Microalghe: tutti i benefici per il futuro del pianeta
Da biomedicina a biorisanamento, passando per il trattamento delle acque, le microalghe sono protagoniste della moderna ricerca scientifica. Tali microrganismi sono infatti fonte di nutrienti e composti attivi in grado si svolgere una serie di funzioni per l'ambiente e la salute umana. In corso troviamo innumerevoli studi che le riguardano, alcuni sovvenzionati dall'Unione Europea.
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Non solo clorella e spirulina nel mondo variegato delle microalghe, dove troviamo anche Scenedesmus, Spirogyra e Chlamydomonas, per citarne solo alcune. Ma se le prime due hanno una fama che le precede, forse per le altre serve un attimo di concentrazione per capire le loro funzioni. Un piccolo spoiler: sono grandi amiche di salute e ambiente.
Ma cosa sono le microalghe? Il termine identifica quegli organismi unicellulari che possono crescere in ambienti acquatici e adoperare luce e anidride carbonica, o CO2, per la loro sopravvivenza e la creazione di biomasse. Il che ne ha delineato le potenzialità come fonti alternative di biocarburante.
Al loro interno infatti troviamo un’interessante scorta di lipidi e acidi grassi, che possono diventare parte integrante dei processi di produzione dei biodiesel. Al contrario, le colture oleose, come la palma o la colza, non potrebbero contribuire allo stesso modo a sostituire i combustibili fossili. Le microalghe invece sì, per un motivo assai semplice.
Di fatti, basterebbe impiegare tra l’1 e il 3% della superficie coltivata totale degli Stati Uniti per ottenere una biomassa algale in grado di rispondere al 50% di fabbisogno di carburante per i trasporti. Le palme da olio occuperebbero invece un 24% delle superfici per raggiungere il medesimo risultato.
Le microalghe: cacciatrici di CO2
Se impieghiamo la spirulina o la clorella per la nostra salute, visto il loro interessante profilo nutrizionale, ci farà piacere sapere che queste e le altre cugine sono alleate del pianeta. Lo sappiamo, le piante sono polmoni verdi che assorbono l’anidride carbonica per rilasciare ossigeno. Ma ci sono due limiti da considerare.
Il primo è che la fissazione fotosintetica della CO2 non è sempre ottimale, il secondo è che servono grandi terreni per riuscire a piantare alberi in grado di ripulire l’aria dalle scorie. Le alghe non risentono di questi problemi, in quanto hanno una maggiore capacità di fissazione dell’anidride carbonica, ma anche una maggiore velocità e non devono essere sacrificati terreni arabili per la loro crescita.
Il biorisanamento delle acque
Le microalghe sembrano essere ottime nel tollerare vari tipi di inquinanti, tra cui i metalli pesanti e nell’eliminarli in modo efficiente. L’assorbimento di questi elementi si traduce in produzione di biomassa, che viene adoperata per produrre vari tipi di biocarburanti con un impatto positivo sull’economia e sul pianeta.
Ma le microalghe sono anche alla base di processi di pulizia idrica delle acque reflue farmaceutiche, un metodo sostenibile ed economico per il loro biorisanamento. A causa della diversa natura dei contaminanti farmaceutici, gli attuali metodi di trattamento si sono dimostrati inadeguati.
Al contrario, l’uso delle microalghe nel biorisanamento delle acque reflue farmaceutiche ha guadagnato attenzione scientifica. Da recenti studi appare come il loro impiego, integrato con i più tradizionali metodi, come le cellule a combustibile microbiche e il processo di ossidazione avanzata, sia più efficace rispetto ai soli trattamenti standard.
L’UE e il progetto Algae4IBD
Da un beneficio all’altro, le microalghe sono anche valide alleate della nostra salute, come conferma un progetto sostenuto dall’Unione Europea. Si tratta di Algae4IBD, che studia gli effetti buoni di questi microrganismi sui pazienti affetti da malattie infiammatorie, specie quelle intestinali.
L’IBD è un’infiammazione cronica dell’apparato digerente e può includere sintomi come diarrea, sanguinamento rettale e forte dolore addominale. Tra le proprietà biologiche delle microalghe si contano attività antiossidanti, prebiotiche, antinfiammatorie e modulanti del dolore, che potrebbero aiutare a migliorare la qualità della vita dei pazienti.
Ma ci sono dei limiti, in quanto, nonostante i vantaggi e il potenziale di molte microalghe, in Europa esistono solo circa 87 imprese di produzione. Altre 213 aziende europee coltivano esclusivamente la spirulina, alga blu verde che cresce sia in acqua dolce che salata.
Il problema è dovuto ai vincoli commerciali che ostacolano lo sviluppo del settore. I costi di produzione sono elevati, anche per le specie più produttive, in quanto l’essiccazione della biomassa prodotta richiede un esborso economico alto, aumentando il prezzo del prodotto finale. Ma se il futuro è verde, ci auguriamo che questi ostacoli si possano superare.
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