Inquinamento da polveri sottili: solo 7 Paesi rispettano le linee guida OMS
L'inquinamento da polveri sottili è un problema che ci riguada da vicino, e che mette a rischio la nostra salute. Secondo uno studio, solo 7 Paesi rispettano le linee guida OMS in termini di emissioni di particolato nell'aria.
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L’inquinamento da polveri sottili è un problema che affligge città e Paesi in tutto il mondo. Tuttavia, alcune aree presentano maggiori criticità rispetto ad altre. Sono 7, secondo uno studio condotto dalla società svizzera di tecnologia della qualità dell’aria IQAir, i Paesi che hanno registrato migliori risultati e che hanno soddisfatto ampiamente i limiti stabiliti dall’OMS nel 2023. Ma che rischi si corrono per la salute a causa delle polveri sottili? E perché è tanto difficile arginare questo particolare problema?
Per rispondere a queste domande, è prima necessario ricordare cosa si intende quando parliamo di “polveri sottili”. Vediamo brevemente di cosa si tratta e cosa provocano queste particelle.
Polveri sottili: cosa sono, da cosa sono prodotte e dove si trovano
Quando parliamo di “polveri sottili” ci riferiamo essenzialmente a quelle minuscole particelle presenti nell’aria che respiriamo quotidianamente. Tali particelle sono anche dette “particolato atmosferico”, meglio note con le sigle PM2,5 e PM10, una sorta di pulviscolo che comporta gravi danni per la nostra salute.
Tali sostanze, infatti, sono connesse a un rischio maggiore di morti premature, in quanto possono penetrare nelle vie respiratorie e causare lo sviluppo di malattie cardiache o polmonari anche mortali. Sebbene le polveri sottili abbiano un’origine sia naturale che antropica, sono le attività umane le principali responsabili dell’emissione di tali sostanze nell’aria che respiriamo.
L’emissione di particolato è infatti connessa ad attività antropiche come utilizzo di combustibili fossili, il traffico automobilistico, il riscaldamento degli edifici e i processi industriali.
Particolato: i limiti stabiliti dall’OMS
Per arginare il problema legato alla presenza di polveri sottili nell’aria, sono state avviate numerose iniziative e imposti determinati limiti alle emissioni. L’OMS, ad esempio, ha stabilito che la media giornaliera di PM10 non deve superare i 45 µg/m³ (mentre la media annua è di un massimo di 15 µg/m³). Per quanto riguarda il PM2,5, la media giornaliera è di 15 µg/m³, mentre quella annua è di massimo 5 µg/m³.
Ebbene, stando al rapporto annuale redatto dall’azienda, che ha preso in esame più di 30.000 stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria in 134 paesi e Regioni, sarebbe emerso che solo 7 di questi rispettano i limiti stabiliti dall’OMS in termini di emissioni.
Purtroppo, però, non tutti i Paesi del mondo sono stati monitorati in maniera capillare, in quanto spesso mancavano le apposite stazioni di controllo della qualità dell’aria.
Inquinamento da polveri sottili: i Paesi più inquinanti e quelli meno inquinanti
Ma vediamo la classifica di merito (e di demerito) riguardo l’emissione di particelle sottili. Al vertice della classifica, fra i Paesi più virtuosi, spiccano:
- Australia
- Estonia
- Finlandia
- Grenada
- Islanda
- Mauritius
- Nuova Zelanda.
D’altro canto, tra i Paesi in cui si registra una qualità dell’aria nettamente peggiore vi sono il Bangladesh (con una concentrazione di polveri sottili più di 15 volte maggiore rispetto ai limiti stabiliti dall’OMS), il Pakistan, l’India, il Tagikistan, Burkina Faso, l’Iraq e gli Emirati Arabi Uniti.
Sono questi i Paesi che si collocano negli ultimi posti della classifica, con livelli massimi di PM₂,₅ che superano anche di 10 volte o più i limiti stabiliti dall’OMS.
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