Aquila cattura un cane, lo trovano a 6 km di distanza
Un'aquila affamata cattura un piccolo cane, portandolo con sé in volo: l'animale viene fortunatamente ritrovato vivo a 6 chilometri di distanza.
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È una vicenda davvero incredibile quella che proviene dagli Stati Uniti, dove un piccolo cane è miracolosamente riuscito a salvarsi dall’attacco di un’affamata aquila. Durante una passeggiata all’aperto, il quadrupede è stato infatti catturato dal rapace, pronto a trasportarlo in volo a svariati metri d’altezza. Per miracolo, il cagnolino è stato rinvenuto a sei chilometri di distanza, scosso e spaventato ma fortunatamente vivo.
La storia è stata confermata da Felipe Rodriguez, proprietario di Zoey, un cane di razza Bichon Frisé. Durante una gita nei pressi del fiume Leigh, in Pennsylvania, un’aquila è improvvisamente planata sul cagnolino: dopo averne afferrato il pelo con il becco, il volatile ha portato il quadrupede in alta quota. Il proprietario, allertato dai guaiti del cane, ha cercato invano di recuperarlo: la velocità del rapace, nonché l’altezza del volo, hanno reso praticamente impossibile l’operazione.
In un primo momento, il proprietario ha pensato non vi fosse più nulla da fare: dopo la cattura, il rapace avrebbe probabilmente ucciso il quadrupede, per consumarne la carne. Tuttavia, il destino ha voluto un altro esito per questa vicenda. Christina Hartman, mentre guidava su una strada a circa sei chilometri dal rapimento, ha infatti notato un cagnolino scosso e con delle ferite sul capo. Fermata la vettura, ha accolto il cane coprendolo con un panno, e l’ha portato presso la sua abitazione per somministrare le prime cure e donargli un pasto caldo. Data la presenza di un collare, la donna ha intuito il piccolo Zoey potesse essere sfuggito ai proprietari, mettendosi così alla ricerca della sua famiglia. E, grazie a un appello pubblicato sulla piattaforma Facebook, il ricongiungimento è stato possibile.
Per quale motivo, tuttavia, l’aquila ha catturato il cagnolino, considerato come questa specie non faccia parte della sua catena alimentare? A spiegarlo è Laurie Goodrich, biologa presso l’Hawk Mountain Sanctuary, pronta a sottolineare come sia un comportamento raro, ma non impossibile soprattutto nelle stagioni fredde e abbastanza prive di piccola selvaggina e roditori.