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Dove buttare l’olio del tonno

Ci sono rifiuti alimentari, come l'olio del tonno, che spesso non sappiamo come o in quale bidone conferire. Ma tali dubbi sono leciti e comuni in questo caso, in quanto tutte le conserve sott'olio ci fanno chiedere in che modo eliminare le rimanenze. La risposta a questa domanda non è scontata, ma di certo lavandino, wc e orto domestico non sono i luoghi giusti in cui gettarlo.

Dove buttare l’olio del tonno

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Non sempre è semplice capire dove buttare l’olio del tonno e delle conserve sottolio in generale, ma per una corretta raccolta differenziata, lo dobbiamo sapere. Il lavandino e lo scarico del bagno non sono la soluzione, va ricordato. Ma anche il terreno del giardino, dove qualcuno lo versa pensando che non causi conseguenze ambientali.

Al contrario, gli oli commestibili, anche se non sono fritti, non possono essere dispersi nell’ambiente, in quanto possono causare danni alle falde acquifere e al suolo. Ma non rientrano nella categoria di cibi da gettare nel bidone dei rifiuti organici, in quanto potrebbero alterare il compostaggio.

Da qui la domanda sul corretto modo per conferire l’olio del tonno, nel pieno rispetto di terra e corsi d’acqua, ma anche delle disposizioni previste dal comune di residenza. In questo caso, infatti, i metodi di riciclo possono variare a seconda della città e delle scelte fatte dall’amministrazione pubblica del luogo.

Se, come detto, questo rifiuto non può essere gettato nel lavabo della cucina o nella terra del giardino, regola che vale in ogni parte della nazione, va compreso dove si possa conferire a seconda di dove abitiamo. Un giro sul sito del comune dove viviamo può levarci ogni dubbio.

Dove buttare Tetrapak
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Dove buttare l’olio del tonno e delle conserve

Gli oli esausti, anche se non sono fritti, hanno un tipo di riciclo differente rispetto ai rifiuti alimentari che di norma gettiamo nell’umido. Si tratta infatti di rifiuti non biodegradabili, che non possono essere conferiti con l’organico. E sono inquinanti, per questo non possono essere gettati nel water o nel terreno.

Ma allora, dove buttare l’olio del tonno o degli altri cibi sottolio? Il primo modo per riciclare è di non gettare, ma invece adoperando quel condimento in altra maniera. Se è olio d’oliva, a maggior ragione, è possibile versarlo sui crostini, o per insaporire insalate, in caso di polpette di pesce, o di ricette dove la sapidità non stona.

L’olio extravergine di oliva che spesso è adoperato per il tonno di una certa qualità, ha la dote di vantare un profilo nutrizionale interessante. Da alcune ricerche scientifiche è risultato fonte di acidi grassi omega 3 e vitamina D, il che fa comprendere il valore nutritivo di questo condimento.

Se però volessimo buttare l’olio del tonno, che magari non è di oliva, ma un misto di oli vegetali differenti, le soluzioni da valutare sono due. La prima è di avere delle bottiglie in casa dove versare gli oli esausti, che andremo poi a conferire nei centri di raccolta, o nelle isole ecologiche, del nostro comune.

La seconda opzione è cercare le campane per oli alimentari esausti che spesso troviamo nei centri commerciali o in zone adibite a queste raccolte. Il comune, o le aziende private, ne predispongono la presenza in giro per la città, in modo da permettere agli utenti di versare tali rifiuti, che non saprebbero come e dove conferire.

Dagli oli esausti ai biocarburanti

Se ci stiamo domandando cosa accada a questi oli alimentari, dopo che le aziende di smaltimento li hanno presi in carico, la risposta, forse inattesa, è realmente ecologica. Di solito li si processa fino a trasformarli in biocarburanti, o più nel dettaglio biodiesel, che non è tossico, è del tutto vegetale e biodegradabile.

Ma li si adopera anche nel campo dell’industria cosmetica e della conceria, al fine di realizzare saponi o anche cere per pellame o automobili. E, da ricordare, l’olio del tonno e delle conserve è anche una buona fonte di energia rinnovabile in alcuni tipi di impianti. Se è vero che nulla si crea e si distrugge, ma tutto si trasforma, in questo caso il recupero è green ed etico.

 

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