Arredare favorendo l’ambiente
Mobili di carta e legno riciclati, e per chi non può permettersi troppe spese dilaga il "riutilizzo fatto in casa" e a impatto zero
L’idea ce la da, gioco forza, la crisi attuale che ha visto un calo degli acquisti per quanto riguarda mobili e complementi.
Se in molti si rivolgono alla grande distribuzione pochi quelli che si possono permettere un acquisto mirato, che possibilmente rispetti norme precise e anche l’ambiente.
Negli ultimi anni, in particolare molti giovani designer, hanno creato articoli che potessero tenere in considerazione l’impatto di questi sull’ambiente e sulle nostre vite. Un’artista olandese, Debbie Wijskamp, si è dedicata alla costruzione di mobili di carta riciclata, e di accessori realizzati con la cartapesta. Mantenendo il loro stato grezzo e naturale, è riuscita a realizzare oggetti moderni e affascinanti.
Uno studio di architettura milanese, A4a, ha progettato negli anni mobili in cartone alveolare riciclato e riciclabile assemblati con colla all’acqua. Tra le più famose c’è la storica sedia Wiggle, progettata dall’architetto Frank Gehry per il Vitra Design Museum nel 1972.
Molte le aziende invece che utilizzano legno riciclato per creare nuovi mobili, una filosofia di vita che sta prendendo lentamente piede tra i grandi marchi sia del classico, che del moderno e design. In particolare è l’etnico che favorisce l’utilizzo di legni naturali e poco trattati con solventi, mantenendo inalterate le proprietà del prodotto primario. L’artista norvegese Amy Hunting si è specializzata in mobili ottenuti da un vero e proprio patchwork di legni avanzati.
Per chi invece non può soddisfare economicamente il proprio gusto per il design, può sempre ricorrere al riciclo hand-made. Il concetto è quello di riportare in vita vecchi mobili e complementi, magari eredità scomode di parenti lontani e quindi vecchi e brutti. Oppure setacciando le discariche della differenziata, dove è possibile reperire sedie, comodini, tavolini da sistemare e riportare a nuova luce. Da riverniciare e tappezzare con nuove stoffe, magari combinandoli con materiali poveri e di recupero, o con carte da parati dai colori di tendenza.
Lo stesso tipo di filosofia è affrontato dal design africano e un esempio è la designer Katie Thompson che realizza oggetti dal gusto vintage, stravolgendone l’uso.