Acqua pubblica: il governo rende di fatto nullo il referendum
Spallata del governo al referendum sull'acqua pubblica. Il nuovo sistema di gestione sarà affidato all'Autorità dell'acqua, opportunamente riformata
Dopo il nucleare, il governo ha deciso di dare una spallata al referendum sull’acqua pubblica. Nel Decreto Sviluppo, esaminato ieri dal Consiglio dei Ministri, è stata infatti inserita una norma che ha come obiettivo la riforma della vecchia Autorità per l’acqua.
Il 12 e 13 giugno si voterà su quattro referendum, due dei quesiti oggetto di consultazione riguardano appunto l’acqua pubblica. In particolare, il primo quesito chiede l’abrogazione dell’articolo 23bis della Legge n. 133/2008, relativo alla privatizzazione dei servizi pubblici di rilevanza economica, mentre il secondo l’abrogazione dell’art.154 del Decreto legislativo n. 152/2006, cioè del sistema secondo cui la tariffa per il servizio idrico è determinata sulla base dell'”adeguatezza della remunerazione del capitale investito”.
Dopo le indiscrezioni circolate nei giorni scorsi, ora arriva la certezza: il Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, è riuscito a introdurre una norma secondo la quale a svolgere le funzioni di regolazione, soprattutto tariffaria, del nuovo sistema di gestione dell’acqua pubblica sarà l’attuale Commissione Nazionale per la Vigilanza sulle Risorse Idriche (CONVIRI).
Il ministro Prestigiacomo ha espresso la sua soddisfazione per la decisione del Consiglio dei Ministri:
L’istituzione dell’autorità per l’acqua, nell’ambito del decreto sviluppo rappresenta un grande traguardo a difesa di tutti i cittadini e della risorsa-acqua. In un sistema moderno di governance delle risorse idriche in cui la proprietà del bene-acqua resta inequivocabilmente pubblica e dove, già da anni, operano e opereranno sempre più i privati, anche con aziende quotate in borsa, era necessario completare la riforma creando un organismo di controllo forte. Ci saranno più garanzie per cittadini e per l’ambiente, più poteri regolatori sulle tariffe e sanzionatori per perseguire ogni possibile abuso.
Quale sarà ora il destino dei quesiti referendari sull’acqua? Per Stefano Saglia, sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico, non ci sono dubbi:
Il referendum non è superato legalmente ma lo sarà nei fatti.
Di parere completamente opposto il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli:
I referendum si faranno lo stesso nonostante i ladri di democrazia siano tornati in azione.
Come nel caso del referendum nucleare, l’ultima decisione spetta naturalmente alla Cassazione.