Le 7 proprietà dell’altea e le sue controindicazioni
L'altea, anche nota come bismalva o malva bianca, è una pianta originaria di Europa, Africa e Asia che vanta innumerevoli proprietà salutistiche. Da quelle per curare e lenire la gola dalle infiammazioni delle vie respiratorie, a quelle emollienti per la pelle. Ma non dimentichiamo che, sebbene sia un ottimo aiuto per il benessere, non è priva di effetti collaterali.
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Una delle piante care alla medicina naturale, sin dai tempi antichi, è l’altea, il cui nome deriva dal greco “althaino”, che significa curare. Fa parte della famiglia delle Malvaceae, tanto da essere definita anche malva bianca ed è un arbusto perenne tipico di Europa e Nord Africa, con qualche accenno anche in Asia e in Pakistan.
Per via delle sue proprietà emollienti e lenitive, l’Althaea officinalis si è meritata grandi riconoscimenti nell’ambito dei rimedi fitoterapici. Si può adoperare a livello topico, per trattare i problemi dermatologici più diffusi, o anche come sciroppo ed estratti per uso interno, che vanno a migliorare problemi tipo tosse e irritazione della gola, o anche ulcere e sindrome del colon irritabile.
Le mucillagini per cui è famosa l’altea sono presenti nelle radici e rendono questa pianta un concentrato di benessere per la cura di molti disturbi. In più, le foglie giovani di questo arbusto possono essere impiegate anche in cucina per insalate o contorni di verdure cotti.
Ma andiamo a vedere meglio quali proprietà vanta l’altea e quali sono le possibili controindicazioni del rimedio.
Che pianta è l’Altea
L’Althaea officinalis, come detto, è una pianta che fa parte della famiglia delle Malvaceae e, per questo, ha molto in comune con la parente Malva. Si trova in Europa, suo luogo di origine, come anche in Nord Africa e Asia occidentale. Ma ormai è facile reperirne coltivazioni ovunque nel mondo.
Ha una predilezione di crescita per i luoghi freschi e umidi, tanto che è possibile vederla vicino a fiumi e ruscelli. Il massimo di altezza che può raggiungere è un metro e mezzo, le sue foglie sono coperte da leggera peluria e hanno una forma lanceolata, mentre i fiori vanno dal rosa pallido al porpora, di una misura massima di circa 5 cm.
La parte della pianta più utilizzata in ambito erboristico è la radice, che viene estratta, essiccata e ripulita dalla parte esterna. In un secondo momento, la si può utilizzare tagliata per tinture madri e macerati glicerici, ma anche per infusi. Si può anche polverizzare.
Il fatto che la si possa trovare anche con il nome di bismalva, rende chiara la parentela con la malva e gli effetti più forti che l’altea ha rispetto a questa.
Altea: 7 proprietà
In America la radice di altea è chiamata marshmallow, come le caramelle gommose che si arrostiscono sul fuoco. Il che non è un caso, visto che in origine furono i francesi a impiegare l’altea in confetti morbidi definiti “pate de guimauve”, per la cura di infezioni alla gola e tosse.
Ma oggi i marshmallow americani hanno rinunciato alla radice di altea, per mantenere solo la consistenza molle. Il loro contenuto è infatti sciroppo di mais, gelatina, zucchero e coloranti.
Al contrario, la nostra Althaea officinalis, è ancora un valido ingrediente per pastiglie e sciroppi, lozioni, tinture madri, estratti idroalcolici e persino creme. Ma non ha nulla a che vedere con i bon bon statunitensi. Di seguito, le 7 proprietà riconosciute a questo rimedio naturale.
Per curare tosse e raffreddore
L’alto contenuto mucillaginoso della radice di altea, dal potere antinfiammatorio, lenitivo ed emolliente, rende i rimedi a base di questa pianta molto utili per il trattamento di tosse e raffreddore.
La radice di marshmallow sembra inoltre agire per sciogliere le mucose e inibire i batteri.
Le mucillagini aiutano contro la tosse secca e alleviano le irritazioni al cavo orale, rendendo più semplice gestire i malanni stagionali. Ha inoltre proprietà analgesiche, riducendo il dolore locale.
Per le irritazioni della pelle
L’effetto antinfiammatorio della radice di altea può anche aiutare ad alleviare l’irritazione della pelle causata da foruncolosi, eczema e dermatite, ma si è dimostrata efficace anche per migliorare capelli e cuoio capelluto. Uno studio del 2013 ha rilevato che l’uso di un unguento contenente il 20% di estratto di radice di marshmallow poteva ridurre l’irritazione della pelle.
Se anche ci siano più ricerche da fare in merito, il team ha notato come lozioni miste a base di altea e antinfiammatori sintetici, potevano essere più efficaci di unguenti monoingrediente.
In generale, l’altea sembra essere efficace per ogni genere di irritazione della pelle, anche quella sottoposta ad emissione di UV. In poche parole, lozioni dopo sole a base di questa pianta, secondo un esame di laboratorio del 2016, potrebbero aiutare la cute arrossata a sfiammarsi.
Per velocizzare la guarigione delle ferite
La radice di marshmallow ha un’attività antibatterica che può renderla efficace nella guarigione delle ferite. Anche in questo caso sono necessarie ulteriori ricerche in merito, ma sembra che l’altea sia in grado di velocizzare i tempi di guarigione, riducendo l’infiammazione.
Per favorire la diuresi
Uno studio del 2016 sembra indicare la radice di altea come rimedio contro la ritenzione di liquidi e le affezioni delle vie urinarie. Il blando effetto antibatterico, con la stimolazione della diuresi, potrebbero velocizzare la guarigione di cistiti e infezioni intime.
Per migliorare la diuresi il fitoterapista in genere suggerisce la tisana all’altea, fatta con radice essiccata, da consumare nel corso della giornata.
Per digerire meglio
La tisana all’altea, spesso accompagnata da altre erbe nella sua composizione, è anche considerata un buon rimedio per favorire la digestione. Ma non solo, perché si è dimostrata efficace anche contro costipazione, bruciore di stomaco e ulcere gastriche.
Le mucillagini sono infatti responsabili di un effetto antinfiammatorio ed emolliente a livello di stomaco e anche intestino.
Come antiossidante
La radice di marshmallow avrebbe anche proprietà antiossidanti, in grado di aiutare il corpo nella protezione dai danni causati dai radicali liberi. C’è una ricerca del 2011 in merito, che ha rilevato che l’estratto di radice di marshmallow è paragonabile agli antiossidanti standard.
Per la salute del cuore
Uno studio sugli animali del 2011 ha esaminato gli effetti dell’estratto liquido di fiori di altea nel trattamento della lipemia, dell’aggregazione piastrinica e dell’infiammazione. Tutte condizioni spesso talvolta legate a malattie cardiovascolari.
I ricercatori hanno scoperto che l’assunzione dell’estratto di fiori per un mese ha avuto un effetto positivo sui livelli di colesterolo HDL, promuovendo la salute del cuore.
Ma naturalmente servono ulteriori studi con pazienti umani per definire l’effettiva efficacia della pianta in questo campo specifico.
Altea: controindicazioni e interazioni
Lo abbiamo visto, l’altea è una grande alleata della nostra salute, ma va detto che non è esente da potenziali effetti avversi. Non solo, è anche responsabile di interazioni, spesso pericolose, con alcuni tipi di farmaci.
Se, ad esempio, stiamo seguendo una terapia a base di litio, i rimedi a base di altea potrebbero influire su una scorretta espulsione di questo minerale dal corpo, provocando intossicazione.
Le mucillagini possono anche rallentare l’assorbimento di altri farmaci assunti per via orale, motivo per cui va informato il medico. Di norma, si consiglia di assumere l’altea almeno un’ora dopo i farmaci tradizionali prescritti, in modo da scongiurare il problema.
Ma attenzione anche in caso di terapia con medicinali che influiscono sulla coagulazione del sangue, in quanto l’altea tende a fluidificare. È possibile che si verifichino sanguinamenti ed emorragie.
Per l’effetto ipoglicemizzante delle foglie e della radice di altea, si consiglia un uso monitorato dei rimedi per i pazienti diabetici. Si sconsiglia l’uso interno anche alle donne in gravidanza e che allattano al seno, per assenza di studi che evidenziano la sicurezza per mamma e bambino.
È sconsigliato, per l’effetto fluidificante della pianta, anche l’uso a seguito di interventi chirurgici nelle due settimane successive all’operazione, per evitare pericolose emorragie.
Fonti