Anice: tutte le proprietà terapeutiche
Le proprietà terapeutiche dell'anice, un composto largamente utilizzato in cucina ma utile anche come sedativo per il mal di testa e la digestione.
Per anice si intende un aroma, solitamente proveniente dai semi o dai frutti di alcune piante delle Ombrellifere, largamente utilizzato in cucina per il suo gusto dolciastro. Non a caso è impiegato per liquori, dolci, ghiaccioli, ma anche come spezia date le affinità con il finocchio e la menta. Eppure questo ingrediente è anche alla base di alcuni rimedi naturali dal potere terapeutico.
Sono tre le famiglie principali di anice più diffuse – verde, stellato e pepato – ma agli scopi di cucina o di cura si utilizza estensivamente la prima varietà, anche per la sua ampia disponibilità in natura. La pianta, chiamata Pimpinella anisum, è poco più alta di 40 centimetri e genera dei piccoli e piacevoli fiori bianchi. Di seguito, le caratteristiche e gli usi in erboristeria.
Proprietà
Della Pimpinella anisum vengono utilizzati i frutti, ovvero i semi che vengono prodotti in tarda estate, verso la fine di agosto. Questi sono ricchi di olio essenziale all’anetolo, un composto aromatico dal sapore simile al finocchio usato largamente in pasticceria e per la produzione di farmmaci, ma anche cumarine, furocumarine, polifenoli, flavonoidi e triterpeni. A livello di vitamine, poi, si rilevano in abbondanza quelle dei gruppo A, B e C, compresa l’importante B6, utile per proteggere il sistema nervoso centrale. Questi elementi, oltre a conferirne l’inconfondibile sapore, pare abbiano delle specifiche peculiarità terapeutiche. In particolare, l’erba sarebbe antispasmodica, balsamica, digestiva e stimolante, quindi trova spesso applicazione nel blando trattamento di leggere patologie legate all’apparato digerente. Inoltre, dato il potere rinfrescante, è indicata anche per le infezione delle prime vie respiratorie, per lenire il senso di gonfiore o il bruciore dovuto da un’improvvisa irritazione.
Usi per cura
Sebbene si sia soliti abbinare all’anice unicamente un consumo alimentare, l’erba può essere efficacemente utilizzata per contenere blandi e comuni malanni, dal mal di testa o i fastidi di stomaco. Considerato, però, come alcune delle sostanze contenute nell’anice possano interagire con una cura farmacologica eventualmente in corso, si consiglia di chiedere al proprio medico curante un parere prima della somministrazione, sia essa a scopo terapeutico o semplicemente alimentare. In generale, i poteri riconosciuti alla pianta si possono così elencare:
- Mal di testa e insonnia: l’anice può ridurre il generico mal di testa così come anche le cefalee a grappolo, grazie a un blandissimo potere sedativo e a una buona regolazione della circolazione sanguigna. Per lo stesso motivo, e data un’azione metabolica, una tisana all’anice prima di coricarsi può facilitare il raggiungimento del naturale sonno;
- Vie respiratorie: il sapore e l’essenza rinfrescante dell’anice sono spesso alla base di rimedi della nonna per le infezioni delle prime vie respiratorie, in particolare per il trattamento del mal di gola. Inoltre, pare sussista un blando effetto sedativo sia per la tosse grassa che per quella secca, con la riduzione degli episodi e un maggior relax per il paziente;
- Apparato digerente: l’anice può agevolare la digestione, facilitando i compiti dello stomaco, e ridurre la fermentazione intestinale. Per questo motivo, e spesso in concorso con il finocchio, il rimedio è largamente usato contro la stipsi, ma anche il meteorismo e l’aerofagia.
Avvertenze e controindicazioni
Data la sua enorme diffusione, considerato come sia uno degli ingredienti cardine alla base di molti dolci, l’assunzione di anice è solitamente ben tollerata. In alcuni pazienti ipersensibili, però, si possono manifestare rash cutanei, orticaria e sintomi respiratori, tipici di un’intolleranza. Inoltre, la somministrazione è vietata ai pazienti allergici all’anetolo, i quali potrebbero imbattersi nel rischio di uno shock anafilattico. Data la presenza furocumarine, l’anice può essere fotosensibilizzante: se ne sconsiglia quindi l’assunzione a coloro che già soffrono di scarsa possibilità di esposizione alla luce, così come prima di una giornata all’aperto, perché in alcuni soggetti può causare rossore, orticaria ed eritemi. Infine, l’erba può interagire con alcuni medicinali tra cui i farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS), i cortisonici e gli estrogeni, la cui somministrazione non deve mai essere combinata. Per questo motivo, prima di ricorrere all’anice come metodo casalingo per la cura di malanni blandi e quotidiani, si vagli il parere del proprio medico curante.