il bonsai olivo si presta a numerose forme. È facile da curare e molto robusto e la struttura dei suoi rami lo rende potenzialmente affascinante. Nonostante possa essere considerato un bonsai da interno, si consiglia di tenerlo all’aperto in pieno sole.
Ginepro
Così come detto per il ficus, anche i ginepri sono alberi popolari per i bonsai. Però non possono vivere al chiuso. Necessitano infatti di essere posizionati in un luogo soleggiato nel quale arrivi l’ombra nel pomeriggio, per proteggerli dal caldo diretto.
Pino
I pini sono piuttosto diffusi come bonsai, in quanto rappresentano degli alberi resistenti e facilmente “modellabili” per dare vita a diverse forme. Questi bonsai richiedono pieno sole e annaffiature sporadiche, quando il terreno sembra asciutto.
Acero rosso
I bonsai acero si caratterizzano per il colore rosso brillante delle loro foglie. Belli da vedere, sono anche impegnativi da curare in quanto richiedono molta acqua. Durante la stagione di crescita – e naturalmente a seconda della temperatura – può essere necessario annaffiarli non solo ogni giorno, ma anche più volte durante la stessa giornata.
Forme del bonsai
Come anticipato, anche le forme (e le dimensioni) dei bonsai possono essere diverse. In via esemplificativa, possono essere così riassunte:
- Eretto formale (Chokkan), con fusti saldi ed estesi verso l’alto, tipici delle conifere;
- Eretto informale (Moyogi), dalle caratteristiche simili al precedente, ma con un tronco più sinuoso;
- Inclinato (Shakan), presenta tronchi e rami inclinati verso destra o sinistra, nonché radici che vengono evidenziate sulla superficie del terreno;
- Tronchi gemelli (Sokan), con due esemplari della stessa specie, che presentano similitudini di crescita e forma, tali da ricordare due gemelli o una madre con il figlio;
- Scarpa rovesciata (Hokidachi), forma tipica delle latifoglie tale da ricordare la classica calzatura;
- Inclinato dal vento (Fukinagashi), tipico delle specie che in natura crescono in montagna e in collina, con un tronco ricco di curve per compensare la direzione del vento;
- Cascata (Kengai), si riproduce un albero aggrappato a un dirupo oppure sull’orlo di una cascata;
- Aggrappato alle rocce (Ishitsuki), con radici che si appoggiano a massi e pietre, quindi emerse dal terreno;
- Boschetto (Yose-ue), con vasi bassi e aspetto cespuglioso, rimanda l’idea di un bosco visto dall’alto;
- Zattera (Ikaa), simile al boschetto ma con fusti derivati dalle medesime radici.
Questi sono i principali stili che ci si può ritrovare di fronte: alcuni vengono scelti per la loro praticità, altri per fini estetici.