Assosolare: “il governo ha bocciato il fotovoltaico italiano”
Intervista a Francesca Marchini, segretario generale di Assosolare. Forti critiche al Quarto Conto Energia e alla politica del governo sul fotovoltaico
Non si placano del tutto le polemiche attorno al Quarto Conto Energia. Per capire meglio cosa sia successo in questi mesi e conoscere direttamente le opinioni di alcuni dei protagonisti del dibattito, abbiamo deciso di rivolgere delle domande a Francesca Marchini, segretario generale dell’Associazione Nazionale dell’Industria Solare Fotovoltaica (Assosolare).
Assosolare è stata sicuramente in questi mesi una delle protagoniste del dibattito attorno al DL rinnovabili e al Quarto Conto Energia. Iniziamo con una domanda quasi d’obbligo: a un certo punto siete stati esclusi dai tavoli di trattativa dal Ministro Paolo Romani. Qual è la vostra versione dei fatti, cosa è successo veramente?
Il Governo ha ignorato non solo i pareri delle Associazioni di categoria, ma anche le osservazioni negative di Regioni, Camera e Senato alle varie bozze di decreto, e persino i moniti della Commissione Europea, che ha censurato l’operato del Governo, e delle banche che hanno prima minacciato e poi effettivamente sospeso i finanziamenti.
Il Terzo Conto Energia sta per concludere, per così dire, il suo ciclo vitale pur essendo entrato in vigore da pochissimo. Cosa avete pensato quando il governo ha iniziato a presentare le prime bozze attuative, che prefiguravano dei tagli al settore rinnovabili anche più ampi di quelli che effettivamente sono stati poi decisi? E quale è il vostro giudizio, in generale, sul decreto attuativo effettivamente votato poi il 6 Maggio?
La bozza di IV Conto Energia inviata dal Governo alle Regioni ci ha profondamente delusi, l’abbiamo definita la bocciatura definitiva del fotovoltaico da parte del Governo. Restiamo comunque critici anche sul testo definitivo del IV Conto Energia: il decreto ha frenato bruscamente il trend di sviluppo che era stato favorito dal secondo e poi dal terzo conto energia, e che ha creato in Italia un mercato estremamente vivace richiamando l’attenzione di investitori italiani e stranieri e rendendo il fotovoltaico uno dei pochi settori fonte di sviluppo economico, industriale e occupazionale in anni di crisi economica. Il Decreto ha sancito la retroattività di fatto del regime degli incentivi e disconosciuto i diritti acquisiti delle aziende, che avevano investito sulla base di un Terzo Conto Energia che avrebbe dovuto essere di durata triennale. Inoltre, il decreto nel suo complesso presenta molte ambiguità e dubbi interpretativi su cui è vitale fare subito chiarezza.
Ripercorrendo la storia degli ultimi mesi, dopo la firma del Terzo Conto è iniziato il periodo dei ritardi. La firma del Quarto Conto Energia veniva continuamente rimandata, aumentando di giorno in giorno il clima di incertezza. Quanto ha pesato tutto ciò sul settore del fotovoltaico e delle energie rinnovabili in genere?
Il clima di incertezza degli ultimi mesi è stato semplicemente estremamente dannoso: ha messo in ginocchio l’intero settore lasciando gli operatori senza riferimenti certi, fondamentali in mercati ad alta intensità di capitali come questo, e mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro. Per non parlare del cortocircuito tra imprese e banche, che hanno bloccato i finanziamenti determinando il congelamento dei relativi cantieri. Un vuoto normativo che ha portato all’effettiva, totale paralisi del settore, minando pesantemente la credibilità all’Italia nei confronti degli investitori stranieri e delle Istituzioni comunitarie.
Cosa non vi convince del Quarto Conto Energia? Il fotovoltaico ne esce davvero così ridimensionato?
L’aspetto positivo è che ora ci sia un Conto Energia e che gli obiettivi di potenza cumulativa siano stati finalmente definiti sulla base dei potenziali reali di sviluppo – gli 8 GW previsti dal III Conto energia erano davvero troppo bassi – riconoscendo finalmente il fotovoltaico come componente importante del mix energetico per il raggiungimento degli obiettivi UE per il 2020, con un innalzamento a 23 GW. Il Decreto ha però disconosciuto i diritti acquisiti delle aziende, che avevano investito sulla base di un Terzo Conto Energia che avrebbe dovuto avere durata triennale e che invece si sono trovate pochi mesi dopo a veder disconosciuti quegli stessi diritti, a partire dal 1 giugno e dopo aver investito in impianti i cui tempi di realizzazione e connessione, autorizzazione inclusa, possono avere durata pluriennale. Grazie al terzo conto energia è nata una miriade di produttori, ossia una pluralità di potenziali concorrenti delle grandi centrali tradizionali, e sono proprio questi produttori indipendenti a essere a serio rischio di sopravvivenza. Il nuovo registro inoltre non dà modo a chi investe di sapere in modo certo se potrà avere accesso alle tariffe e di prevedere il livello tariffario su cui basare i propri piani di business, e i tetti di spesa abbinati al registro rischiano di creare blocchi dannosi, ad esempio nel II semestre 2012, e il boicottaggio degli impianti a terra non va certo nel senso di un lungimirante ad attento supporto alla produzione di energia elettrica da fotovoltaico. Inoltre, la criticità della certezza delle tariffe riguarda anche il periodo 2013-2016 e sia i grandi che piccoli impianti.
Condividete l’impressione che il Ministro Romani abbia deciso di ridurre drasticamente i finanziamenti al settore, perché più indirizzato verso altre fonti di approvvigionamento energetico, come il nucleare?
Pensiamo, come in ogni settore, che anche in quello energetico ci siano interessi diversi. Primario interesse di Assosolare è comunque che all’interno del mix energetico italiano trovi adeguato spazio il fotovoltaico, sulla base delle effettive potenzialità del settore – come anche da indicazioni dell’Unione Europea -, che sono molte sia dal punto di vista dell’apporto energetico del Paese, sia dal punto di vista dello sviluppo economico e occupazionale.
Alcune associazioni simili alla vostra, GIFI soprattutto, rivendicano la versione definitiva del DL come un piccolo successo personale e un buon livello di mediazione fra le diverse parti. Come spiegate questa differenza di vedute e cosa direste loro per fargli cambiare idea?
Assosolare, in quanto unica associazione esclusivamente dedicata al fotovoltaico, su aspetti essenziali ha una visione sensibilmente diversa da quella di GIFI. Il decreto a nostro avviso, come sopra detto non ha tutelato i diritti acquisiti e per il presente e l’immediato futuro presenta ancora troppi dubbi interpretativi e criticità, che continuano ad alimentare un clima di forte incertezza in tema di accesso agli incentivi sia nel periodo transitorio, che nel successivo, come peraltro evidenziato non solo da noi ma anche da altre associazioni di categoria, come Aper con cui ci siamo mossi ripetutamente in modo congiunto in questi mesi di concertazione, prendendo spesso posizioni comuni.
Per concludere, dopo Fukushima il settore delle energie rinnovabili ha l’opportunità di presentarsi come valida alternativa. Credete che le tecnologie siano già mature perché ciò possa avvenire?
Le tecnologie del settore delle rinnovabili costituiscono già un mercato maturo in alcuni comparti. I margini di miglioramento e sviluppo, sia in termini di rendimento che di efficienza, sono ancora altissimi, ma questo non fa che farci ben sperare per il futuro. Sul fronte delle tecnologie però è fondamentale mettere le aziende in condizione di lavorare con un quadro amministrativo stabile e procedure e costi certi, condizione imprescindibile perché le imprese possano anche investire in ricerca e sviluppo, creando un ambiente favorevole al miglioramento delle tecnologie e all’innovazione.