Acqua, inquinamento da nitrati: per l’Italia nuova infrazione UE
Infrazione UE per l'Italia riguardo l'inquinamento dell'acqua da nitrati, Legambiente chiede al governo interventi immediati.
Fonte immagine: Foto di Artur Pawlak da Pixabay
Inquinamento da nitrati per l’acqua in Italia, tanto da far scattare una nuova procedura di infrazione UE. Una notizia rimarcata da Legambiente, che plaude alla ricezione (da parte dell’Unione Europea) delle diverse denunce presentate.
L’Italia risulta ancora in ritardo, sottolinea l’Unione Europea, nella ricezione della direttiva UE sull’inquinamento delle fonti idriche da nitrati d’origine agricola. Le misure sono state introdotte solo parzialmente all’interno dell’ordinamento italiano, da qui il nuovo richiamo da parte dell’UE.
La nuova messa in mora dell’Italia da parte delle istituzioni europee non ha sorpreso Legambiente, che da anni denuncia i ritardi nell’aggiornamento delle normative di settore:
La nuova messa in mora del nostro Paese da parte dell’Unione europea non arriva inaspettata, di sicuro non per noi che abbiamo segnalato queste condotte a Bruxelles. Pone ancora una volta all’attenzione del Governo italiano il problema strutturale riguardante in modo particolare la gestione dei reflui zootecnici in Pianura Padana (e non solo), che presenta livelli di carico ambientale incompatibili con la qualità delle acque definita a livello comunitario.
Lo spandimento di liquami nel periodo invernale deve restare vietato ed è grave che le condotte da noi denunciate, in aperta violazione delle normative europee, siano state messe in atto dalle Regioni con il formale benestare del Ministero dell’Agricoltura. I reflui zootecnici devono diventare l’alimentazione dei digestori anaerobici per la produzione di biometano con cui alimentare i trattori agricoli di nuova generazione e i mezzi pesanti che trasportano i prodotti dell’agroalimentare dal terreno agricolo ai punti vendita. Solo così si potrà trasformare il problema dei reflui della zootecnia in una grande opportunità per decarbonizzare la filiera agricola del nostro Paese.
Acqua e inquinamento da nitrati, Italia messa in mora già nel 2018
Come ha ricordato anche Legambiente, l’Italia era stata messa in mora già nel corso del 2018. In quell’occasione le autorità europee avevano chiesto al governo italiano di garantire stabilità nei monitoraggi delle acque rispetto ai nitrati, oltre a definire e tutelare le aree più a rischio.
Anche attraverso eventuali strette sugli agricoltori e sulle varie pratiche che potrebbero impedire il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla direttiva 91/676/CEE. Diverse le criticità emerse negli anni secondo Damiano Di Simine, coordinatore della presidenza del comitato scientifico nazionale di Legambiente:
Già lo scorso inverno avevamo contestato la circolare del MIPAAF che per venire incontro agli allevatori del Nord aveva autorizzato l’impiego di liquami anche nei mesi in cui vige il divieto di spandimento, denunciando inoltre alla Commissione europea la supposta violazione di ben quattro direttive comunitarie, in materia di acque, aria, rifiuti e inquinamento da nitrati, e rilevando in Lombardia il picco di inquinamento da ammoniaca e polveri sottili proprio nei giorni in cui la Regione ha disposto la possibilità di spandimento di reflui zootecnici.
È evidente come si sia autorizzata una pratica che equivale ad uno smaltimento su superfici agricole, al di fuori delle regole comunitarie e che non può essere spacciato per fertilizzazione, dal momento che in inverno non ci sono coltivazioni in grado di utilizzare i nutrienti delle deiezioni. Le aziende che affogano nei liquami e che non dispongono né di superfici agricole sufficienti per gestirne lo spandimento, né di volumi adeguati ad assicurarne lo stoccaggio nella stagione del riposo vegetativo, devono attrezzarsi diversamente con le soluzioni tecnologiche oggi disponibili sul mercato.