Accordi UE sul clima, Greenpeace: ancora obiettivi al ribasso
Nuovo accordo del Consiglio UE per quanto riguarda gli obiettivi per il clima al 2030 secondo Greenpeace sono un'altra occasione sprecata.
Fonte immagine: Foto di Hans Braxmeier da Pixabay
Accordo raggiunto dal Consiglio Europeo per quanto riguarda gli obiettivi UE al 2030 sul clima. Ancora una volta un’occasione mancata secondo Greenpeace, che vede nell’esito del confronto l’ulteriore dimostrazione della mancata volontà dei governi di seguire la scienza e intervenire alla radice del problema.
Critica la posizione di Greenpeace soprattutto sul fronte delle energie considerate utili per favorire la transizione energetica. Sbagliato secondo l’associazione ambientalista includere il gas tra queste, decisione frutto della pressione esercitata in nottata da alcuni Paesi europei. Gli unici risultati che potranno essere ottenuti con questa energia saranno investimenti in attività non redditizie nel medio-lungo periodo, prosegue Greenpeace, e pericolosamente nemiche del clima:
I leader europei si sono accordati per ridurre le emissioni nette dell’UE del 55% entro il 2030 (sulla base dei livelli del 1990). L’uso del termine “nette” per definire le emissioni comporta che sarà possibile l’uso dei cosiddetti “pozzi di assorbimento”, e dunque ci sarà solo un taglio del 50,5% delle emissioni reali di settori inquinanti come l’energia, i trasporti e l’agricoltura industriale, mentre ci si affida alle foreste per assorbire abbastanza carbonio da raggiungere l’obiettivo del 55%. Questo accordo rappresenta dunque un miglioramento insufficiente rispetto agli obiettivi climatici esistenti, per i quali l’Ue dovrebbe già ridurre le emissioni del 46% nel 2030.
Clima, necessaria riduzione minima del 65%
Ignorato l’invito della comunità scientifica ad andare oltre il 55%, che chiede al contrario di raggiungere un traguardo minimo del -65% (che permetterebbe di contenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi C). Luca Iacoboni, responsabile della campagna clima di Greenpeace Italia:
I governi senza dubbio definiranno questo accordo come storico, ma la realtà è che si registra solo un piccolo miglioramento rispetto ai tagli alle emissioni che l’Ue aveva già in programma di raggiungere. È evidente che la convenienza politica ha la precedenza sulla scienza del clima, e che la maggior parte dei politici ha ancora paura di affrontare i grandi inquinatori.
Senza ulteriori azioni, il nuovo obiettivo dell’Ue in materia di clima permetterà alle compagnie petrolifere e del gas di continuare con il solito business, e non trasformerà la mobilità e i metodi di produzione del cibo con la velocità necessaria a superare l’emergenza climatica, lasciando così le persone più vulnerabili indifese rispetto agli impatti della crisi climatica.