Emergenza siccità: in Italia si va verso il razionamento dell’acqua, anche nelle ore diurne
In Italia, l'emergenza idrica sta diventando sempre più grave: si va verso lo stato d'emergenza e, probabilmente, il razionamento dell'acqua.
La situazione in Italia relativa all’emergenza siccità si fa ogni giorno più grave. Per questo motivo, molti cittadini potrebbero ritrovarsi a dover centellinare l’utilizzo dell’acqua in alcune fasce orarie, anche diurne.
Si tratta di una soluzione estrema che, purtroppo, diventa sempre più probabile, anche a causa del caldo record di questi mesi. La crisi dell’acqua è iniziata ormai da mesi e, ad oggi, riguarda praticamente tutta l’Italia. A breve, potrebbe essere anche approvata la dichiarazione dello stato di emergenza.
Emergenza siccità: le dichiarazioni di Curcio
A parlarne, è Fabrizio Curcio, capo del Dipartimento della Protezione Civile. Queste le sue dichiarazioni:
In alcune zone del Paese, non possiamo escludere un razionamento dell’acqua e quindi la chiusura della distribuzione durante le ore diurne. La fotografia in Italia è un 40/50% di acqua piovuta in meno quest’anno rispetto alle medie degli ultimi anni. Abbiamo avuto fino al 70% di neve in meno. Abbiamo fiumi come il Po che ha portate fino all’80% in meno. La situazione generale è di carenza di risorsa idrica, di pioggia. In alcune aree, diventa impattante in maniera assolutamente importante sulla produzione agricola, ittica e dell’energia elettrica. La situazione è generalmente complessa su tutto il Paese, ma ci sono aree particolarmente colpite come il bacino del Po, le Alpi orientali e alcune zone del centro.
In merito alla dichiarazione dello stato di emergenza, aggiunge:
Per dichiarare lo stato di emergenza, è importante capire quali misure adottare per mitigare l’emergenza stessa. I criteri li stiamo definendo con le Regioni e soprattutto le misure. Penso nelle prossime giornate, al massimo prossime due settimane, avremo chiare le misure e potremo fare la dichiarazione dello stato di emergenza.
I provvedimenti delle Regioni in merito all’emergenza idrica
In attesa di un provvedimento nazionale, alcune Regioni hanno iniziato a prendere provvedimenti per far fronte all’emergenza idrica.
Il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, è stato il primo a dichiarare lo stato d’emergenza della regione. Tutti i comuni della regione hanno emesso ordinanze al fine di ridurre gli utilizzi di acqua non “indispensabili”, suggerendo di evitare di lavare l’auto o di innaffiare le piante di giorno.
Anche in Lombardia è stato dichiarato lo stato d’emergenza regionale, mentre i comuni hanno emesso ordinanze al fine di limitare l’utilizzo di acqua potabile per attività non necessarie. Il sindaco di Milano ha invece firmato un’ordinanza che prevede:
- la chiusura delle fontane
- la sospensione dell’irrigazione a spruzzo delle aree verdi
- la raccomandazione di mantenere la temperatura di uffici, negozi ed abitazioni non al di sotto dei 26 gradi.
Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha proclamato lo stato di calamità naturale fino al 30 novembre per tutto il territorio regionale. La Regione Liguria ha inviato ai Comuni delle indicazioni da mettere in pratica, come il divieto di irrigazione e annaffiatura di aree verdi, il divieto di lavaggio di cortili e di autoveicoli (con esclusione degli autolavaggi), il divieto di riempimento di piscine e vasche da giardino.
In Friuli Venezia Giulia, è stata emanata una dichiarazione di sofferenza idrica. Per tutto il periodo, l’amministrazione effettuerà una campagna di informazione e sensibilizzazione in merito all’emergenza idrica. In Trentino, alcuni Comuni hanno disposto già delle limitazioni nell’utilizzo di acqua.