
La seconda parte della Cop16 sulla biodiversità si è recentemente conclusa a Roma, segnando tre giorni di serrati negoziati. Le speranze di raggiungere nuovi obiettivi per la protezione del nostro Pianeta sono cresciute, ma la domanda che aleggia è se sia ancora possibile agire in tempo.
Dobbiamo trovare il prima possibile delle soluzioni efficaci per salvaguardare il nostro Pianeta © Valeria Barbi
La Cop16bis, sessione speciale della sedicesima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, ha visto una conclusione che, sebbene segnata da un successo diplomatico, è stata accompagnata da numerosi compromessi. Durante i tre giorni di trattative, si era diffusa la preoccupazione per un possibile rinvio o la necessità di un ulteriore incontro, ma alla fine si è giunti a un accordo.
Nonostante il carattere fortemente tecnico dell’incontro, la presenza di giornalisti è stata limitata, con fugaci conferenze stampa che cercavano di mantenere alta l’attenzione e le aspettative. Le discussioni si sono concentrate su temi cruciali per la salvaguardia della biodiversità.
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<figcaption id="caption-attachment-470091">Come per le precedenti edizioni Cop, si spera che i Paesi si impegnino davvero per la protezione della biodiversità © Valeria Barbi</figcaption>
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Il primo risultato della cop16
Il primo traguardo raggiunto riguarda il lancio del Fondo Cali, destinato alla condivisione dei benefici economici derivanti dallo sfruttamento del materiale genetico di specie animali, vegetali, funghi e microbi. Le aziende, in particolare nei settori cosmetico e farmaceutico, sono invitate a contribuire con l’1% dei profitti o lo 0,1% del fatturato. Tuttavia, questi contributi non possono essere resi obbligatori, quindi dipenderanno dalla volontà dei privati.
Astrid Schomaker, Segretaria esecutiva della convenzione sulla diversità biologica (Cbd), ha espresso ottimismo, affermando che potrebbero esserci già aziende pronte a donare. La Presidente della Cop, Susana Muhamad, ha sottolineato che il versamento nel Fondo Cali non deve essere visto come un atto di beneficenza, ma come un meccanismo finanziario equo volto a coinvolgere le comunità locali, in particolare le donne che custodiscono il 28% delle terre emerse.
In America Latina, dove si trova una delle biodiversità più ricche del mondo, l’80% delle aree naturali è situato o confina con i territori ancestrali indigeni. Questi luoghi ospitano specie minacciate dalle attività umane, e la crisi della biodiversità è strettamente legata alla sopravvivenza di culture e tradizioni, comprese le trecento lingue indigene a rischio di estinzione.
L’assenza del mondo politico alla cop16
Le decisioni chiave sono state prese nelle ultime ore di negoziato, il 27 febbraio, durante un pomeriggio di lavori a porte chiuse tra gruppi di delegati. La presidente Muhamad ha mostrato la sua passione e umanità, commuovendosi per il raggiunto accordo.
Il “Resource mobilization and financial mechanism” ha rappresentato un punto critico, con un documento che delinea una roadmap fino al 2030. Entro il 2028, si dovrà decidere se i finanziamenti per la biodiversità continueranno a essere gestiti dal Fondo mondiale per l’ambiente (Gef) o se verranno trasferiti a una nuova struttura sotto l’egida della Cop. La questione ha suscitato tensioni, soprattutto tra i paesi Brics, che considerano il Gef discriminatorio.
Un altro aspetto preoccupante è stata l’assenza di rappresentanti politici, compresi i padroni di casa, che non si sono presentati alla plenaria. Questo ha contribuito a un clima di sfiducia tra i negoziatori, mentre il cibo servito non rifletteva nemmeno i principi di sostenibilità tanto discussi.
Cosa succederà dopo la cop16?
Nonostante i progressi evidenti, le conferenze multilaterali sul futuro del Pianeta lasciano spesso un senso di insoddisfazione. Un milione di specie animali e vegetali è a rischio di estinzione, con il 50% che potrebbe scomparire entro la fine del secolo. Il 84% degli endemismi terrestri è minacciato dal riscaldamento globale, e la necessità di agire è urgente. La speranza è che i risultati della Cop16 possano tradursi in azioni concrete per preservare la biodiversità e il nostro Pianeta.