Fukushima: radiazioni ancora alte, livelli 10 volte il limite
Fukushima, la centrale nucleare di Daiichi fa registrare nuovi livelli record di radiazioni. Smentite le rassicurazioni governative sulla stabilità.
La centrale nucleare di Fukushima è sempre più instabile. A dimostrarlo i risultati delle ultime rilevazioni condotte in merito ai livelli di radioattività emessi dal reattore numero 2 e all’altezza delle acque di raffreddamento presenti nello stesso impianto, molto inferiore rispetto a quanto precedentemente ipotizzato.
Il reattore n.2 della centrale di Fukushima Daiichi sembra voler ancora una volta smentire il Governo di Tokyo in merito alla supposta stabilità dell’impianto. La radioattività registrata è dieci volte superiore al limite massimo considerato “mortale”, mentre dalle misurazioni precedenti risultava pari “solo” a sette volte. Anche i valori delle acque di raffreddamento fanno dormire sonni tutt’altro che tranquilli ai giapponesi: la stima di 10 metri del livello residuo è stata prontamente spazzata via dai valori empirici, pari appena a 60 centimetri.
Secondo quanto riportato dal Washington Post le verifiche riguarderebbero appunto soltanto il reattore n.2, mentre ancora sconosciute sono le reali condizioni degli altri due:
Le esatte condizioni degli altri due reattori, dove l’esplosione di idrogeno ha danneggiato gli edifici, sono ancora sconosciute. Delle simulazioni hanno tuttavia indicato come nel reattore numero 1 ci sia più carburante all’interno, mentre nel numero 3 le radiazioni sarebbero più elevate.
Le preoccupazioni riguardano però non soltanto la situazione delle radiazioni dell’area circostante, ma anche la contaminazione marina. Gli interventi operati nei mesi scorsi per individuare e chiudere la falla che causava il costante riversamento di acque radioattive nel mare non sembrano aver dato gli esiti sperati: anche dopo l’intervento di manutenzione le perdite risulterebbero in atto.
Quanto emerso è in forte contrasto con le rassicurazioni diffuse dal Governo giapponese, che ha annunciato pochi giorni fa il buon esito degli stress test sulle centrali ancora attive e la possibilità a breve di poter tornare al nucleare con un sufficiente grado di sicurezza. La sfiducia dopo il disastro del marzo 2011 è però grande e questi nuovi dati potrebbero complicare i piani dei nuclearisti nipponici per il definitivo ritorno all’atomo del Giappone