Black Friday in lockdown: boom per l’inquinamento
Il Black Friday 2020 rischia di pesare enormemente sull'ambiente: dato il lockdown, gli acquisti saranno soprattutto online.
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Sta per tornare il Black Friday, la tornata di sconti promozionali in vista delle festività natalizie. Ma complici limitazioni e lockdown in corso, l’edizione 2020 di questa ricorrenza di mercato rischia di caratterizzarsi per una conseguenza in più: quella dell’inquinamento.
Con la moltiplicazione degli acquisti online, data la difficoltà nel potersi fisicamente recare nei negozi data la pandemia in corso, il peso sui trasporti potrebbe risultare più elevato del solito, con quel che ne consegue in termini di emissioni di sostanze dannose. È quanto sostengono gli esperti della divisione britannica del sito Money, nel pubblicare alcune allarmanti statistiche e previsioni.
Black Friday: anche l’online inquina
Quella del Black Friday è una ricorrenza di origine statunitense che, da qualche anno, è sbarcata anche sul territorio italiano. Il primo venerdì dopo la Festa del Ringraziamento a stelle e strisce, infatti, i negozi mettono in vendita tanti prodotti a prezzi scontatissimi, per avviare la stagione delle compere natalizie. Sebbene sullo Stivale il Ringraziamento non venga ovviamente festeggiato, l’iniziativa ha preso rapidamente piede tra i consumatori. D’altronde, gli sconti raggiungono spesso cifre folli e gli utenti possono pertanto risparmiare ingenti somme di denaro.
Data la pandemia in corso, l’edizione 2020 del Black Friday sarà probabilmente perlopiù online. Ma, a differenza di quel che si potrebbe pensare di primo acchito, acquistare sul Web non corrisponde a un abbattimento dei costi ambientali indiretti allo shopping. Anzi, potrebbe addirittura aumentarli.
Secondo quanto rivelato da Money nel Regno Unito, per il 27 novembre – data ufficiale del Black Friday 2020 – si attende una crescita del 14% negli acquisti online rispetto al 2020. Le emissioni di CO2 necessarie per il trasporto e la consegna dei prodotti saranno superiori a 429.000 tonnellate, l’equivalente di 435 voli andata-ritorno dall’Europa agli Stati Uniti.
Utenti poco consapevoli e opzioni green costose
Non sono solo le offerte allettanti ad attirare gli utenti, ma anche una scarsa informazione sulle conseguenze ambientali degli acquisti online. E in pochi scelgono opzioni di consegna a basse emissioni, poiché generalmente più costose rispetto alle alternative classiche.
L’opzione preferita dagli utenti (72%) è la consegna gratuita. Quest’ultima solitamente non prevede nessuna forma di compensazione della CO2 generata, quindi è quella a maggior impatto sull’ambiente. Solo l’11,7% dei compratori valuta opzioni di trasporto più green, ma generalmente vengono considerate troppo costose, tali da annullare i vantaggi economici dell’acquisto online.
D’altronde, il 32% degli utenti sarebbe propenso a scegliere opzioni di consegna ecosostenibili, tuttavia il 20% delle persone le trova troppo care, mentre il 42% non si sente in colpa verso l’ambiente con gli acquisti online. Note positive arrivano però dai giovanissimi: nella fascia tra i 16 e i 24 anni, infatti, è molto più probabile che si scelgano forme di compensazione della CO2 rispetto ad altre fasce d’età. La meno attenta sembra essere quella degli over 55, dove solo l’8% dei consumatori considera consegne più amiche dell’ambiente.
Fonte: Repubblica