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Come preparare una tisana drenante fai da te fredda

Ci sono erbe drenanti che possono essere adoperate per una tisana fai da te fredda, ottima in estate. Ma non è il caso di esagerare con il rimedio se già assumiamo dei farmaci diuretici, salvo diverso parere da parte del medico. In questo articolo vedremo qualche ricetta per farne di buonissime in casa, per contrastare il caldo e ridurre la fastidiosa ritenzione idrica.

Come preparare una tisana drenante fai da te fredda

Fonte immagine: iStock

La tisana drenante fai da te fredda è una bevanda che sfrutta le proprietà di alcune erbe, in grado di favorire lo stoccaggio dei liquidi, senza accaldarci. Di certo l’estate non va a braccetto con gli infusi fumanti e l’esigenza è invece di restare idratati con liquidi freschi. Con questa strategia salviamo, come si suol dire, capra e cavoli.

Ma se fare un tè caldo non è un problema, di certo qualche dubbio su come regolarci con una tisana fredda ci può sorgere. In commercio, è vero, si trovano anche infusi già in bustina dagli effetti drenanti, da lasciare in acqua calda e poi raffreddare, ma con gli sfusi presi in erboristeria come dobbiamo fare?

La soluzione di erbe, fiori e frutti dal potere drenante, che possiamo trovare negli shop di benessere specializzati, in mix da realizzare al momento, è la migliore. La qualità dei prodotti è alta, la conservazione dei rimedi è sotto la cura zelante degli erboristi, ma soprattutto possiamo affidarci a dei professionisti per le miscele più adatte a noi.

Un piccolo appunto, prima di parlare di tisane drenanti, lo dobbiamo però fare, per una questione di sicurezza e salute di chi sta leggendo. Di solito le tisane sono rimedi blandi, che raramente danno effetti collaterali, ma se stiamo assumendo farmaci o seguendo una terapia con diuretici, è importante chiedere il parere del medico, per evitare eccessiva disidratazione o effetti collaterali.

Come si fa una tisana fredda

Che sia drenante o no, un infuso freddo ha gli stessi metodi di preparazione: il che significa che abbiamo a disposizione una rosa di ottime opzioni. Il metodo più classico è quello dell’infusione a caldo, senza aggiunte per velocizzare il processo di raffreddamento. Gli altri accelerano questa condizione grazie al ghiaccio.

Il metodo classico in teiera

Si versa nel filtro infusore di acciaio o silicone la quantità di tisana corretta e si lascia in teiera con acqua calda per i minuti previsti. Se le erbe hanno tempi diversi, si procederà ad infusioni differenti con altri filtri, aggiungendoli in modo graduale. In ultimo, si tolgono gli infusori e si lascia raffreddare la bevanda fino a quando non è a temperatura ambiente, poi la si trasferisce in una brocca da tenere in frigo per il raffrescamento.

Il metodo classico con la caffettiera francese

La caffettiera a stantuffo è un tool che nelle cucine è molto presente, grazie alle sue magiche funzioni. Ma se il suo uso è nato per il caffè, in molti la adoperano per le tisane sfuse. E se vogliamo una tisana fredda che non esige tempi diversi di infusione delle sue erbe, questa soluzione è la meno problematica.

Le erbe vanno messe sul fondo del bicchiere e poi versata l’acqua calda, prima di mettere il coperchio dotato di filtro e stantuffo. Una volta passato il corretto tempo di infusione, lo stantuffo va pressato verso il basso. In questo modo le erbe restano sul fondo e si può versare il liquido nel contenitore definitivo. In questo, come nel caso precedente, si dovrà attendere che il liquido sia a temperatura ambiente prima di riporre in frigo.

Il metodo con ghiaccio

Se vogliamo una tisana fredda espressa, ci sono due modi per farla. Il primo è di mettere in infusione le erbe in tazza e travasarle in un bicchiere colmo di ghiaccio, fino a che non si è sciolto. Il secondo è di versare l’infuso caldo in uno shaker con ghiaccio e shakerare per qualche minuto prima di versare e bere.

Ma per evitare l’effetto annacquato? Di solito si impiegano quantità di erbe maggiori e si porta l’infusione ad uno o due minuti in più rispetto al solito.

Per quanto riguarda l’aggiunta di menta, limone o dolcificanti, si dovrebbero addizionare quando la bevanda è ancora calda, specie in caso di zucchero semolato. Ma se adoperiamo la stevia, la possiamo aggiungere dopo. Per quanto riguarda gli agrumi, va ricordato che la parte bianca è amara e infusioni lunghe possono rendere troppo pungente il sapore della tisana.

Tisana drenante fredda
Fonte: iStock Various leaves of tea and spices on wooden background

Erbe tisane drenanti

Tra le erbe dal potere drenante ce ne sono alcune molto efficaci, per questo di seguito abbiamo raccolto delle ricette con rimedi e dosi da rispettare. Se aumentiamo l’acqua, in proporzione aumenteremo anche i grammi di foglie e fiori. I dosaggi fanno riferimento a sfusi, ma se adoperiamo le bustine, il calcolo è di un filtro per ogni tazza.

Tisana al prezzemolo

  • 15 grammi di prezzemolo fresco con i gambi
  • 1/4 limone
  • 250 ml di acqua bollente

Il prezzemolo ha un ottimo effetto diuretico ed è un rimedio popolare contro la ritenzione idrica: la tisana va fatta con questa erba aromatica fresca, lavata e spezzettata. Il tempo di infusione in acqua calda varia dai 5 ai 10 minuti. La tisana andrebbe evitata da donne incinte o da chi assume farmaci anticoagulanti o diuretici.

Tisana al tarassaco

  • 15 g di foglie e radici di tarassaco
  • 250 ml di acqua bollente

Il dente di leone, o tarassaco, è un altro rimedio popolare che va a contrastare la ritenzione di liquidi e aiuta se abbiamo problemi di cellulite. Il tarassaco essiccato può essere lasciato in infusione 10 minuti e poi filtrato. È preferibile evitare questo tè se abbiamo problemi alla cistifellea o disturbi da ostruzione intestinale.

Tisana con equiseto

  • 1 cucchiaino di equiseto
  • 250 ml di acqua bollente

Si dice che l’equiseto sia una delle piante che mima gli effetti dei diuretici tradizionali, senza però dare gli effetti collaterali dei farmaci. Il tempo di posa va dai 5 ai 10 minuti per una tisana drenante. Va evitata da donne incinte o che allattano, ma in generale è importante non superare la settimana di trattamento per evitare squilibri elettrolitici.

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