Auto elettriche: negli USA 4 milioni di punti di ricarica entro 5 anni
Alcune stime affermano che entro 5 anni negli USA ci saranno ben 4,1 milioni di punti di ricarica, la maggior parte dei quali privati.
Alcune stime che arrivano dagli USA fanno ben sperare per il futuro dell’auto elettrica. Nel Paese nord americano, infatti, alcuni recenti studi hanno disegnato uno scenario che da qui ai prossimi cinque anni vedrà crescere l’estensione della rete di ricarica, rendendo in questo modo sempre più pratico l’impiego quotidiano di questo genere di mezzi di trasporto.
Secondo una relazione di Frost & Sullivan, infatti, entro il 2017 negli USA saranno in funzione circa 4,1 milioni di punti di ricarica per veicoli elettrici, suddivisi tra distributori di Livello 1, che saranno il 71% del totale, e distributori di Livello 2, i quali costituiranno il 27% dell’intera rete americana.
Per Livello 1 si intendono le stazioni di ricarica domestica, cioè i punti di erogazione di energia elettrica installati presso il garage in cui la vettura sosta e che consentono di effettuare una completa ricarica in circa otto o più ore, ovvero il tempo corrispondente a una notte passata al coperto. Le stazioni di Livello 2 sono invece costituite da quei punti di ricarica veloci, quelli presenti in alcuni punti strategici delle città e presso le strade principali che consentono di immagazzinare velocemente l’energia per assicurare il proseguimento del viaggio.
Il rapporto stima inoltre che la maggioranza delle infrastrutture sarà di natura privata, confinando a una percentuale minoritaria le stazioni pubbliche. Tuttavia, le indicazioni di Frost & Sullivan hanno destato un certo scetticismo tra alcuni addetti ai lavori americani, i quali ritengono molto difficile il raggiungimento di una rete di oltre quattro milioni di punti di ricarica entro cinque anni, soprattutto considerando che nell’intero Paese si potrebbero contare al momento non oltre 40.000 stazioni attive, quindi una cifra effettivamente molto lontana dall’obiettivo stimato per i prossimi anni.
Quel che è certo, comunque, è che gli USA sembrano al momento davanti a molti Paesi europei sotto questo punto di vista, compresa l’Italia in cui, oltre a qualche iniziativa legata a progetti in ambito locale, si stenta a dare il vita a un vero processo di investimenti nel settore di portata nazionale.