Greenstyle Ambiente Inquinamento Biossido di azoto: come si forma e come ridurlo

Biossido di azoto: come si forma e come ridurlo

Il biossido di azoto (NO2) si forma principalmente dalle reazioni tra l'ossigeno e l'azoto durante la combustione di carbone, petrolio e gas naturale nel traffico veicolare e negli impianti industriali. Per ridurlo, si possono promuovere i trasporti sostenibili, adottare tecnologie a basse emissioni, imporre normative più rigorose sulle emissioni. In casa, invece, si possono ispezionare regolarmente i dispositivi a gas, areare la cucina, evitare di fumare in ambienti chiusi.

Biossido di azoto: come si forma e come ridurlo

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Il biossido di azoto è uno dei principali inquinanti atmosferici presenti nelle nostre città. Viene a crearsi principalmente durante la combustione dei carburanti fossili, come il gasolio e il carbone; nell’ambito di alcuni processi industriali e, contrariamente a quanto ci si possa aspettare, anche tra le mura domestiche. Il suo accumulo nell’aria contribuisce alla formazione dell’ozono troposferico (inquinante secondario) e dell’inquinamento atmosferico. Nell’uomo, causa problemi di salute a carico del sistema respiratorio, nonché irritazioni agli occhi. Contrastarne le emissioni è di fondamentale importanza se vogliamo migliorare la qualità dell’aria e proteggere il benessere generale. In questo articolo, analizziamo quali sono le sue maggiori fonti e come ridurle.

Cos’è il biossido di azoto

Il biossido di azoto – la cui formula è NO2 – è un gas di colore bruno-rossastro, dall’odore pungente, tossico e dal forte potere irritante. Come riporta il sito del Ministero della Salute, “è un inquinante a prevalente componente secondaria, in quanto è il prodotto dell’ossidazione del monossido di azoto (NO) in atmosfera”. Solo in piccole percentuali viene emesso direttamente in atmosfera. È chimicamente correlato all’ossido nitrico (monossido di azoto), un gas incolore con la formula chimica NO. Entrambi – definiti NOx – vengono rilasciati nell’atmosfera quando vengono bruciati combustibili. Esistono prove scientifiche riguardo l’influenza negativa che l’NO2 può esercitare sulla nostra salute.

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Come si forma il biossido di azoto?

Il biossido di azoto si forma in larga misura nell’atmosfera a seguito di reazione tra l’azoto e l’ossigeno presente nell’aria. Ovvero, per ossidazione del monossido (NO), inquinante principale che si crea nei processi di combustione. Altre fonti di natura antropica derivano dai processi di combustione. Quelli che avvengono nel traffico, ad esempio, o tramite gli impianti di riscaldamento (in casa deriva da radiatori a cherosene, stufe e radiatori a gas privi di scarico, oltre che dal fumo di tabacco), nelle centrali termoelettriche. Non è un caso che, dove si registra la maggiore concentrazione di biossido di azoto, siano le aree urbane e industriali. Deriva inoltre anche da processi produttivi dei quali non fa parte la combustione. Si tratta della produzione di fertilizzanti azotati o dell’acido nitrico, tanto per citarne un paio. Appurato dove si trova il biossido di azoto, facciamo il punto sui suoi effetti.

Biossido di azoto, effetti sulla salute

Abbiamo anticipato come possa avere ripercussioni negative sul benessere dell’uomo. Ma cosa fa il biossido di azoto, in concreto? Volendo approfondirne gli effetti sulla salute, possiamo affermare che, ad alti livelli, sia in grado di interferire con la capacità del sangue di trasportare ossigeno causando mal di testa, affaticamento, vertigini e metemoglobinemia. Livelli più elevati di NO2 possono causare problemi di respirazione (l’esposizione continuata può causare danni permanenti ai polmoni), collasso e, nei casi più gravi, persino la morte.

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Biossido di azoto, inquinamento

Il Ministero della Salute, oltre a definirlo un tipico inquinante dell’aria esterna, lo annovera tra gli inquinanti più comuni dell’aria indoor. Nella nostra penisola, infatti, si registra un largo uso di gas, sfruttato sia per quanto riguarda gli impianti di riscaldamento, che in cucina. Il biossido di azoto, ancora, contribuisce alla formazione dello smog fotochimico, come precursore dell’ozono troposferico. E, dopo essersi trasformato in acido nitrico, concorre alla formazione delle cosiddette “piogge acide“.

Come ridurre il biossido di azoto?

Per ridurre l’esposizione al biossido di azoto (NO2) in casa, il Ministero consiglia di mettere in atto alcune misure preventive. Come la regolare ispezione dei dispositivi a gas; la frequente areazione dei locali cucina, per favorire la dispersione dei gas nocivi. L’installazione di un estrattore d’aria con scarico all’esterno durante la cottura degli alimenti. Ed ancora, una regolare manutenzione (con tanto di controlli e pulizia) dei sistemi di riscaldamento, delle caldaie, delle canne fumarie e dei camini. Può sembrare scontato, ma non lo è, importante è evitare di fumare in ambienti chiusi.

Per quanto riguarda le emissioni di NO2 outdoor, invece, utile potrebbe risultare promuovere l’uso di mezzi di trasporto sostenibili come quelli pubblici, le biciclette e i veicoli elettrici; migliorare l’efficienza energetica degli edifici e delle industrie; implementare tecnologie di controllo delle emissioni industriali; ridurre al minimo l’uso di fertilizzanti azotati in ambito agricolo. E, naturalmente, imporre normative più severe sulle emissioni di veicoli e impianti industriali. Come sempre, da non sottovalutare, è la sensibilizzazione dei cittadini.

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