Biogas prodotto in casa con No Waste, il robot tritarifiuti
Un nuovo robot tritarifiuti permette di produrre pre-compost in casa, da avviare poi alla produzione di biogas e quindi impiegato per l'energia elettrica.
I rifiuti, da scarti destinati alla discarica, diventano sempre più una preziosa risorsa grazie ai tanti progetti di recupero e riciclo finanziati dall’Unione Europea. Uno di questi, denominato N.O.W.A.S.T.E., consente di iniziare a produrre biogas in casa dai rifiuti organici. Grazie a uno speciale robot, capace di trasformare facilmente la spazzatura in pre-compost, è proprio nelle abitazioni che si attua la prima fase del processo. Successivamente il prodotto viene ritirato e avviato alla trasformazione in biogas vera e propria. Come ha illustrato Giuseppe Lo Bianco, presidente dell’IRSSAT, istituto di ricerca siciliano che ha realizzato il progetto:
Il gas così generato può essere utilizzato come fonte energetica primaria, o subire una ulteriore trasformazione in energia elettrica. Il residuo finale del processo sarà comunque un compost di alta qualità, ottimo come biofertilizzante in agricoltura.
L’elettrodomestico per triturare i rifiuti organici occupa poco spazio, la metà di una lavastoviglie, e riesce a neutralizzare i cattivi odori, evitando lo scarico di residui di cibo nel sistema fognario, compattando l’umido e separandolo dai liquidi. Inoltre, è autopulente.
Il progetto No Waste, finanziato nell’ambito del programma Life plus e sostenuto dalla Regione Sicilia, è stato presentato ieri a Bruxelles in occasione dell’inaugurazione della Green Week. Questo innovativo metodo produttivo del biogas rappresenta una grande opportunità per produrre energia alternativa con una materia prima ampiamente disponibile ed economica. Secondo un’analisi condotta dalla stessa Irssat, se i robot tritarifiuti che danno vita al pre-compost fossero messi a disposizione di una comunità di 10-15.000 persone, in un solo anno si produrrebbe energia elettrica per un valore complessivo di 70-100.000 euro.
Al momento il progetto è stato testato in tre piccoli comuni siciliani: Gaggi, Melilli e Castelmola, ma il brevetto ha attirato l’attenzione della Commissione Europea che ora punta a una sperimentazione su larga scala nei Paesi del Nord Europa. Non è un caso che per la prossima fase di test siano stati proposti i Paesi nordeuropei. Qui, infatti, la raccolta differenziata viene effettuata con successo da parecchi anni in modo capillare e si potrebbe verificare la validità del sistema in contesti più ampi e meglio organizzati.