Il Giappone punta sul torio per il nucleare pulito
Il torio verrà studiato come possibile alternativa all'uranio dalla società elettrica giapponese Chubu. Nucleare pulito nel futuro del Giappone?
Nel futuro del Giappone potrebbe nuovamente esserci il nucleare, al torio questa volta. Secondo quanto affermato da Takashi Kamei, ricercatore dell’Università Ritsumeikan di Kyoto, uno specifico piano di ricerca è stato avviato dalla società elettrica Chubu Electric Power. Lo scopo è di arrivare a produrre energia atomica da una fonte differente rispetto al classico uranio, responsabile dei disastri di Chernobyl e Fukushima.
Il tema nucleare è inevitabilmente un argomento delicato in questi mesi per il Giappone, forte è ancora la protesta contro il riavvio delle centrali atomiche esistenti. Lo studio della Chubu Electric Power avanza l’ipotesi di utilizzare il torio, materiale che ha resa maggiore e che si sostiene possa garantire una maggiore sicurezza. Tornano quindi di stretta attualità le valutazioni su quali vantaggi e svantaggi possa comportare il ricorso a questo elemento.
Tra i punti di forza ricordiamone brevemente alcuni: maggiore resa (circa 200 volte rispetto all’uranio), impossibilità di produrre armi, durata della radioattività delle scorie stimata in qualche secolo rispetto alle centinaia di migliaia di anni per l’uranio. Nello specifico, la Chubu guarderebbe con interesse all’utilizzo di torio liquido, mentre altre società sembrerebbero più interessate a un uso più convenzionale (materiale solido raffreddato ad acqua).
Secondo la stessa Chubu, il torio rappresenterebbe il futuro dell’energia:
Consideriamo il torio come una delle possibili fonti energetiche del futuro, ma ci sono alcune sfide da affrontare prima della sua effettiva utilizzazione. Abbiamo quindi considerato l’importanza degli studi già effettuati in virtù della loro importanza a lungo termine e deciso di sostenere alcuni studi sull’utilizzo del torio.
Reattori a torio liquido MSR (Molten Salt Reactor) che rappresentano già un obiettivo ben definito per Cina e India, dove la massiccia presenza di questo elemento, unita alla praticamente totale assenza di uranio, ne farebbe una questione soprattutto economica. Nel Paese indiano in particolare è prevista nel 2012 la costruzione di una centrale alimentata con il torio, realizzata secondo le indicazioni del nostro Carlo Rubbia.