Agroenergie, cosa sono e che prospettive hanno
Cosa sono le agroenergie? Con questo termine si indicano quelle energie ricavate dalle biomasse, ovvero materie organiche di derivazione animale o vegetale che, mediante processi di lavorazione, possono trasformarsi in energia elettrica, biocarburanti e calore.
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Il termine “agroenergie” sta diventando sempre più popolare e noto nella nostra società, e viene spesso associato al tema della sostenibilità ambientale e alla produzione di energie rinnovabili e pulite. Ma esattamente cosa sono le agroenergie? E quali sono le prospettive future, per quanto riguarda questo settore?
In questo articolo vedremo cosa si intende con la parola “agroenergie”, quali sono le fonti, i vantaggi e gli svantaggi da considerare. Per prima cosa, però, vediamo concretamente cosa si intende quando si parla di “agroenergia”.
Cosa sono le agroenergie?
Come si può facilmente immaginare, con questa parola si indicano quelle energie che vengono prodotte a partire dai processi agricoli.
Ciò include le attività condotte presso aziende agricole, imprese forestali, nell’agroindustria e nelle aziende zootecniche. Scavando un po’ più a fondo, possiamo dire che le agroenergie sono delle energie prodotte utilizzando materie prime provenienti dai processi agricoli, sotto forma di:
- Scarti e sottoprodotti della lavorazione
- Rifiuti organici, come letame
- Rifiuti alimentari
- Residui (come quelli della legna da ardere)
- Alghe marine
- Colture dedicate (coltivazioni energetiche).
Questi “prodotti” del settore agricolo, mediante combustione o altri processi di lavorazione, possono essere trasformati in energia, e vengono poi impiegati nella produzione di biocarburante o biofuel (combustibili prodotti principalmente da biomasse), elettricità e calore.
Che cosa si intende per biomasse?
Per poter meglio comprendere il concetto di “agroenergie”, bisogna prima spiegare il significato della parola biomasse, un termine che ricorre spesso quando si affrontano questi argomenti.
Con questa parola si indicano semplicemente quelle materie organiche di derivazione animale o vegetale che, una volta trattate, possono essere impiegate per produrre biocombustibile ed energia.
È attraverso l’utilizzo delle biomasse che si mira a produrre un’energia sostenibile e a favorire lo sviluppo di un’economia circolare, basata sul riutilizzo delle risorse.
Esempi di agroenergie e biomasse
Ad oggi, fra i più noti esempi di agroenergie rientrano il bioetanolo, il cippato di pioppo (ovvero piccoli pezzetti di pioppo impiegati come fonte di energia rinnovabile), le microalghe, l’olio di colza (impiegato per la produzione di biodiesel) e il legname, che può essere impiegato come combustibile per la produzione di calore e energia elettrica.
Si può produrre energia elettrica anche partendo dai vari sottoprodotti dell’agricoltura di origine biologica, come scarti e rifiuti di attività agricole o dell’allevamento di animali, mentre stanno prendendo piede anche agroenergie meno note ma sicuramente promettenti, che si basano sull’impiego di batteri che producono idrogeno sfruttando, anche in questo caso, le biomasse.
Vantaggi e svantaggi delle agroenergie
A un primo sguardo, quello delle agroenergie sembra essere un settore vantaggioso. E in effetti, lo è davvero. Biomasse e biogas potrebbero rivelarsi una soluzione ideale per affrontare la crisi energetica e il sempre maggior bisogno di energie rinnovabili provenienti da fonti pulite.
Insomma, quella agroenergetica potrebbe essere un’ottima alternativa alle energie tradizionali, in quanto comporterebbe anche una riduzione della produzione di rifiuti derivanti dal settore agricolo, e garantirebbe una certa rinnovabilità, dal momento che è possibile ottenere materie prime mediante coltivazione o processi agricoli.
Tuttavia, ci sono dei fattori che è bene considerare, degli svantaggi che non vanno ignorati, bensì affrontati e risolti.
Fra le principali criticità relative alle agroenergie, spicca senz’altro la competizione per l’uso del suolo.
Attualmente, buona parte dei biocarburanti viene prodotta mediante biomasse provenienti da colture dedicate. Ciò vuol dire che, per produrre energia, sarebbero necessarie coltivazioni ad hoc, che sottrarrebbero spazio alle coltivazioni alimentari o ad altri potenziali impieghi agricoli.
Prospettive per il futuro
Tirando le some, l’agroenergia rischia di entrare in conflitto con l’impiego del suolo per usi agricoli e alimentari, e potrebbe anche alterare l’equilibrio degli ecosistemi, favorendo monocolture atte a produrre la materia prima.
Sebbene quello delle agroenergie sia un settore promettente e in una fase di pieno sviluppo, bisogna valutare bene ogni possibile aspetto, da quelli economici a quelli ambientali e sociali, in modo da operare nel miglior modo possibile e nel pieno rispetto dell’ambiente e delle risorse, a breve e a lungo termine.