Agricoltura biologica, Federbio: incentivi per chi tutela l’ambiente
FederBio e Legambiente chiedono incentivi e bonus per l'agricoltura biologica, così da far sì che coloro che non inquinano possano pagare meno.
L’agricoltura biologica come chiave per contrastare i cambiamenti climatici e la desertificazione. Questo il messaggio che FederBio ha inviato in queste ore dalla Camera dei Deputati, dove la presidente Maria Grazia Mammuccini, Ufficio di presidenza FederBio e Daniela Sciarra, responsabile Filiere alimentari Legambiente hanno presentato il Rapporto Cambia la Terra 2018 “Così l’agricoltura convenzionale inquina l’economia (oltre che il Pianeta)”, poi discusso da Susanna Cenni e Filippo Gallinella, rispettivamente vicepresidente e presidente della Commissione Agricoltura della Camera, assieme ai membri del comitato dei garanti di Cambia la Terra.
A cambiare deve essere innanzitutto il sistema di bonus e incentivi, che attualmente sono per il 97% riconosciuti a forme di coltivazione che impiegano sostanze chimiche nocive per l’ambiente e la salute dell’uomo. Al contrario chi utilizza l’agricoltura biologica si trova a che fare con costi maggiori di tipo amministrativo e burocratico, ma anche relativi alla produzione senza diserbanti e alla difesa dalle contaminazioni accidentali.
FederBio e Legambiente hanno presentato anche alcuni numeri relativi alla situazione italiana, come ad esempio gli investimenti in Italia da parte della Politica Agricola Europea (PAC) nel periodo 2013-2020: 963 milioni di euro per l’agricoltura biologica, 41,5 miliardi per quella convenzionale. Necessario un netto cambio di rotta secondo Maria Grazia Mammuccini, che ha sottolineato l’importanza dell’agricoltura bio nella lotta ai cambiamenti climatici, ma anche per la salvaguardia del territorio dal rischio idrogeologico:
Occorrono scelte coraggiose, lo stato del Pianeta impone con urgenza di lasciare alle spalle metodi di produzione a forte impatto ambientale. Per questo è necessario puntare ad aumentare le superfici coltivate con il metodo biologico; per garantire il contrasto al cambiamento climatico, la tutela del suolo, della biodiversità e della salute dei cittadini. Ma puntare sull’agricoltura biologica è anche una opportunità strategica di sviluppo per le aziende agricole e di occupazione per i giovani.
C’è chi è preoccupato e reagisce in malo modo perché il biologico e il biodinamico si stanno rapidamente affermando, guadagnando posizioni sul mercato e mettendo sempre più in evidenza che il modello di agricoltura basato sull’uso intensivo della chimica di sintesi e sull’ingegneria genetica è ormai superato. Ma la realtà è questa, e oggi la vera innovazione anche in ambito scientifico è seguire l’approccio agroecologico per coltivare in armonia con la natura.
Come riferito dalle due associazioni in una nota, queste le indicazioni fornite dal Rapporto Cambia la Terra 2018 alla politica italiana:
Occorre quindi passare a un sistema di incentivi che tenga conto dell’importanza dei servizi forniti dall’agricoltura biologica: suolo, acqua e aria puliti; assorbimento del carbonio atmosferico e quindi lotta al cambiamento climatico; difesa della biodiversità; conservazione dei suoli. Occorre passare dal pagare i modelli di produzione agricola e zootecnica inquinanti a sostenere quelli che forniscono cura dell’ambiente, del paesaggio e anche dell’occupazione (nel biologico il lavoro incide per circa il 30% in più sulla produzione lorda vendibile rispetto al convenzionale). Occorre dare luogo alle dichiarazioni di principio e investire con decisione in agricoltura pulita, passando dal 15,4% di superficie coltivata a bio in Italia a fine 2017 al 40% di campi biologici entro il 2027, a conclusione del periodo di programmazione della nuova PAC.