Cop28, record di lobbisti dei combustibili fossili a Dubai
Almeno 2.456 lobbisti del settore dei combustibili fossili sono presenti alla COP28: la denuncia e i dati di Kick Big Polluters Out.
Lo spettro dei lobbisti dei combustibili fossili aleggia sulla COP28 di Dubai come mai era accaduto prima. Nelle stesse ore in cui la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici entrava nella sua settima giornata di lavori, la denuncia di Kick Big Polluters Out (KBPO) iniziava a diffondersi a macchia d’olio sugli organi di stampa di tutto il mondo: alla COP28 sono stati ammessi almeno 2.456 lobbisti del settore dei combustibili fossili, quattro volte il numero dei lobbisti presenti lo scorso anno alla COP27 di Sharm el-Sheikh.
Kick Big Polluters Out (KBPO), la coalizione composta da oltre 450 organizzazioni del mondo che chiedono a gran voce che non venga più permesso ai grandi inquinatori di decidere quali sono le azioni da intraprendere per contrastare i cambiamenti climatici, ha pubblicato il report stilato grazie ai dati pubblici diffusi dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici relativamente alla COP28 in corso dal 30 novembre scorso.
Dati alla mano i lobbisti dei combustibili fossili, giunti in massa all’evento di Dubai presieduto da sultano petroliere Al Jaber, superano e di molto il numero complessivo dei delegati delle 10 nazioni più vulnerabili ai cambiamenti climatici (Somalia, Chad, Niger, Guinea-Bissau, Micronesia, Tonga, Eritrea, Sudan, Liberia, Isole Solomon): 2.456 i primi, 1.509 i secondi.
I lobbisti giunti a Dubai per influenzare le decisioni, gli impegni presi durante i lavori e gli eventuali accordi in fase di raggiungimento si muovono per conto di colossi come Shell, Chevron e ExxonMobil. Come ci si può aspettare che un evento così importante possa concludersi con degli impegni concreti a favore del Pianeta di fronte a una presenza così importante di lobbisti del greggio? L’attivista del clima Muhammed Lamin Saidykhan di Climate Action Network International ha ben riassunto la gravità della situazione:
Il 2023 è stato un anno senza precedenti. Temperature record, emissioni record e adesso vediamo una presenza record di grandi inquinatori ai colloqui sul clima delle Nazioni Unite. La finestra per preservare un pianeta vivibile si sta chiudendo rapidamente. Allo stesso tempo un numero sempre maggiore di grandi inquinatori è autorizzato a girovagare per questo summit che le comunità in prima linea non possono permettersi di fallire di nuovo.
Ad oggi, a conti fatti, dalla COP28 sono arrivate tante promesse, ma nessun impegno concreto dei Paesi che più di altri contribuiscono all’inquinamento del Pianeta a ridurre il loro impatto sull’ambiente. Le speranze, seppur minime, che di fronte agli eventi catastrofici sul fronte climatico i 197 Paesi coinvolti avrebbero potuto raggiungere un accordo su una graduale, decisa e vincolante eliminazione delle fonti fossili si fanno sempre più flebili col passare delle ore.