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Come proteggere le piante in autunno e in inverno

Come proteggere le piante in autunno e in inverno, quando le temperature si fanno più rigide? Bisogna scegliere opportuni ripari: è possibile ricorrere alla pacciamatura, alla costruzione di ripari (coperti o chiusi), ai teli in plastica oppure alle serre.

Come proteggere le piante in autunno e in inverno

Fonte immagine: Pixabay

Come proteggere le piante in autunno e in inverno, affinché non soffrano il gelo e possano tornare a fiorire rigogliose la successiva primavera? È questa una delle principali domande che gli appassionati di giardinaggio si pongono non appena le temperature iniziano a calare. Dopo la calda stagione estiva.

D’altronde, proprio nelle stagioni più fredde la gran parte delle coltivazioni entra in una fase di quiescienza – fatta eccezione per le sempreverdi – ed è necessario predisporre per loro un ambiente apposito affinché non marciscano oppure muoiano. Ma come fare?

Innanzitutto, bisogna imparare a conoscere le condizioni climatiche del luogo in cui si risiede. Ad esempio, non è insolito che nel Sud Italia le temperature rimangano miti per tutto il corso dell’inverno. Di conseguenza, gli interventi di protezione delle piante potrebbero essere minimi.

Al contrario, al Nord la stagione fredda può essere anche decisamente rigida, un fatto che potrebbe danneggiare sia le varietà ornamentali che quelle da frutto. Di seguito, qualche utile consiglio.

Come proteggere le piante in autunno

Azalea, piante acidofile Fonte: Pixabay

L’autunno rappresenta una stagione davvero particolare per la gran parte delle piante coltivate, si tratti di varietà ornamentali oppure da frutto. A partire dal mese di settembre – fatta eccezione per le sempreverdi oppure le invernali – gran parte delle piante rallenta il suo ciclo vitale.

Le foglie incominciano a ingiallire o a seccare, mentre diminuisce la produzione di fiori. Allo stesso tempo, la pianta risulta ancora in attività, quindi servono degli accorgimenti speciali. Di seguito, qualche consiglio.

Consigli preliminari per le piante da giardino

piante con fiorellini rosa Fonte: Pixabay

Le piante da giardino sono quelle che spesso generano i maggiori grattacapi con l’arrivo della stagione fresca. Come proteggerle in autunno, per evitare che possano imbattersi in danneggiamenti irreparabili, inibendo così la rinascita la successiva primavera?

Il primo passo da compiere è quello di concentrarsi sulle varietà ornamentali che, nella maggior parte dei casi, difficilmente riusciranno a superare gli sbalzi di temperatura di stagione. Per far questo, è innanzitutto necessario accertarsi di alcune cose.

  • Specie e tipologia: ci sono piante che possono superare la fase di quiescienza autunnale anche all’aperto, perché resistenti al gelo. Altre, invece, potrebbero soffrire anche il minimo sbalzo di temperatura, perché abituate a una colonnina di mercurio più alta o, più semplicemente, avere un’origine tropicale. In genere camelia, ciclamino, erica, calicanto e cavolo ornamentale non richiedono nessun intervento, mentre gerani, dalie, garofani, ortensie, petunie e piante grasse devono essere protetti dal freddo.
  • Posizione: a meno che non si tratti di alberi da frutto, che per loro natura rimangono fissi nella medesima posizione in giardino per decine e decine di anni, non è detto che le piante ornamentali debbano per forza rimanere in giardino. Per le bulbose o le rizomatose, come le già citate dalie, è utile infatti rimuovere bulbi e rizomi dal terreno, lasciarli asciugare al sole, chiuderli in un sacchetto di carta in un luogo buio e ripiantare la varietà in primavera. Altre, invece, non possono essere spostate.

Dopo, è necessario valutare le condizioni della pianta:

  • Se ancora attiva, si rimuovono con le cesoie foglie e fusti ormai secchi e ingialliti, per accompagnare la pianta verso la fine del suo ciclo vitale senza una richiesta eccessiva di energia e nutrienti;
  • Se già in quiescienza, se la pianta è una bulbosa o una rizomatosa, prima di estrarre il bulbo dal terreno si devono potare tutti i fusti ormai secchi fino al livello della superficie del terreno.

Consigli preliminari per le piante da balcone

vasi con piante grasse

In linea generale, anche per le piante da balcone valgono i consigli preliminari già elencati per quelle da giardino: serve innanzitutto valutarne specie e tipologia, nonché la loro capacità di resistere alla diminuzione delle temperature.

Procedere è tuttavia più semplice, poiché si hanno maggiori possibilità di azione data la possibilità di trasportare questi vegetali altrove:

  • Per le bulbose e le rizomatose, valutare sempre la possibilità di estrarre il bulbo dal terreno e conservarlo in un luogo fresco e asciutto fino alla successiva primavera;
  • Per le piante che rimangono invece nel terreno nella fase di quiescienza, sarà sufficiente portare i vasi all’interno, conservandoli sempre in un luogo buio e asciutto;
  • Per le piante sempreverdi o dalla fioritura anche nei mesi invernali, che mal tollerano però il freddo, il vaso potrà essere portato in casa e posizionato nei pressi di una finestra, affinché la pianta sia sempre esposta alla luce.

Pacciamatura

Pacciamatura con corteccia
Fonte: Pixabay Pacciamatura con corteccia

La pacciamatura è uno dei metodi più semplici ed efficaci per proteggere le piante in autunno e anche nel successivo inverno. Si tratta di una tecnica che, nella pratica, prevede di coprire il terriccio con alcuni elementi naturali oppure artificiali, che fungano da isolante tra il terriccio stesso e l’ambiente circostante. Questo permetterà alle radici di rimanere sufficientemente al caldo, anche in giornate fredde e piovose.

Per farlo, è sufficiente spargere sul terreno un fitto letto di foglie secche, paglia, cortecce, ghiaia, sassolini o cocci. In alternativa, si possono utilizzare dei teli in cellophane, con cui ricoprire il terreno. Non tutti sanno, però, che la pacciamatura è utile anche in estate: limita, infatti, la proliferazione delle erbacce.

La si può scegliere anche per gli alberi da frutto, semplicemente ricoprendo con il pacciame la base dell’albero stesso, in corrispondenza delle radici.

Ripari aperti

A volte può rendersi necessaria la predisposizione di piccoli ripari, ad esempio per le piante da frutto ancora giovani e delicate o per le varietà che non possono essere estratte dal terreno. In autunno, tuttavia, la pianta può essere ancora largamente in attività: servirà quindi un riparo aperto che, pur proteggendo dagli agenti atmosferici più impegnativi, garantirà una corretta circolazione dell’ossigeno e una media esposizione solare.

Ad esempio, si possono costruire delle piccole strutture in legno, coperte da apposita tettoia ma aperte sui lati. Ancora, si possono predisporre delle retine di sicurezza contro la pioggia più scrosciante o la grandine, così come anche utilizzare dei tendaggi in plastica.

Teli in plastica

I teli in plastica sono molto diffusi sia in agricoltura che nel giardinaggio, data la loro capacità di isolare le piante e accumulare calore, che permetterà alla pianta di recuperare anche una decina di gradi rispetto alla sempre più fredda temperatura esterna.

Applicare i teli è molto semplice: basta coprire, o addirittura avvolgere, la pianta con il telo. Bisogna però ricordare come questa tecnica sia tanto efficace, ma quanto poco amica dell’ambiente. I teli in plastica tendono a danneggiarsi facilmente, contaminando l’area verde con le ormai ubiquitarie microplastiche.

In alternativa al classico telo in cellophane, si può scegliere il tessuto-non-tessuto TNT, dalle note proprietà isolanti.

Come proteggere le piante in inverno

Plumbago

La stagione invernale può rappresentare un momento difficile per molte piante coltivate, soprattutto per le ornamentali, per via delle temperature decisamente basse. La colonnina di mercurio si avvicina spesso allo zero, o addirittura al di sotto di questo valore.

Sono poche le varietà che riescono a sopportare un clima così rigido: l’iris siberiano, il bucaneve, l’aster invernale, il pino, il pungitopo, l’agrifoglio e l’elleboro sono alcune delle specie che possono arrivare a zero gradi, seppur non per periodi prolungati. La gran parte delle altre ornamentali fatica, invece, a scendere sotto ai 10 gradi.

In linea di massima, valgono gran parte dei consigli già forniti per l’autunno: verificare la resistenza e la tipologia della specie e, se bulbosa o rizomatosa, valutare la possibilità di estrarre i bulbi nel terreno. In tutti gli altri casi, sarà necessario predisporre ripari molto resistenti e isolanti.

Va però detto che, sul fronte degli alberi da frutto, la maggior parte resiste al clima tipico dell’inverno italiano e, di conseguenza, non sarà necessario prevedere apposite coperture.

Come proteggere le piante con ripari chiusi

I ripari chiusi rappresentano la soluzione perfetta per quelle varietà da giardino di media altezza, facili da coprire su tutti i lati. Si potrà quindi predisporre una struttura in legno chiusa, con pannelli su tutti i lati per una copertura completa, praticando solo qualche foro per la circolazione dell’aria.

Le varietà più delicate, come le tropicali oppure le estive, potrebbero però richiedere un passaggio in più. All’interno dei pannelli di copertura, infatti, è utile applicare uno strato di gommapiuma o di tessuto per ridurre al minimo le infiltrazioni di aria e di umidità.

Serra

Serra per orticoltura Fonte: Pixabay

La serra è certamente la tipologia di riparo chiuso più diffusa. Oltre a mantenere una temperatura buona per tutto il corso dell’inverno, garantisce il passaggio della luce del sole. Non a caso, viene utilizzata per incentivare la crescita di ortaggi anche fuori dalle loro stagioni di elezione o, ancora, per far fiorire piante che altrimenti lo farebbero solo in primavera oppure in estate.

Il funzionamento della serra è molto semplice: lo strato trasparente isolante – di norma teli in plastica o, ancora, superfici in vetro per le soluzioni più costose – permette alla luce di penetrare e riscaldare il terreno.

Il calore generato non viene però trasferito all’esterno, sempre per effetto dell’isolamento della serra, e quindi si accumula al suo interno. In inverni non necessariamente rigidi, è possibile raggiungere in serra anche temperature di 15-20 gradi centigradi.

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