Agricoltura biologica: 6% in più di campi coltivati in Italia
Cresce in Italia la superficie agricola coltivata con il metodo di produzione biologico.
Mentre la coltivazione degli OGM riporta una sonora sconfitta, con la recente distruzione dei campi seminati illegalmente in Friuli-Venezia Giulia, il biologico in Italia continua a crescere.
Secondo gli ultimi dati forniti dall’ISPRA nell’annuario dei dati ambientali, dal 2011 al 2012 nel nostro Paese la superficie agricola coltivata con il metodo biologico è aumentata del 6%. Una percentuale che corrisponde a qualcosa come un milione e 200 mila ettari bio in più. Oggi in Italia la superficie adibita a coltivazioni biologiche ha superato il 9% di quella totale.
L’aumento delle coltivazioni bio è dovuto all’incremento della domanda di prodotti più sicuri, rispettosi dell’ambiente, nutrienti e meno contaminati. Anche in tempi di crisi gli italiani non risparmiano sulla qualità del cibo e sono sempre più intimoriti dai prodotti di dubbia provenienza. Non è un caso che sia i prodotti bio che quelli doc e dop non abbiano subito cali nei consumi, a differenza di altri comparti dell’agroalimentare.
Soddisfatta della crescita e della tutela del biologico in Italia è l’AIAB, l’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica. Il presidente Vincenzo Vizioli ha commentato i dati dell’ISPRA, ricordando anche le ricadute occupazionali della filiera bio:
Il biologico è la risposta ai problemi della sicurezza alimentare e ambientale, ed è uno dei pochissimi settori in controtendenza rispetto alla crisi anche in termini di esportazione. Non a caso, assieme agli ettari dedicati all’agricoltura organica, cresce del 3% anche il numero degli addetti.
Vizioli ha espresso preoccupazione per le numerose truffe e falsificazioni che procurano al bio made in Italy un grave danno di immagine, ma si è detto fiducioso nel lavoro degli organismi di controllo italiani, che sgominano di continuo contraffazioni alimentari, ultima quella del falso olio extravergine di oliva sequestrato in Puglia.
Per rispettare non solo l’ambiente e i consumatori, ma anche i lavoratori, di recente l’AIAB ha avviato il progetto Cibi liberi da sfruttamento. I consumatori sapranno quanto viene pagata la manodopera nei campi da cui provengono le materie prime dei prodotti finali. Come ha sottolineato Vizioli:
Biologico non significa solo rispettare la naturale produttività dei suoli e aumentare la qualità dei prodotti: non c’è biologico senza giustizia sociale e rispetto delle regole.