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Bioedilizia: cos’è e a che punto siamo in Italia

La bioedilizia permette di costruire case a basso impatto ambientale. Se vuoi saperne di più a proposito della situazione italiana, leggi il nostro post.

Bioedilizia: cos’è e a che punto siamo in Italia

Fonte immagine: Pexels

La bioedilizia potrebbe rappresentare il futuro delle costruzioni a scopo civile e industriale, per un approccio all’urbanizzazione sempre più attento alle necessità dell’ambiente. Si parla ormai da qualche anno di edifici ecologicamente sostenibili. In grado di ridurre il loro impatto ambientale non solo nella fase di costruzione ma anche durante il loro intero ciclo di vita.

Ma cosa si intende davvero per bioedilizia e, soprattutto, a che punto siamo in Italia? Non bisogna considerare la bioedilizia come la semplice costruzione di abitazioni ricorrendo a materiali sostenibili. Si tratta invece di un approccio a 360 gradi, che studia non solo le modalità utili a ridurre l’impatto ambientale delle costruzioni, ma anche la loro integrazione con l’ambiente che le circonda.

Una disciplina che mette al centro la natura e le sue necessità, affinché l’uomo vi possa adattarvi anziché depauperare il prezioso patrimonio naturalistico. Di seguito, qualche informazione utile.

Cosa è la bioedilizia

Bioedilizia

Anche conosciuta come bioarchitettura, l’edilizia è una disciplina che si occupa della progettazione, la costruzione e l’efficientamento energetico degli edifici. Si tratta di un nuovo modo di pensare le necessità abitative degli umani, dove gli edifici stessi diventano parte integrante dell’ambiente e lo supportano, anziché sfruttarne indebitamente le sue risorse.

L’obiettivo della bioedilizia è quello di costruire – o ristrutturare, nel caso di edifici già esistenti – abitazioni e soluzioni industriali che possano risultare al più basso impatto ambientale possibile. È possibile grazie allo studio della geografia e degli habitat del luogo in cui l’abitazione verrà costruita, con la scelta di materiali edilizi ecosostenibili, come l’analisi dell’intero ciclo di vita dell’edificio affinché sia non solo duraturo, ma anche autonomo dal punto di vista energetico.

Tale proposito si realizza progettando soluzioni ad hoc per tutte le aree in cui l’edificio sorgerà, prediligendo materiali come il legno o il bambù – anche di recupero – e ricorrendo alle energie rinnovabili sia per la fornitura di energia elettrica che per la produzione di acqua calda a uso sanitario.

La costruzione che ne nasce dovrà essere perfettamente inserita nell’ambiente e dovrà contribuire non solo allo sviluppo e alla tutela del patrimonio naturale, ma anche di quello sociale e culturale. Un vero circolo virtuoso dove uomo e ambiente possono convivere in modo pacifico, aiutandosi reciprocamente.

I principi cardine della bioedilizia

Legno, bioarchitettura

Ma quali sono i principi della bioarchitettura, quali fattori sono determinanti affinché una casa possa pregiarsi delle tecniche della bioedilizia?

  • Progettazione a 360 gradi: come già accennato, la bioarchitettura non si limita alla costruzione di edifici con materiali di recupero oppure autonomi dal punto di vista energetico, ma analizza l’intero contesto in cui la costruzione sorgerà. Questo richiede il lavoro congiunto di diverse figure professionali, dall’architetto all’esperto in energie rinnovabili, passando per ricercatori che possano analizzare le peculiarità naturali del posto;
  • Integrazione geografica: una costruzione in bioedilizia rispetterà sempre le specificità naturali del luogo e, per questa ragione, diventerà una parte di esso. Si studierà pertanto la composizione del suolo, le risorse naturali presenti in zona, la fauna locale e molto altro ancora. La casa dovrà interagire in modo virtuoso con l’ambiente, anziché dominarlo;
  • Materiali sostenibili: la bioarchitettura, come già accennato, si avvale di materiali sostenibili e il più possibile di origine naturale, anche di recupero. Inoltre, la disciplina impone l’uso di materiali che siano compatibili con gli ecosistemi locali, per non alterarli con elementi estranei;
  • Ciclo di vita: sin dalla prima progettazione, viene analizzato l’intero ciclo di vita dell’abitazione che si andrà a costruire, per sapere quanto potrà durare negli anni, quali interventi strutturali si renderanno necessari nel tempo, quanto la costruzione potrà risultare autonoma dal punto di vista energetico;
  • Necessità umane: oltre alla protezione della natura, la bioedilizia tiene in debita considerazione anche le necessità umane, soprattutto in termini di spazi di vita confortevoli e salubri. Uno degli obiettivi è infatti quello di offrire locali salubri, senza l’uso di vernici o altri prodotti che potrebbero rilasciare particelle pericolose con il passare del tempo.

Come viene costruita una casa in bioedilizia

Fotovoltaico

Ma come viene costruita una casa in bioedilizia? Le soluzioni sono le più disparate e molto dipende dal progetto originario e, certamente, dalle caratteristiche geografiche e ambientali in cui l’edificio verrà inserito. Semplificando, questo processo prevede:

  • Studio dell’area di destinazione, dall’analisi della composizione del terreno fino a quella della flora e della fauna locale, così da comprendere le modalità di progettazione che garantiscano il minor impatto ambientale;
  • Progettazione dell’abitazione, secondo caratteristiche che possano massimizzare lo sfruttamento di fonti rinnovabili – ad esempio, la giusta esposizione per ottenere la massima efficienza possibile dai pannelli fotovoltaici;
  • Scelta dei materiali, che devono essere sempre compatibili con il luogo in cui sorgerà la costruzione. Questi di solito comprendono legno, legno-cemento, fibra di cellulosa, fibra di vetro, paglia, mattoni da recupero oppure a bassa emissione di CO2 in fase di creazione, bambù e fibre derivate. Non mancano anche elementi di riciclo e di recupero, sempre ricavati dall’ambiente di destinazione;
  • Costruzione vera e propria, con tecniche che portino al minimo impatti sul terreno e sulla natura circostante;
  • Installazione di soluzioni per l’indipendenza energetica dell’edificio, ad esempio con l’uso di pannelli fotovoltaici per l’energia elettrica, il solare-termico per l’acqua calda o il raffrescamento della casa e sistemi di accumulo per garantire un’alimentazione anche indipendente dalla normale rete elettrica.

Quanto dura una casa in bioedilizia

Ma quanto dura una casa in bioedilizia? Molto dipende dai materiali utilizzati, vi sono quindi costruzioni più longeve – che possono facilmente superare il secolo di vita – e altre invece che possono garantire anche oltre 50 anni senza particolare manutenzione.

Ad ogni modo, i principali produttori offrono delle garanzie per difetti di costruzione o dei materiali per almeno 30 anni.

Ma non è tutto, poiché nella quasi totalità dei casi la bioarchitettura prevede che gli edifici siano anche anti-sismici sin dalle loro fondamenta, un elemento che renderà la casa ancora più duratura nonostante la possibilità di catastrofi ambientali.

Quali sono i prezzi delle case in bioarchitettura

Casa, risparmio

Sul fronte dei prezzi, non vi sono tariffe univoche. Tutto dipende dalla grandezza, dalla qualità dei materiali prescelti, dai comfort introdotti in fase di progetto, dai prezzi medi dell’area di destinazione e molto altro ancora.

Se consideriamo questi fattori, una casa in bioedilizia progettata da zero può richiedere dai 750 ai 3.000 euro al metro quadro. Se si sceglie una costruzione prefabbricata, ma sempre in bioarchitettura, si passa dalle 900 alle 3.500 euro, sempre per metro quadrato.

La bioedilizia in Italia Bioedilizia, interni

Si parla sempre più frequentemente di bioedilizia in Italia, ma quanto è davvero sviluppato questo settore? Il sentore è che sia in crescita e controtendenza con il normale mercato immobiliare, messo già a dura prova dalla pandemia da Covid e dalle conseguenze del conflitto russo-ucraino cominciato nel 2022.

Se si considerano solo le case realizzate completamente in legno, al 2020 se ne contavano 3.070 su tutto il territorio italiano. Se si considerano solo le case di nuova costruzione, invece, la bioedilizia – anche in materiali diversi da legno – oggi ammonta a circa il 6% di tutte le richieste di costruzione di nuove case.

Nel 2019, il settore della bioarchitettura a uso residenziale aveva segnato un fatturato di 754 milioni di euro, con una crescita del 5% rispetto all’anno precedente. Nel 2020, questa quota è salita fino a 1.39 miliardi di euro.

Dal punto di vista normativo, non vi sono particolari limitazioni nella costruzione di case in legno o con materiali multipli, sempre in bioedilizia. Bisogna però considerare come l’edificio debba essere fisso, con fondamenta ben solide, quindi non rientrano nel calcolo italiano le costruzioni in stile Tiny Home, poiché spesso adagiate su ruote e virtualmente trasportabili con l’ausilio di autotreni adatti a questo scopo.

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