
La lotta contro la tubercolosi in Europa sta subendo un rallentamento preoccupante. Dopo quasi due decenni di progressi costanti e un significativo calo dei contagi nel 2020, a causa della pandemia, il numero di nuovi casi ha iniziato a risalire. Nel 2023, nei Paesi dell’Unione Europea e dello Spazio Economico Europeo, sono stati registrati circa 39 mila casi di tubercolosi, con un incremento di circa mille contagi rispetto all’anno precedente. Un dato allarmante è rappresentato dall’aumento delle infezioni tra i minori: 1.689 bambini e ragazzi sotto i 15 anni sono stati colpiti, corrispondente al 4,3% del totale, con un incremento del 25% rispetto al 2022. Queste statistiche emergono dal ‘Tuberculosis surveillance and monitoring report’ 2025, redatto dall’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), pubblicato in concomitanza con la Giornata mondiale della tubercolosi.
Le dichiarazioni di Hans Henri P. Kluge
“Sconfiggere la tubercolosi non è un sogno, ma una scelta”, ha dichiarato Hans Henri P. Kluge, direttore regionale dell’OMS per l’Europa. La sua affermazione mette in evidenza la fragilità dei progressi ottenuti nella lotta contro questa malattia, che è sia prevenibile che curabile. Sebbene la maggior parte degli indicatori di salute siano migliorati rispetto al periodo pre-pandemia, i dati del 2023 mostrano segni di stanchezza nella battaglia contro l’infezione. Oltre al lieve aumento dei nuovi casi, si registra una crescita dei decessi, con 3.600 morti rispetto ai 3.500 dell’anno precedente. La questione dell’antibiotico-resistenza rimane irrisolta, e il numero di pazienti con tubercolosi co-infettati da HIV è preoccupante, si attesta intorno al 15%. Un’ulteriore tendenza che emerge è quella dell’aumento dei casi tra la popolazione più giovane, con situazioni critiche in paesi come la Slovacchia, dove i minori di 15 anni rappresentano oltre un terzo dei nuovi contagi. Tra i ragazzi, circa 1 su 5 non ha completato il trattamento, il che potrebbe alimentare ulteriori focolai e favorire l’emergere di forme resistenti agli antibiotici.
La situazione in Italia
In Italia, il quadro rispecchia quello del resto del continente. I casi di tubercolosi restano stabili, con 2.600 contagi e 300 decessi. Tuttavia, l’aumento dei contagi tra i più giovani è significativo: nel 2023, 144 bambini e ragazzi sotto i 15 anni hanno contratto l’infezione, quasi il doppio rispetto ai 78 del 2022. Questo trend preoccupante evidenzia la necessità di un intervento mirato e di strategie di prevenzione più efficaci per proteggere i giovani da questa malattia.
Le stime globali e le conseguenze dei tagli ai finanziamenti
A livello globale, secondo le stime dell’OMS, nel 2023 quasi 11 milioni di persone hanno contratto la tubercolosi, con 1,25 milioni di decessi. Questi numeri hanno restituito alla tubercolosi il titolo di malattia infettiva più letale, superando il COVID-19 dopo tre anni di predominanza. Le preoccupazioni aumentano in relazione alle conseguenze dei tagli ai finanziamenti per la salute pubblica a livello globale, in particolare legati alle politiche statunitensi. L’OMS ha avvertito che tali riduzioni stanno già compromettendo i servizi essenziali per la tubercolosi. Nei 30 paesi più colpiti dall’infezione, i servizi fondamentali stanno collassando, con migliaia di lavoratori licenziati e interruzioni nelle catene di approvvigionamento dei medicinali. Anche i servizi di laboratorio e i sistemi di sorveglianza stanno subendo gravi danni.
Kluge ha sottolineato che “questo significa che la trasmissione della tubercolosi potrebbe passare inosservata, contribuendo ulteriormente all’aumento di ceppi difficili da curare”. Ha concluso il suo intervento con un appello alla comunità internazionale: “Non possiamo arrenderci. È fondamentale continuare la lotta contro la tubercolosi e cercare nuovi partner che si uniscano a noi”.