Accordo di Parigi: i punti salienti per la difesa del clima
L'Accordo di Parigi è un trattato internazionale firmato nel 2015, con l'obiettivo di individuare strategie comuni per la riduzione delle emissioni climalteranti e limitare l'aumento delle temperature globali a 1.5 entro il 2050, rispetto ai livelli preindustriali. L'Accordo è stato rafforzato nel 2021 con il Patto per il Clima di Glasgow, tuttavia la risposta degli Stati partecipanti appare ancora timida, tanto che si rischia di non riuscire a segnare i traguardi previsti nei prossimi decenni.
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L’accordo di Parigi rappresenta uno dei trattati internazionali più importanti, stipulato tra gli Stati Membri della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC). Firmato il 12 dicembre del 2015, il documento ha come obiettivo principale il contenimento delle temperature globali, con una serie di misure che sono state in vigore fino al 2020. Agli Accordi di Parigi ha fatto seguito il Patto per il Clima di Glasgow, firmato nel 2021. Ma quali sono i punti salienti per la difesa del clima di questa iniziativa?
Quelli firmati a Parigi sono degli accordi fondamentali per il futuro del Pianeta, poiché determinano una serie di misure pensate per contrastare i cambiamenti climatici entro il 2050. Tuttavia, a 8 anni di distanza, molto deve essere ancora fatto.
Cosa è l’Accordo di Parigi
Come già accennato, l’Accordo di Parigi è un trattato internazionale firmato il 12 dicembre del 2025, dai Paesi che partecipano alla Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici. A ratificare l’accordo sono stati ben 195 Paesi, di cui 55 responsabili dell’emissione del 55% dei gas climalteranti a livello mondiale.
Il tema principale dell’Accordo di Parigi è la riduzione delle emissioni di gas serra, per contenere la crescita delle temperature entro il 2050. A oggi, l’Iran non ha ancora firmato l’accordo, mentre gli Stati Uniti si sono ritirati nel 2020, sotto la presidenza di Donald Trump. Nel 2021, con l’arrivo alla Casa Bianca di Joe Biden, gli USA hanno deciso di ritornare all’interno degli accordi.
I punti salienti dell’Accordo di Parigi
Il trattato internazionale firmato nel 2015 ha avuto come obiettivo principale quello di stimolare la risposta degli stati mondiali ai cambiamenti climatici, accelerando lo sviluppo sostenibile e il contenimento dei gas climalteranti.
In particolare, sono stati ratificati tre obiettivi a cui ogni partecipante dovrà attenersi, considerando però anche gli sforzi per eliminare la povertà nei Paesi meno sviluppati e, soprattutto, le differenti capacità nazionali.
L’obiettivo temperatura globale
Il principale obiettivo dell’Accordo di Parigi è rappresentato dall’impegno condiviso di mantenere la crescita della temperatura mondiale al di sotto dei 2 gradi rispetto al periodo preindustriale, entro il 2050. Questo proposito si divide in due ulteriori punti salienti:
- un obiettivo di lungo periodo, dove la soglia massima di crescita della temperatura non dovrà essere superiore ai 2 gradi;
- un obiettivo di mitigazione, considerato ideale per limitare efficacemente gli effetti dei cambiamenti climatici, a 1.5 gradi.
L’obiettivo resilienza climatica
Gli Accordi di Parigi si pongono anche il proposito di aumentare la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici, introducendo il concetto di resilienza climatica. In buona sostanza, agli Stati Membri è chiesto di:
- sviluppare strategie adattive ai cambiamenti climatici;
- sposare percorsi di sviluppo che facciano sempre meno riferimento ai combustibili fossili, così da ridurre le emissioni di gas serra;
- introdurre strategie per preservare la produzione alimentare, che potrebbe appunto subire contraccolpi a causa delle modifiche del clima.
L’obiettivo finanziario
Il terzo grande obiettivo del trattato riguarda la finanza mondiale, per la promozione di nuove forme economiche che possano alimentare lo sviluppo sostenibile, la riduzione delle emissioni di gas serra e le strategie di resilienza climatica. Inoltre, gli Accordi prevedono:
- realizzare flussi di finanziamenti adeguati per sostenere la lotta al cambiamento climatico nei Paesi in via di Sviluppo, per almeno 100 miliardi di dollari entro il 2020;
- introdurre meccanismi di mercato per incentivare la riduzione delle emissioni climalteranti e renderle virtuose, anche con sistemi di compensazione economica e collaborazione internazionale;
- promuovere sistemi economici e finanziari che abbiano come colonna portante non solo la riduzione delle emissioni, ma anche la tutela ambientale, la protezione della biodiversità e l’uguaglianza su tutti i livelli.
Gli altri obiettivi
L’Accordo di Parigi prevede inoltre il raggiungimento di altri obiettivi, propedeutici ai tre principali, che si possono così sintetizzare:
- una pianificazione trasparente e dettagliata da parte degli Stati partecipanti, ad esempio con i Contributi Nazionali Determinati (NDC), che evidenziano gli sforzi che la nazione ha deciso di mettere in campo per limitare le emissioni di gas climalteranti, per adattarsi ai cambiamenti climatici e sugli investimenti in azioni di contrasto;
- la revisione periodica dell’Accordo, con piani quinquennali per il rafforzamento delle azioni già messe in atto per la mitigazione climatica.
Il punto della situazione con il Patto di Glasgow
Come già accennato, all’Accordo di Parigi ha fatto seguito il Patto per il Clima di Glasgow, ratificato nel 2021. Tra i punti salienti, raccolti nella “Dichiarazione di Glasgow”, gli Stati partecipanti hanno confermato alcuni degli obiettivi presi con l’Accordo di Parigi, introducendo poi nuovi propositi. Tra i più importanti, si elencano:
- Limitare la crescita della temperatura globale a 1.5 gradi entro il 2050, poiché soglia necessaria per evitare gli effetti più gravosi dei cambiamenti climatici;
- Intensificare entro il 2030 gli sforzi per la riduzione delle emissioni climalteranti;
- Intensificare il supporto finanziario per i Paesi in via di Sviluppo, allo scopo di contrastare i cambiamenti climatici, con 100 miliardi l’anno entro il 2023;
- Favorire lo sviluppo delle energie rinnovabili, che dovranno essere accessibili a tutti, per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili.
Accordo di Parigi: gli obiettivi verranno raggiunti?
A otto anni di distanza dall’Accordo di Parigi, vi è una fondata preoccupazione fra gli esperti sull’effettivo raggiungimento di alcuni degli obiettivi proposti per il 2050. In particolare, negli ultimi mesi diversi studi hanno espresso un certo scetticismo sull’obiettivo principale del trattato, ovvero quello del contenimento della temperatura.
Uno studio condotto dall’IPCC, ad esempio, ha evidenziato come la risposta dalle varie nazioni sia ancora decisamente timida e, senza strategie più coraggiose, la soglia di 1.5 gradi di crescita delle temperature globali verrà raggiunta nel 2040 e, entro il 2100, la colonnina di mercurio potrebbe sfiorare i 2.7 gradi in più. Per questo motivo, sono necessari sforzi internazionali più mirati, soprattutto sul fronte dei combustibili fossili e sulla diffusione delle energie rinnovabili.
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