Algae Canopy: la parete in micro-alghe che purifica l’aria
Un progetto italiano-inglese per la realizzazione di pareti digitali in micro-alghe
Le alghe sono note da tempo per le loro proprietà farmaceutiche e cosmetiche, ma non solo. Addirittura esistono progetti che utilizzano questi organismi per produrre biocarburante. La loro importanza dal punto di vista energetico è legata alla capacità di fotosintesi, 10 volte più elevata rispetto a quella di erbe e grandi alberi.
Da qui nasce l’idea di usarle come vero materiale da costruzione per l’edilizia. Un precedente esiste già in Germania: la BIQ House di Amburgo, edificio a bioenegia alimentato a micro-alghe.
Ora viene lanciato Algae Canopy: un progetto italiano-inglese che deriva da sei anni di ricerca sulla costruzione di sistemi bio-digitali integrati di ecoLogicStudio (sistema “HORTUS”), e dal sistema “WaterLilly 2.0” di coltivazione di alghe su pareti verticali in applicazione all’edilizia, di Cesare Griffa. Progettato in collaborazione con Taiyo Europa, è stato sviluppato da Carlo Ratti Associati.
Se le pareti del modello tedesco sono però di vetro, un materiale pesante che richiede costose infrastrutture di sostegno in metallo, rendendo la realizzazione molto costosa, le pareti di Algae Canopy sono realizzate con un quadruplo strato di EFTE, un polimero con elevata resistenza alla corrosione in un ampio intervallo di temperature, che ha il vantaggio di costi più accessibili.
Ma la parte più innovativa del progetto sono proprio le proprietà di assorbimento di CO2 e di produzione di ossigeno e di biomassa legata all’intensa fotosintesi. Quest’ultima può aumentare l’effetto di ombreggiamento delle pareti durante le ore di sole, creando un microclima piacevole. Capacità che può essere regolata in modo digitale, in base alle condizioni meteorologiche e alla presenza dell’uomo, dal momento che, al suo passaggio, vengono attivate delle elettrovalvole capaci di variare la velocità del flusso algale.
Lo sviluppo dei prototipi è avvenuto nell’ambito del progetto Future Food District, che sarà presente all’EXPO 2015 con due grandi spazi e una piazza di collegamento, dove sarà possibile entrare in un mondo naturale-digitale che proietta direttamente nel futuro.
La sola installazione presente all’Esposizione Universale sarà in grado di produrre una quantità di ossigeno pari a quella prodotta da 4 ettari di bosco, e una di biomassa fino a 150 kg al giorno.
Il progetto promette sviluppi importanti nella direzione di un verde urbano, non solo decorativo, ma anche possibile sistema di produzione di cibo ed energia, in spazi ridotti dove coniugare l’attenzione all’ambiente con la densità abitativa, e la natura con la tecnologia.