Batterie auto elettriche: tutto quello che c’è da sapere
Batterie auto elettriche: vediamo come funzionano e quali tecnologie vengono impiegate per realizzarle.
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Una componente fondamentale nel processo di elettrificazione dell’auto è rappresentata senza dubbio dalle batterie, un elemento capace di fare la differenza che si è evoluto nel tempo e che sarà determinante nel prossimo futuro. Inizialmente c’erano gli accumulatori a piombo acido, che hanno fatto la loro comparsa nella seconda metà dell’Ottocento ed oggi sono appannaggio delle vetture con motore termico per la fase d’avviamento. Recentemente con le vetture ibride sono apparse quelle al nichel-metallo idruro (NiMH), composte da un anodo in lega metallica e catodo in nichel, ma caratterizzate dallo svantaggio di avere un effetto memoria importante che, a lungo andare, ne riduce le potenzialità. Poi la svolta, le batterie agli ioni di litio (Li-ion) che, per via della loro compattezza in relazione alla potenza che riescono a generare, sono state utilizzate su diversi dispositivi: dalla telefonia fino alle automobili. Nello specifico presentano un anodo di litio ed un catodo in carbonio, non soffrono dell’effetto memoria e consentono anche di effettuare delle ricariche parziali. Con le batterie allo stato solido, definite anche ai polimeri di litio, l’energia può crescere fino al 50%, a tutto vantaggio del peso complessivo e dell’abitabilità delle auto sulle quali questi dispositivi vengono montati.
Le batterie della famiglia ID. di Volkswagen pensate per un’integrazione totale con l’auto
Con la famiglia ID. la Volkswagen ha integrato il pacco batterie direttamente nella nuova piattaforma modulare MEB. Entrando nello specifico, sulla ID.3 la variante di batteria più potente, quella da 77 kWh, che assicura un’autonomia fino a 550 km, è composta da 12 moduli capaci di ospitare ognuno 24 celle agli ioni di litio. Inoltre, trova spazio in una struttura d’alluminio posizionata sul pianale dell’auto e prevede un sistema di raffreddamento a liquido. In questo modo è più sicura in caso d’urto e consente di abbassare il baricentro dell’auto per migliorarne la dinamica. Oltre tutto, permette processi di ricarica con corrente continua fino a 125 kW. La perfetta integrazione tra piattaforma e batteria ha contribuito ad assicurare all’auto un design filante dall’aerodinamica ottimale. Inoltre, ha permesso ai progettisti di concentrare l’abitabilità di una vettura di segmento D in un’auto dalle misure di un modello di segmento C.
Le curiosità sulle batterie
Quando un’automobilista si approccia ad una nuova tecnologia sono tanti gli interrogativi che necessita di soddisfare prima di effettuare una scelta consapevole che lo porti ad abbandonare delle consuetudini radicate. E sulle batterie delle auto elettriche le curiosità non mancano. Le differenze tra le batterie tradizionali e quelle agli ioni di litio possono essere spiegate affermando che queste ultime, oltre ad essere notevolmente più potenti non subiscono un decadimento importante da ricariche continue, il cosiddetto effetto memoria. Inoltre, non c’è pericolo di danneggiarle se si dimentica l’auto sotto carica perché una volta incamerato il quantitativo di energia necessario si verifica uno stop automatico del processo in questione. Allo stesso tempo non è indispensabile ricaricarle al 100%, un dato che offre una certa libertà di utilizzo delle auto elettriche anche in città, perché a volte bastano pochi minuti per avere l’energia necessaria per piccoli spostamenti. Sul versante della sicurezza il pericolo dell’acqua è scongiurato dal fatto che la batteria si trova sigillata in un apposito alloggiamento, quindi risulta completamente isolata. Ragion per cui non bisogna avere nemmeno lo spauracchio dei fulmini durante un temporale, e neanche il timore di effettuare una ricarica mentre piove. Infine, rimane da affrontare il discorso della durata; ebbene, alla Volkswagen hanno progettato delle batterie capaci di durare per tutta la vita dell’auto con un’efficienza residua di almeno il 70% dopo 8 anni.