Azalea: come coltivare e prendersi cura della pianta
L'azalea è una delle piante ornamentali più diffuse, grazie ai suoi colorati fiori. Ma come coltivarla in vaso e in giardino e come prendersene cura?
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Non si può dire che l’azalea non sia uno dei fiori più amati e coltivati in tutto il mondo, grazie ai suoi petali delicati e ai suoi magnifici colori. Varietà fra le preferite per abbellire balconi fioriti e giardini, questa pianta ha origini antiche e un fascino senza tempo. Eppure garantirne una crescita forte e veloce potrebbe non essere semplice, soprattutto se all’aperto. Ma come coltivare l’azalea, quali sono i segreti per prendersi cura della pianta?
Prima di scegliere delle splendide azalee per il proprio giardino o per il balcone, è utile chiedere consiglio al proprio fornitore di prodotti di botanica di fiducia. In questo modo, si potrà valutare la piena compatibilità della pianta con le condizioni climatiche del proprio luogo di residenza. Di seguito, qualche utile consiglio.
Cosa è l’azalea
Comunemente si definisce azalea un genere di piante appartenenti alla famiglia del rododendro. Non si può quindi definire come una specie a se stante, bensì come un genere appunto del Rhododendron, all’interno della famiglia delle Eriacaceae. Elegante e dai più svariati colori, questa pianta è oggi disponibile in tutto il mondo, dove rappresenta una delle primissime scelte per rendere più colorati balconi, finestre e giardini.
Le azalee sono originarie dell’America Centrale e dell’Europa e, a oggi, si contano moltissime varietà diverse. Più di 500, a cui si aggiungono moltissimi altri ibridi. Tuttavia, tutte queste piante hanno delle caratteristiche in comune: si tratta di esemplari dal portamento arbustivo, con altezza tra i 40 e i 90 centimetri, foglie scure e dalla forma ovale, nonché dalla superficie mediamente ruvida.
I fiori sono perlopiù primaverili, presentano colorazioni dal bianco al rosso acceso e i petali sono anche spesso raccolti in piccole campanule. Le azalee più apprezzate hanno chiome compatte, con petali dal rosa al magenta, e possono essere coltivate sia in piccoli vasi che in grandi, vigorosi e coloratissimi cespugli in giardino.
Varietà comuni di azalea
Così come già accennato, esistono almeno 500 varietà di azalea, a cui si aggiungono numerosissime ibridazioni, studiate nel corso dei secoli per ottenere fiori sempre più grandi e colorati. Ma quali sono le più comuni?
Una prima distinzione va fatta rispetto alla loro durata. Esistono infatti varietà con foglie caduche, quindi con ciclo vitale da marzo a settembre, ed altre perenni. Queste ultime mantengono le loro foglie verdi per tutto l’anno, tuttavia la fioritura avverrà solamente quando le temperature lo consentiranno.
Tra le tipologie più comuni si elencano inoltre:
- Azalea indica: è una delle varietà più amate e comuni, poiché adattata perfettamente alla crescita in vaso. Non a caso, questa pianta è la più presente all’interno delle case, anche grazie a un’altezza che non supera i 50 centimetri e alla disponibilità di molteplici colorazioni;
- Azalea bonsai: non si tratta di una varietà vera e propria, bensì di un nome che viene dalla cultura popolare. Questo perché molte tipologie di azalea, grazie al loro fusto solido e legnoso, vengono scelte per la creazione di splendidi bonsai. Si prediligono gli esemplari dalla chioma rigogliosa e dai piccoli fiori;
- Azalea mollis: è una varietà caduca perfetta per chi dispone di giardini o balconi non perfettamente esposti a sud, poiché preferisce la crescita in penombra. Produce fiori molto colorati, ma anche molto delicati;
- Azalea japonica: è probabilmente la tipologia maggiormente coltivata in giardino, poiché produce un cespuglio molto fitto completamente ricoperto di fiori, per la maggior parte fucsia o rossi. Si adatta anche alle aree verdi poco esposte, poiché non ama l’eccessiva esposizione solare.
Come coltivare l’azalea
Quasi tutte le varietà di azalea crescono egregiamente sia in vaso che in giardino, anche perché piante mediamente adattabili dalla cura ridotta. Eppure, prima di coltivarne un esemplare, è necessario verificare alcune condizioni indispensabili per la crescita rigogliosa della pianta.
Necessità della pianta
Per poter ottenere una pianta di azalea ricca di fiori e dalla chioma vistosa, è utile garantire al proprio esemplare alcune necessità:
- Clima: le azalee amano i climi miti, né eccessivamente caldi né troppo freddi, possibilmente non troppo secchi. Quello mediterraneo è un ambiente che si presta alla perfezione alla coltivazione di questa pianta;
- Terreno: deve essere morbido oppure a medio impasto, leggermente acido e con un pH prossimo a 5. L’azalea è anche una pianta che ha bisogno di moltissime sostanze nutritive, in particolare azotate, quindi è utile fertilizzare la terra con del concime organico, come il guano o il letame, oppure del compost di ottima qualità;
- Esposizione solare: la maggior parte delle azalee non ama la diretta esposizione solare, spesso dannosa per i suoi delicati petali. È quindi preferibile una posizione in penombra;
- Acqua: le azalee non richiedono un enorme apporto di liquidi, anche se nelle giornate più afose bisognerà annaffiare di fatto quotidianamente.
Coltivazione in vaso e in giardino
Come già accennato, è abbastanza semplice coltivare l’azalea sia in vaso che in giardino. Nel primo caso, sarà utile predisporre un fondo di ghiaia, cocci o palline di argilla espansa, per favorire il deflusso dell’acqua. In giardino servirà invece una zappatura preventiva, per distribuire uniformemente le sostanze nutritive presenti nel suolo.
Per quanto la coltivazione possa avvenire anche per semina, la modalità di moltiplicazione più diffusa è quella della talea, seguita dalla propaggine. Per la talea basta tagliare un rametto di circa 10 centimetri, inserirlo in un terreno morbido arricchito con sabbia e torba e attendere circa un mese. Quando le radici saranno sufficientemente lunghe, si potrà trasferire in dimora definitiva.
Per la propaggine, invece, si piega un ramo ad arco, interrando la parte curvata. Quando il rametto sotterrato avrà attecchito, potrà essere reciso dalla pianta d’origine.
Naturalmente, per la maggior parte delle persone è più semplice acquistare delle piantine fatte germogliare e crescere in serra o semenzai, da trasferire direttamente in vaso oppure in dimora definitiva.
Fioritura della azalea
Ma quando fioriscono le azalee? La maggior parte delle tipologie fiorisce tra la primavera e l’autunno inoltrato. Si possono però osservare due grandi gruppi:
- Azalee precoci: iniziano a fiorire già a inizio aprile e proseguono fino a primavera inoltrata;
- Azalee tardive: tendono a fiorire dalla fine di giugno e proseguono fino all’inizio dell’autunno.
Come curare le azalee
Ma una volta coltivata, come mantenere nel tempo la propria pianta d’azalea? Bisogna prestare attenzione principalmente a tre fattori, elencati qui di seguito.
Quanto annaffiare le azalee
Le azalee non devono essere annaffiate troppo frequentemente, anche se la stessa frequenza crescerà all’aumentare delle temperature.
In inverno e in primavera, possono anche bastare le normali precipitazioni del periodo. Il clima è ancora abbastanza freddo e, di conseguenza, difficilmente il terreno apparirà arido. In estate, invece, si dovrà procedere praticamente ogni giorno.
Per capire se la pianta abbia bisogno di acqua, è utile tastare con le dita il terreno per valutarne il livello di umidità.
Come proteggere l’azalea in inverno
Per quanto molte varietà di azalea non disdegnino un clima fresco, le temperature rigide dell’inverno potrebbero essere dannose per il loro sviluppo, soprattutto se prossime allo zero. Si consiglia quindi di portare all’interno i vasi in questo periodo, preferendo luoghi asciutti e non eccessivamente illuminati. Se invece l’azalea è coltivata in giardino, sarà necessario implementare appositi teloni coprenti o, ancora, costruire un piccolo riparo in legno.
Parassiti
Come tutte le piante ornamentali, anche l’azalea può subire l’azione di agenti esterni e parassiti, da eradicare sul nascere. Fra i più comuni vi sono gli onnipresenti afidi, le cocciniglie e l’oziorrinco. Quest’ultimo è particolarmente pericoloso allo stato larvale, oltre che da adulto: le larve possono raggiungere le radici e distruggerle, facendo così velocemente morire la pianta.