Le alluvioni sembrano farsi sempre più frequenti e, con molta probabilità, la causa principale di episodi sempre più drammatici è rappresentata dal riscaldamento globale. Lo dimostrano le drammatiche vicende attuali, con zone coinvolte da piogge torrenziali e improvvise inondazioni, che hanno portato con sé distruzione e morte.
Una vera e propria tragedia, forse un monito della natura per ricordarci quanto il cambiamento climatico sia un problema urgente da affrontare. Ma quali sono le cause delle alluvioni e come comportarsi se ci si trova in una delle regioni più esposte alla furia dell’acqua e del maltempo?
Le serie storiche lo confermano ormai da tempo: fenomeni meteorologici disastrosi si stanno facendo sempre più frequenti in Europa, con una polarizzazione del clima tra aree colpite da tempeste implacabili e zone invece vittime del fuoco. E la scienza non sembra avere molti dubbi: la causa di tutta questa devastazione è da rilevare nei cambiamenti climatici che, ormai da decenni, alterano la stabilità del Pianeta.
Ma come le modifiche del clima e il surriscaldamento globale contribuiscono alle inondazioni, quali sono i fattori principali di fenomeni meteorologici ormai incontenibili e quali sono le responsabilità dell’uomo?
Il primo fattore su cui concentrarsi è quello dell’aumento delle temperature a livello globale. Dalla Rivoluzione Industriale a oggi, le emissioni di anidride carbonica e altri gas serra in atmosfera sono praticamente decuplicate, aumentando la temperatura mondiale media di quasi 1.5 gradi in più rispetto al periodo pre-industriale.
Gli oceani si sono fatti più caldi, caricando maggiormente le nuvole di pioggia per effetto dell’evaporazione, e nel frattempo si sono modificate le correnti di aria fredda e calda che normalmente circolano sul Pianeta. L’Europa, ad esempio, è sempre più colpita da correnti fredde che sfuggono dall’Artico a causa dell’allargamento del Vortice Polare, venti gelidi che si scontrano però con quelle secche e afose provenienti dall’Africa e dall’Equatore, generando violenti fenomeni temporaleschi.
Complice anche l’urbanizzazione massiccia e altre costruzioni umane, i terreni e i corsi del Vecchio Continente non sono più in grado di contenere o far defluire l’acqua in eccesso. Ciò determina delle frane più frequenti, poiché il terriccio saturo e friabile perde la sua funzione di contenimento sui profili montani, e lo straripamento violento dei corsi d’acqua.
Come già accennato, l’aumento delle temperature ha determinato un’alterazione dei cicli delle piogge. Le nuvole sono sempre più cariche di acqua e determinano scariche violente ormai decisamente frequenti, tanto che si parla di vera e propria “tropicalizzazione” dell’Europa. I fenomeni piovaschi assomigliano sempre di più alle violente tempeste che normalmente colpiscono le aree tropicali del Globo, tanto che si è addirittura parlato di “monsoni mediterranei”, proprio poiché simili a quelli indiani.
L’incontro tra le correnti fredde provenienti dall’Artico e quelle torride dall’Africa favorisce le precipitazioni e, purtroppo, l’Italia è diventata la sede designata di questa battaglia. Le Regioni al Nord del Paese sono infatti diventate il terreno di scontro e incontro delle correnti calde e fredde e, proprio per questa ragione, negli ultimi anni alluvioni e allagamenti sono diventati sempre più frequenti dall’inizio dell’estate fino all’autunno inoltrato.
Non bisogna però dimenticare come a influire sullo straripamento di fiumi, torrenti e altri corsi d’acqua, pesi anche un’azione più diretta dell’uomo rispetto alle emissioni di gas serra e all’inquinamento atmosferico.
Tra le varie cause identificate come responsabili dell’alluvione tedesca, gli esperti hanno parlato anche alla modifica dei corsi d’acqua. In particolare su lunghe tratte del Reno, dove sono state costruite – ormai più di 100 anni fa – canalizzazioni per l’irrigazione dei campi e per la produzione di energia idroelettrica. Altre tratte sono invece state interrate, sempre tramite dei complessi canali sotterranei.
Con l’aumento delle piogge e dei temporali, questi canali non sono stati in grado di sorreggere una furia e una pressione dell’acqua mai vista prima. E l’acqua, non potendo sfruttare i suoi naturali canali di deflusso, si è accumulata fino a straripare.
Quando ci si riferisce a fenomeni atmosferici particolarmente intensi, nel linguaggio comune si è soliti utilizzare termini come alluvione, inondazione ed esondazione come sinonimi. In realtà, identificano delle situazioni simili ma con caratteristiche diverse.
Secondo il Global Climate Risk Index 2021, l’indice del rischio di crisi climatiche stilato ogni anno dalla no-profit tedesca Globalwatch, l’Italia è al trentacinquesimo posto mondiale in termini di probabilità di alluvioni devastanti. Ma quali sono le cause di un’alluvione, oltre a quelle già discusse e legate ai cambiamenti climatici?
Sullo Stivale, le ragioni alla base di inondazioni frequenti sembrano essere:
Ma cosa accade durante un’alluvione, quali sono i passaggi che portano agli eventi più drammatici? Sebbene ogni singolo disastro ambientale presenti delle caratteristiche specifiche, si possono identificare dei fattori comuni.
Le conseguenze di questo processo possono essere drammatiche per l’uomo. I piani bassi delle abitazioni possono essere invasi da acqua e fango, le frane e i massi possono portare al crollo di interi palazzi, mentre l’acqua che si è riversata su strada devasta automobili, autobus, segnaletica stradale e arredo urbano.
Le alluvioni sono un fenomeno naturale che coinvolge il Pianeta sin da tempi remoti, tuttavia l’azione dell’uomo ha contribuito a rendere questi disastri non solo più frequenti, ma anche più violenti. Ma come fare per evitare le alluvioni o, quantomeno, limitarle?
Limitare le emissioni di CO2, rispettando ad esempio gli accordi di Parigi, è il primo passo per ridurre l’aumento delle temperature e rendere meno insistenti tempeste e alluvioni.
Molte alluvioni si sarebbero potute evitare con piani mirati di lotta al dissesto idrogeologico, ad esempio con azioni mirate di rafforzamento degli argini dei fiumi nelle aree più a rischio, la pulizia dei letti da detriti e blocchi, la ricanalizzazione dell’acqua in compensazione a impianti idrogeologici e di irrigazione costruiti parecchi decenni fa.
Ripristinare i boschi al loro stato originale è la prima arma per ridurre il rischio di frane, poiché le loro radici hanno una vera e propria funzione strutturale di sostegno per i profili dei rilievi montuosi.
La costruzione di edifici in aree vietate può alterare irrimediabilmente i normali percorsi dell’acqua, così come gli sfoghi naturali di fiumi e torrenti. Un fatto che rende più probabile il loro straripamento.
Poiché fenomeno sempre più frequente, è anche necessario prepararsi preventivamente in caso di alluvione. Bisogna sapere come muoversi, cosa fare se ci si trova in casa oppure in auto, nonché come attenersi alle indicazioni fornite dalle autorità sparse sul territorio.
Se un’inondazione si verifica mentre ci si trova in casa, è innanzitutto necessario abbandonare cantine, semi-interrati e primo piano dell’abitazione, per recarsi a quelli superiori. Il rischio di allagamento è infatti molto alto e, data la furia del fango e dell’acqua, si potrebbe rimanere irrimediabilmente bloccati.
Una volta al sicuro ai piani superiori, è necessario posizionarsi a distanza da prese elettriche, elettrodomestici e altri dispositivi, poiché a causa dell’acqua negli scantinati potrebbero verificarsi scariche o cortocircuiti. Se possibile, si recupera il kit di pronto soccorso per medicare eventuali piccole ferite, nonché le valigie precedentemente preparate per le emergenze. Questo poiché le forze dell’ordine potrebbero ordinare da un momento all’altro l’evacuazione dell’edificio.
A questo punto, si attendono le indicazioni dei vigili del fuoco o della Protezione Civile. Se la zona non è soggetta a improvvise frane, poiché ad esempio in pianura o in una posizione che esclude il crollo improvviso di massi, è probabile che verrà suggerito di rimanere in casa fino a nuovo ordine. In caso contrario, verrà richiesta l’evacuazione degli immobili e i residenti saranno recuperati dalle autorità tramite appositi mezzi anfibi.
Può anche capitare di trovarsi in auto nel bel mezzo di un’improvvisa alluvione, una situazione di rischio che deve essere gestita con la massima razionalità.
Se ci si trova su una strada non ancora colpita dall’acqua, sarà necessario invertire la rotta di marcia per allontanarsi il prima possibile dall’alluvione. In caso l’acqua avesse già colpito l’autovettura, pur non avendo raggiunto livelli preoccupanti, è bene sbloccare le porte e abbassare i finestrini: qualora fosse necessario fuggire, eventuali guasti all’impianto elettrico dovuti all’acqua potrebbero impedire proprio l’apertura di porte e finestre.
In caso vi fosse la possibilità di raggiungere agilmente un posto sicuro – quindi in presenza di strade non ancora coinvolte dall’acqua – come un piano rialzato, si abbandoni velocemente il veicolo mettendosi a riparo.
E come interviene la Protezione Civile durante un’alluvione, quali sono le azioni che vengono intraprese per garantire l’incolumità e la sicurezza di tutti? Durante una calamità naturale, la Protezione Civile si occupa di: