Auto elettriche e colonnine: intervista ad Alessio Torelli, Responsabile Enel X Italia
Il punto sulle colonnine di ricarica della auto elettriche in Italia e le novità che dobbiamo aspettarci nell'intervista ad Alessio Torelli, managing director di Enel X.
Fonte immagine: enelx
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Le auto elettriche sono sotto i riflettori, per la prima volta nel nostro paese, grazie agli incentivi previsti nella Manovra 2019. Il fattore economico è fondamentale per la loro diffusione in Italia, ma altrettanto importante è un altro aspetto, quello della realizzazione di una infrastruttura di ricarica pubblica capillare che possa non solo accompagnare il fenomeno, ma anche fungere da volano per dare fiducia ai consumatori a intraprendere la strada virtuosa delle zero emissioni. Proprio per fare un punto sulle colonnine di ricarica e avere uno spaccato del presente e futuro di queste tecnologie abilitanti alla diffusione della mobilità elettrica abbiamo intervistato Alessio Torelli, Responsabile Enel X per l’Italia, la società di Enel che ha tra i suoi obiettivi proprio quello di realizzare l’infrastruttura di ricarica pubblica più grande d’Italia.
Qualche settimana fa Francesco Starace, AD di Enel, ha parlato dell’obiettivo di installare entro 28.000 punti di ricarica da qui al 2021-2022. Questi dati sono confermati?
I numeri stanno procedendo bene, stiamo chiudendo il 2018 con oltre 3.000 punti di ricarica installati. Ormai procediamo con un ritmo di 90-100 punti di ricarica installati ogni settimana su tutto il territorio nazionale. Lo facciamo coprendo capillarmente tutte le città e i capoluoghi. Per il 2019 manterremo il target di circa ulteriori 3000 punti di ricarica installati, arrivando dunque in due anni a più di 6.000 punti di ricarica. L’idea è di raggiungere le 7.000 colonnine entro il 2020, quindi 14.000 punti di ricarica. Per il triennio successivo, 2020-2022, abbiamo già blindato le risorse necessarie per arrivare alla cifra di 28.000 punti di ricarica, però avremo un’attività di revisione al 2020 che ci dirà se dovremo alzare ulteriormente il target o rimodulare in funzione di come il mercato delle auto elettriche evolverà. Adotteremo dunque una certa flessibilità per capire se dobbiamo rallentare o accelerare. Questo è il futuro che abbiamo ipotizzato per quanto riguarda le infrastrutture di ricarica pubblica, ma dal prossimo anno ci concentreremo anche sulle ricariche dei privati e dei clienti business, anche se sono entrambi mercati meno facilmente prevedibili, dipenderà molto da come i consumatori recepiranno le novità portate dalla mobilità elettrica. Sulla base dei feedback che abbiamo avuto dalle case costruttrici di automobili l’anno cruciale per la crescita delle elettriche sarà il 2020, anche grazie al ruolo che giocherà FCA con l’introduzione della 500 elettrica.
Guardando una città come Roma, ad esempio, viene da chiedersi dove troverete lo spazio per installare tutte queste colonnine. Come avviene la vostra scelta?
Il tema degli spazi in cui installare i punti di ricarica non è semplice. La decisione del luogo è presa a quattro mani trattandosi di colonnine pubbliche. Noi diamo delle indicazioni sulla base di densità, flussi di traffico, dati di immatricolato, tenendo conto dunque della reale distribuzione dei veicoli sul territorio. Poi però è il sindaco e il tecnico del comune con cui si deve trovare un compromesso sul posizionamento delle colonnine di ricarica. Il comune può prediligere delle zone rispetto ad altre e dobbiamo necessariamente adeguarci. Su città come Roma, in particolare, la disponibilità di suolo e di aree di parcheggio non è banale, in più la gestione dei parcheggi della Capitale è carente per la tendenza ad occupare gli stalli di ricarica anche da parte di auto tradizionali. Il nostro obiettivo è di andare a posizionare i nostri punti di ricarica dove pensiamo sia maggiore la domanda.
Un tema molto dibattuto, che riguarda le colonnine di ricarica da voi installate e gestite, è quello delle tariffe ritenute troppo alte (0.45€/kWh per l’energia prevelata dalle prese a 22 kW e di 0.50€/kWh per l’energia prelevata dalle prese fast). Che cosa ne pensa?
Il prezzo delle colonnine è regolato, e noi siamo tra i pochi sul mercato ad adeguarci a questo prezzo. Sul mercato si trovano tante tariffe delle più disparate, ma quella che applichiamo noi è quella definita dall’Autorità. A ciò occorre considerare anche che nel momento in cui il cliente installa una wallbox a casa la tariffa applicata è quella delle utenze domestiche, molto meno onerosa rispetto a quelle applicate sulle colonnine di ricarica. In questo momento di transizione servirebbe una tariffa che spinga all’adozione delle auto elettriche, e dunque sia davvero conveniente economicamente per chi già utilizza le auto prive di motore termico.
In futuro, oltre all’app, prevederete anche il pagamento direttamente alla colonnina tramite carta di credito?
Ci stiamo ragionando sulla predisposizione di questi tipi di pagamento sulle colonnine, abbiamo contatti con diverse società per integrare questo tipo di opportunità per i clienti. L’idea è quella di integrare un accettatore di carte di credito e non di banconote, perché sarebbe troppo complesso e costoso utilizzare il contante. Stiamo pensando, inoltre, a delle forme di pagamento più convenienti come il wallet e il direct payment, senza transitare dagli operatori che gestiscono le carte di credito, abbattendo in questo modo le fee. La preferenza aziendale è, ovviamente, quella di utilizzare l’app per i pagamenti delle ricariche tramite colonnina, ma non è escluso che nell’immediato futuro vi sia spazio anche per pagamenti effettuati tramite carta di credito senza essere utenti registrati alla nostra app. L’idea attuale è di dotare le colonnine presenti in tratti di media e lunga percorrenza di questi accettatori di carte di credito, così da agevolare anche gli utenti non registrati all’app Enel X che vogliono utilizzare le nostre colonnine. Idealmente dovremmo vedere all’opera questi sistemi di pagamento nei prossimi due anni.
Un altro tema molto discusso tra chi già usa le auto elettriche e le colonnine è il funzionamento di queste ultime. Spesso, infatti, si trovano punti di ricarica non funzionanti. Quali sono i vostri piani per rimettere in funzione queste colonnine?
Ci sono state varie sperimentazioni a partire dal 2008, utilizzando modelli di colonnine differenti tra loro e molto diversi da quelli di oggi. Questo ha comportato la presenza di un parco abbastanza vecchio e difforme di colonnine installate sul territorio italiano. Quelle installate da Enel le abbiamo prese in carico noi di Enel X e dove necessario, abbiamo effettuato gli upgrade di sistema. Ve ne sono però tante gestite anche da altri operatori che stiamo contattando per proporre dei contratti di manutenzione, il tutto sempre nell’ottica di offrire quanti più punti di ricarica funzionanti agli utenti.
Di recente avete installato la prima colonnina a ricarica veloce su rete autostradale nell’ambito del progetto EVA+. Che piani avete per la rete autostradale?
La maggior parte delle colonnine Eva+ sono state installate fuori dai caselli autostradali, altre invece siamo riusciti a installarle in autostrada. Quelle su rete autostradale sono state installate sulla Salerno Reggio Calabria che è gestita da Anas. Ma abbiamo contatti anche con altri concessionari minori con cui stiamo cercando di stringere accordi per installare sempre più colonnine di ricarica. È evidente che dotare la rete autostradale di un’infrastruttura di ricarica delle auto elettriche è fondamentale per consentire ai clienti di affrontare anche viaggi lunghi e non limitarsi soltanto all’utilizzo della propria vettura all’interno dei centri cittadini. A mio avviso già dal prossimo anno vi saranno dei miglioramenti sostanziali.
Quali sono le città dove si ricarica di più in Italia oggi?
Roma, Milano, Firenze e Bologna rappresentano circa l’80-85% del mercato. Come si può intuire quello delle auto elettriche e delle ricariche è ancora un mercato fortemente urbano.
Chiudiamo la nostra chiacchierata con qualche anticipazione sul futuro. Che novità dobbiamo aspettarci da Enel X?
Ad agosto abbiamo sperimentato il primo Vehicle to Grid monodirezionale utilizzando una Tesla Model S. Questa macchina è stata attaccata ad una delle nostre colonnine nella sede di Tor Di Quinto e abbiamo “modulato” con Terna. Per questa disponibilità concessa al gestore di rete siamo stati remunerati. Questa è una sperimentazione importante perché per noi il tema dello storage è cruciale, al pari della mobilità elettrica. Grazie ai nostri software siamo in grado di utilizzare tutte le batterie delle auto collegate alla rete come una “mega batteria” che possiamo mettere a disposizione della rete per aumentare e diminuire il carico durante l’arco della giornata.
Nei prossimi mesi continueremo a lavorare con Terna per la messa a punto di questa opportunità e poterla finalmente offrire ai nostri clienti. Attraverso l’app gli utenti potranno decidere la quantità di carica della batteria da usare e quella da condividere. Questa disponibilità verrà remunerata da noi a fine mese. La sperimentazione che abbiamo realizzato con Terna è unica nel panorama italiano e quando il Vehicle to Grid arriverà sul mercato si potrebbero aprire scenari molto interessanti, sia per noi che per i nostri clienti. Pensiamo ad esempio a gestori di flotte che potrebbero veder remunerata la disponibilità di parchi auto di una certa dimensione, che rimangono fermi per ampie porzioni di tempo tempo, e che invece con questa soluzione avrebbero una convenienza economica tangibile.