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Lobelia: quante varietà esistono e come curare la pianta

La lobelia è una delle piante ornamentali più belle e maggiormente richieste. Ma vediamo le sue caratteristiche, come coltivarla e come curarla nel tempo.

Lobelia: quante varietà esistono e come curare la pianta

Fonte immagine: Pixabay

La lobelia rappresenta una delle piante ornamentali più gettonate per la decorazione di davanzali e giardini fioriti. Merito principalmente dei suoi sgargianti colori, che la rendono ideale per abbellire spazi verdi dalla primavera all’autunno inoltrato, ma anche per i suoi petali delicati ed eleganti. Ma quante varietà esistono della lobelia e, soprattutto, come coltivare e curare la pianta affinché cresca rigogliosa?

Per quanto la sua fioritura sia primaverile, la lobelia gradisce degli habitat non eccessivamente torridi. Per questa ragione, prima di avviare la sua coltivazione, è bene chiedere un parere al proprio fornitore di prodotti di botanica di fiducia, per verificare la compatibilità della pianta con il clima tipico del proprio luogo di residenza.

Cosa è la lobelia?

Lobelia

Con il termine Lobelia si indica un genere di piante sempre più diffuso, appartenente alla famiglia delle Campanulacee, originario perlopiù dell’America centrale e del Sudamerica. Il singolare nome deriva dal botanico che per primo le studiò, Matthias de Lobel, nel lontano 1500.

Per quanto esistano moltissime varietà di lobelia, quasi tutte le piante condividono delle caratteristiche simili. In linea generale, possono avere un portamento erbaceo e cespuglioso oppure arbustivo – a seconda delle specie.

Si caratterizzano per molteplici fusti, spesso dalla crescita molto ravvicinata, ricoperti di piccole foglie di un verde intenso. Queste piante producono dei graziosi fiori, che possono ricordare la forma svasata delle campanule, noti per i colori intensi. I più diffusi sono quelli della lobelia blu, lilla, pervinca e viola, anche se non mancano esemplari rossi o, seppur molto rari, anche bianchi.

L’altezza è variabile a seconda della specie, le più note difficilmente si sviluppano oltre al metro d’altezza, ma ne esistono anche varietà molto prolifiche nello sviluppo – non a caso, chiamate lobelie giganti – capaci di raggiungere i quattro metri e di adattarsi quindi all’abbellimento di pareti verticali.

Le tre varietà più note di lobelia

Della lobelia esistono moltissime varietà – più di 300 – sia spontanee che frutto di decenni di ibridazioni e nuove cultivar. Elencarle tutte sarebbe davvero difficoltoso, anche perché molte non si adattano particolarmente a crescere nei climi mediterranei.

Non a caso, le più diffuse sullo Stivale sono principalmente tre, ecco quali sono e le caratteristiche.

Lobelia cardinalis

Lobelia Cardinalis

Se si cerca una varietà elegante, insolita e dal colore intenso, la Lobelia cardinalis rappresenta la perfetta scelta. Si tratta infatti di una pianta grande, appartenente alle cosiddette “lobelie giganti” oppure arbustive, dalle peculiarità uniche nel suo genere.

La pianta si caratterizza infatti per l’altezza di circa un metro e per un fiore di intenso colore rosso, tendente al bordeaux. I petali sono lunghi e sottili, si aprono a ombrello attorno a una lunga corona centrale, si differenziano così dalle tipologie più comuni delle lobelia.

Lobelia erinus

Lobelia erinus

La Loberlia erinus è una pianta di piccole dimensioni e, proprio per questo, molto gradita per la coltivazione in vaso. Può essere infatti scelta per abbellire dei davanzali o, ancora, le ringhiere dei balconi. Il suo portamento mediamente ricadente, inoltre, la rende molto piacevole da ammirare.

Si tratta davvero di una varietà mignon, considerando come i fusti difficilmente crescano oltre ai 15 o i 20 centimetri, i fiori sono piccole macchie – tanto da essere spesso confusi con i “non ti scordar di me” – di colore violaceo.

Lobelia speciosa

Lobelia speciosa

Per chi vuole evadere dalle classiche colorazioni violacee, la Lobelia speciosa rappresenta un’opportunità da non farsi fuggire. Vede infatti la fioritura di fiori rosa, raccolti a pannocchia oppure ombrello, con una forma a campana rovesciata, nonché lunghi e sottili petali.

Questa varietà può crescere fino a un metro di altezza, è molto resistente – quasi rustica – e si adatta facilmente anche a escursioni termiche importanti, come quelle che si potrebbero verificare in collina o in montagna nel passaggio dal giorno alla notte.

Come si coltiva la lobelia

Coltivare

Ma come si coltiva la lobelia? Questo genere di piante si adatta abbastanza ai climi in cui viene inserita, purché si rispettino alcune indispensabili necessità di crescita. Di seguito, qualche informazione utile.

Necessità della pianta

Per poter crescere rigogliosa, la lobelia ha bisogno di alcuni specifici elementi. Fra questi, si elencano:

  • Clima: le principali varietà di lobelia tendono ad adattarsi al clima del Mediterraneo, ma non amano i caldi troppo intensi. Allo stesso modo, potrebbero soffrire il gelo elevato o il calo repentino delle temperature;
  • Terriccio: queste piante crescono senza troppi intoppi in terreni morbidi e a medio impasto, possibilmente ricchi di sostanze nutritive grazie all’impiego di compost o di altre sostanze organiche;
  • Esposizione: a differenza di molti fiori che raggiungono il loro picco tra marzo e settembre inoltrato, la lobelia non ama un’esposizione diretta al sole. È meglio quindi scegliere una posizione mediamente ombreggiata, soprattutto nelle ore più calde della giornata.
  • Annaffiatura: l’apporto d’acqua varia molto a seconda della stagione, in ogni caso dovrà essere costante, anche perché queste piante non disdegnano una media umidità.

Coltivazione in vaso e in giardino

Lobelia

Ma una volta comprese le necessità della pianta, come coltivarla? La lobelia si adatta facilmente sia alla coltivazione in vaso che in giardino, senza richiedere eccessivo sforzo per la sua crescita. Come spesso accade, in caso si optasse per la coltivazione in vaso sarà necessario predisporre sul fondo un letto di ghiaia, cocci e palline di argilla espansa. Questo eviterà i ristagni e, di conseguenza, anche danni all’apparato radicale.

La coltivazione può avvenire per seme, a partire dal mese di marzo, ma la modalità più frequente è quella del ricorso a piantine formate. Non tutti sanno, però, che la pianta si può riprodurre facilmente anche per talea.

Ma come si moltiplica la lobelia? Basta recuperare uno stelo di circa 15 o 20 centimetri, preferibilmente con disponibili già delle gemme per le foglie e posizionarlo in un terriccio molto umido per ottenere una talea. Nel giro di un paio di settimane inizieranno a comparire le prime radici.

Cura della lobelia

Lobelie colorate

E una volta seminata e coltivata, come curare tutte le varietà di lobelia nel tempo? Basta seguire alcuni facili consigli.

Annaffiatura e concimazione

Dal punto di vista dell’annaffiatura, così come spiegato nei precedenti paragrafi, molto dipende dal clima tipico del proprio luogo di residenza. La pianta ama l’umidità e luoghi non eccessivamente esposti al sole, quindi l’apporto di acqua sarà determinante.

In primavera, se coltivata all’aperto, possono bastare anche le normali precipitazioni. In estate è invece meglio procedere un paio di volte al giorno, annaffiando di primissima mattina oppure la sera.

Sul fronte della concimazione, la pianta non ha grande necessità, ma può giovare un trattamento ciclico con del concime organico, come il compost tradizionale.

Manutenzione in inverno

Ingrandimento, lobelia

E che fare d’inverno, quando le temperature rischiano di diventare troppo fredde per la lobelia? Così come già accennato, questo genere di piante non amano il freddo eccessivo, soprattutto se molto secco.

Prima di tutto, è necessario verificare la varietà di lobelia in proprio possesso. Alcune sono perenni, quindi sarà necessaria una cura specifica anche inverno, altre sono annuali e terminato il loro ciclo primario devono essere sostituite.

Se le piante sono coltivate in vaso, è sufficiente portarle all’interno – o in un luogo riparato – durante la stagione più fredda. Se invece in giardino, si dovranno creare dei ripari adeguati – delle vere e proprie piccole serre – per proteggere la pianta dal gelo estremo. Naturalmente, sarà utile utilizzare un telo trasparente, così da non bloccare totalmente l’azione riscaldante dei raggi solari.

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