Acido cloridrico: cos’è, dove si trova e perché evitarlo
Che cosa fa l'acido cloridrico, dove si può trovare e quali sono i potenziali rischi ad esso legati: tutto quello che c'è da sapere su questa sostanza.
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Cos’è l’acido cloridrico, dove si trova e quali rischi comporta: è indispensabile saperlo per preservare la salute propria e di chi ci circonda. Nonostante gli usi – domestici, alimentari e industriali – di tale sostanza siano numerosi, non bisogna sottovalutare il fatto che sia potenzialmente pericoloso.
È altamente corrosivo e irritante, pertanto richiede determinate precauzioni, tuttavia, se adoperato con tutte le accortezze del caso, può risultare utile per le pulizie domestiche e non solo. Ecco tutto quello che c’è da sapere a riguardo.
Cos’è l’acido cloridrico
L’acido cloridrico è un idracido di formula HCl composto da idrogeno e cloro, un gas a temperatura e pressione ambiente. È un acido minerale forte e monoprotico. A temperatura ambiente si presenta come un gas da incolore a leggermente giallo, corrosivo, non infiammabile, più pesante dell’aria.
Il suo odore è forte, irritante per le narici. Una volta esposto all’aria dà vita a vapori densi e corrosivi di colore bianco.
È comunemente usato come reagente chimico ed è un acido forte che si dissocia completamente in soluzione acquosa. È anche il componente principale dell’acido gastrico, l’acido prodotto naturalmente nello stomaco umano per aiutare nella digestione del cibo.
Viene diffusamente usato nel campo dell’industria: è infatti anche prodotto sinteticamente per una varietà di applicazioni industriali e commerciali. Come si ottiene l’acido cloridrico? Si prepara sciogliendo acido cloridrico in acqua. Questo può essere generato in molti modi.
Che differenza c’è tra acido muriatico e acido cloridrico?
A differenza di quanto si pensi, acido cloridrico non è sinonimo di acido muriatico. Se vi aspettate di definirlo con questo altro nome vi sbagliate. Tra i due prodotti, seppur molto simili, esiste una leggera differenza. Questa sta nella diversa composizione.
L’acido cloridrico è composto solo da molecole di HCl, mentre l’acido muriatico è composto da impurità e molecole di HCl.
Storia dell’acido cloridrico
Un cenno merita la sua storia. L’acido cloridrico fu scoperto per la prima volta intorno all’800 d.C. dall’alchimista Jabir ibn Hayyan (Geber), mescolando sale comune con vetriolo (acido solforico). Era inizialmente chiamato acidum salis, acido muriatico e acquavite di sale in quanto prodotto da salgemma e vetriolo verde.
Successivamente, venne prodotto a partire dal sale comune chimicamente simile e dall’acido solforico. Fu descritto ufficialmente per la prima volta nel XVI secolo salvo poi essere utilizzato da diversi chimici – Glauber, Priestley e Davy tra questi – nell’ambito delle loro ricerche scientifiche.
Dove si trova l’acido cloridrico
Dove si può trovare acido cloridrico? Come abbiamo anticipato, l’acido cloridrico si trova naturalmente nello stomaco. Anche se in minime quantità, quelle necessarie alla digestione. Ma è reperibile anche in natura. Può essere rilasciato dai vulcani specie nell’ambito delle eruzioni.
Volendolo acquistare possiamo trovarlo nei supermercati e nei negozi specializzati in prodotti per la casa. Si trova generalmente in forma liquida in bottiglie – rigorosamente di plastica, non di metallo per la sua natura corrosiva – da 1 litro circa. Reperibile anche on line su siti generici e su e-commerce specializzati.
Acido cloridrico e stomaco
Una volta appurati, come approfondiremo da qui a breve, i numerosi rischi legati alla sostanza, viene spontaneo chiedersi come l’acido cloridrico nello stomaco non provochi danni. Ebbene, esso costituisce la maggior parte dell’acido gastrico, viene secreto dalle cellule parietali le quali contengono una vasta rete secretoria dalla quale l’HCl viene diffuso dello stomaco.
Ma esistono dei meccanismi di sicurezza che prevengono il danneggiamento del rivestimento del tubo digerente.
Tra questi citiamo i regolatori negativi del suo rilascio, lo spesso strato di muco che ricopre l’epitelio ed il bicarbonato di sodio secreto dalle cellule epiteliali gastriche e dal pancreas. È solo nel caso in cui uno o più di tali meccanismi falliscano che si può incorrere in bruciore di stomaco o ulcera peptica.
Inconveniente che può essere trattato con successo grazie all’assunzione dei farmaci chiamati inibitori della pompa protonica.
Acido cloridrico, usi
A cosa serve e che cosa fa l’acido cloridrico? Essendo corrosivo, viene utilizzato industrialmente per la lavorazione dell’acciaio destinato all’uso nell’edilizia e non solo. Lo si sfrutta anche nell’industria chimica nella produzione di cloruro di vinile, usato a sua volta per produrre plastica in cloruro di polivinile (PVC).
Serve anche per produrre schiuma di poliuretano e cloruro di calcio. Ma i suoi usi non finiscono qui. Ad esempio, si utilizza anche produzione di sostanze di cloruri, fertilizzanti e coloranti, e come disinfettante e anticalcare.
Vi si ricorre nelle operazioni volte alla rimozione della ruggine e di altre impurità dall’acciaio, per preparare quest’ultimo all’uso nella costruzione delle carrozzerie delle auto e degli elettrodomestici. Infine, viene utilizzato nella produzione di batterie, lampadine per flash e fuochi d’artificio. Ma anche nella lavorazione della pelle e nella produzione di prodotti a base di gelatina.
Miscelato o fatto reagire con il calcare, produce cloruro di calcio, un sale efficace per sbrinare le strade, utile come agente stabilizzante e rassodante nella produzione alimentare e come agente antimicrobico.
Uso domestico
In quanto all’uso domestico dell’acido cloridrico – così come l’acido citrico – si trova diffusamente nei detergenti per la casa. Tra questi rientrano i prodotti per la pulizia dei water e dei sanitari in genere, delle piastrelle del bagno e della porcellana.
A renderlo adatto a tali materiali sono le sue proprietà corrosive, efficaci anche contro le macchie più difficili da trattare. È ampiamente utilizzato nelle operazioni di pulizia e sanificazione delle piscine.
Tra l’altro, ha la capacità di mantenere un pH ottimale nell’acqua. Non è un caso che l’acido cloridrico venga spesso sfruttato per regolare l’acidità delle soluzioni acquose.
In ambito di pulizie domestiche – come Wikipedia conferma – è utile per:
- Pulire dopo la posa di pavimenti resistenti agli acidi per eliminare tracce di cemento e stucco
- Pulire le pietre
Uso alimentare
Può sorprendere, ma svolge un ruolo importante anche nell’ambito della produzione alimentare. Vi si ricorre come stabilizzante e agente rassodante, specie nei prodotti da forno ma anche in una grande varietà di prodotti alimentari.
Ad esempio lo si usa per elaborare bibite, biscotti, cereali e perfino il Ketchup. L’acido cloridrico è usato come acidificante in salse, succhi a base di verdure e prodotti in scatola. In questi ha lo scopo di migliorare il sapore e ridurre il deterioramento. Interessante è il suo uso come antimicrobico.
Rischi acido cloridrico, perché evitarlo
In soluzione acquosa è un liquido fortemente corrosivo, che deve essere maneggiato con attenzione. A temperatura ambiente si presenta gassoso ed incolore, dall’odore e dall’azione irritante. Nonostante i suoi molti e utili usi, ricordiamo che l’acido cloridrico è pericoloso per tutta una serie di rischi ad esso legati.
È corrosivo per gli occhi, la pelle e le mucose. L’esposizione acuta a breve termine per inalazione può causare irritazione e infiammazione agli occhi, al naso e alle vie respiratorie. Nonché edema polmonare nei casi più gravi.
L’esposizione orale acuta, invece, può causare corrosione delle membrane mucose, dell’esofago e dello stomaco. Può provocare danni agli occhi e persino cecità nei casi gravi. A contatto con la pelle, invece, può produrre gravi ustioni, ulcerazioni e cicatrici.
Chi sia a contatto a lungo termine con tale sostanza, magari in ambito lavorativo, può sviluppare gastrite, bronchite cronica, dermatite e fotosensibilizzazione.
Se vi state chiedendo qual’è l’acido più potente al mondo non si tratta di questo, bensì dell’acido fluoroantimonico. Deriva da una miscela di acido fluoridrico e pentafluoruro di antimonio in diverse proporzioni. Se il rapporto è di 1:1 costituisce il più forte superacido.