Trigliceridi alti: cause, sintomi e cura
I trigliceridi alti sono un problema da affrontare subito, per scongiurare rischi a livello cardiovascolare. Ecco cosa c'è da sapere.
Quando si parla di trigliceridi alti si fa riferimento a un’alterazione nei valori di una importante componente del flusso sanguigno. Diverse le patologie che possono derivare da questa condizione, a seconda del livello di gravità raggiunto.
Non risultano esserci soggetti per natura particolarmente esposti a tale condizione. Tuttavia cause e fattori di rischio sembrano far propendere la probabilità di trigliceridi alti a carico degli uomini. Al contrario, per quanto riguarda le conseguenze risultano essere più in pericolo le donne.
Il problema tende ad essere più frequente tra coloro che seguono la dieta occidentale, ricca di grassi e carne rossa. Le popolazioni che seguono più strettamente la Dieta Mediterranea o quella orientale sono al contrario meno esposti.
Trigliceridi alti, cosa sono
Partiamo dalla base, ovvero dalla definizione di trigliceridi. Si tratta di una classe di lipidi sintetizzati perlopiù da fonti alimentari, prevalentemente dai grassi, che vengono poi usati come fonte energetica. Tali componenti tendono a venire “stoccate” all’interno dell’organismo, così da poter essere utilizzate durante la giornata in caso di necessità. Se la concentrazione nel sangue risulta superiore ai valori normali si parla di ipertrigliceridemia o “trigliceridi alti”.
Trigliceridi alti, quando preoccuparsi
Guardando ai trigliceridi alti, quando preoccuparsi è senza dubbio una domanda più che lecita. Vediamo quindi quello che è il range di valori che permette di indicare se i trigliceridi sono alti, nella norma o addirittura bassi. Possono essere definiti “Valori al limite” quando vengono superati i 150 mg/dl (entro i 199 mg/dl), primo campanello d’allarme.
È però tra 200 e 499 mg/dl che si inizia a parlare a tutti gli effetti di “Valori Alti” e di situazione più preoccupante. Sono da classificarsi come “Valori Molto Alti” qualora il dato si attesti oltre i 499 mg/dl.
Possibili conseguenze dei trigliceridi alti sono soprattutto malattie cardiovascolari come ictus, infarto, fegato grasso, iperglicemia e un incremento del colesterolo cattivo LDL. Chi soffre di questa condizione risulta anche più esposto al rischio tumorale, nello specifico di sviluppare un tumore al colon-retto.
Trigliceridi, cause
Una dieta ad alto contenuto calorico e di grassi è tra le principali cause dell’ipertrigliceridemia. Fortunatamente è anche una di quelle su cui è più facile intervenire per ridurre i rischi. Maggiori informazioni al riguardo sono disponibili nella nostra guida sulla dieta per i trigliceridi alti. Obesità e sovrappeso sono altre cause, così come:
- Diabete mellito;
- Insufficienza renale;
- Sindrome nefrosica;
- Ipotiroidismo;
- Sindrome di Cushing;
- Pancreatite;
- Cirrosi epatica;
- Farmaci corticosteroidi/estrogeni, beta-bloccanti, diuretici tiazidici.
Più rara è la cosiddetta ipertrigliceridemia familiare, che riguarda appena l’1% della popolazione.
Fattori di rischio
Diversi sono anche i possibili fattori di rischio che portano ai trigliceridi alti. Alle cattive abitudini alimentari si uniscono il fumo e il consumo di alcolici, ma anche la sedentarietà e la gravidanza.
Trigliceridi alti, sintomi
Questa condizione è molto difficile da individuare attraverso i sintomi, che tendono a risultare assenti nei primi stadi di gravità. Solo quando si superano valori vicini ai 1000 mg/dl le manifestazioni permettono di puntare il dito verso i trigliceridi.
Normalmente la diagnosi di ipertrigliceridemia viene fatta in seguito ad analisi del sangue. Il consiglio è quello di ripetere periodicamente tali esami, soprattutto se si presentano uno o più fattori di rischio tra quelli sopraindicati. Quando si raggiungono valori particolarmente elevati inizia a comparire la seguente sintomatologia:
- Forte dolore addominale;
- Lipemia retinica (eccesso di lipidi sierici in corrispondenza dei vasi sanguigni oculari);
- Pelle che assume un colorito giallastro (Xantoma);
- Pancreatite acuta.
Cura per l’ipertrigliceridemia
Si è scoperto di avere i trigliceridi alti, cosa fare? La scelta delle azioni da intraprendere dipende da diversi fattori. Un incremento lieve in seguito a un periodo di dieta scorretta può essere normale e i valori possono rientrare in un breve periodo, modificando la propria alimentazione.
Se però questi sono alti o molto alti, allora sarà necessario un differente approccio. Di solito l’ipertrigliceridemia a certi livelli viene curata attraverso un percorso dietetico mirato e alcuni trattamenti specifici in relazione alle cause scatenanti. Utile quindi un consulto con il proprio medico curante per individuare eventuali origini farmacologiche del problema, o per escludere che la condizione derivi da una malattia sottostante. Solitamente utilizzate in ambito medico le statine e i fibrati.
Da notare che in diversi casi si parla di una duplice condizione, ovvero di colesterolo e trigliceridi alti. Cosa fare in questo caso? Per prima cosa contattare subito il proprio medico esponendo il problema, cercando inoltre di ridurre (se possibile eliminare) i cibi molto grassi, le bevande alcoliche e altre cattive abitudini, come il fumo.
Rimedi naturali
Esistono diversi rimedi naturali che permettono di contrastare i trigliceridi alti. Vediamo quali sono i più efficaci e come è possibile utilizzarli. A cominciare dall’alimentazione, che rappresenta uno degli strumenti più adatti a produrre risultati anche a breve termine.
Modificare la propria dieta non è però l’unica possibilità a disposizione. Un’altra arma molto efficace è l’attività fisica, che permetterà di contrastare sia i trigliceridi che il colesterolo alto. Dire di no alla sedentarietà porta inoltre diversi benefici, non solo a livello cardiovascolare, ma anche metabolico e muscolare, oltre che osseo e respiratorio.
Tra i rimedi naturali più efficaci viene inserito anche l‘olio di fegato di merluzzo, in passato molto utilizzato per ovviare alle carenze di vitamina D e per fare scorta di omega-3 e vitamina A. Stesso principio associato all’olio di alghe.
Utilizzata come integratore alimentare contro l’ipertrigliceridemia è un’altra vitamina, la niacina. Nota anche come vitamina B3, PP o acido nicotinico, questa sostanza interviene inibendo la sintesi stessa dei trigliceridi nonché del colesterolo.
Prevenzione
Una giusta combinazione di dieta sana, attività fisica regolare e rimedi naturali permette di prevenire in diversi casi l’ipertrigliceridemia. Una corretta prevenzione passa anche attraverso l’eliminazione o la forte riduzione dei vari fattori di rischio, in modo particolare il fumo e le cattive abitudini alimentari.
È consigliato monitorare regolarmente i valori di trigliceridi nel sangue per i soggetti che soffrono delle malattie citate come possibili cause, o più a rischio sul fronte cardiovascolare. Pratica ancora più valida in funzione del fatto che i sintomi dell’ipertrigliceridemia tendono a comparire soltanto a livelli altamente preoccupanti.
In presenza di soggetti obesi o sovrappeso il consiglio è chiaramente quello di riportare il peso entro la norma. Da evitare però cali troppo rapidi, preferendo generalmente un dimagrimento costante, frutto di attività fisica regolare e dieta bilanciata. Utile si rivelerà in questo senso l’aiuto del medico o di un nutrizionista.