Come curare la piorrea in modo naturale
La piorrea è un disturbo frequente che può portare alla perdita dei denti: nota anche come parodontite, ecco segni e rimedi naturali.
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La piorrea rappresenta un disturbo tutt’oggi frequente, nonostante sul fronte dell’igiene orale si siano fatti passi da gigante, con buone abitudini quotidiane. Conosciuta più propriamente come paradontite, si tratta di una patologia che va a intaccare il parodonto, ovvero tutte quei tessuti e quelle strutture di sostegno ai denti. Se non curata adeguatamente, può portare anche alla perdita dell’intera dentatura e a infezioni anche particolarmente gravi.
Ma quali sono le caratteristiche della piorrea, quali i rischi e quali i trattamenti o rimedi naturali più indicati per combatterla?
Piorrea: caratteristiche e cause
Con il termine piorrea si intende comunemente un insieme di patologie e disturbi che vanno a intaccare il parodonto, ovvero l’insieme delle strutture e dei tessuti che sostengono i denti. Può colpire quindi le gengive, l’osso alveolare, i legamenti dei denti stessi e molte altre strutture ancora. Il nome è più che esplicativo della gravità di questa problematica: deriva infatti da “pios“, ovvero pus, e da “rea“, cioè scorrere.
La parola piorrea è rimasta nel linguaggio comune, poiché definizione molto utilizzata nei primi decenni del 1900, anche se si dovrebbe più propriamente parlare di parodontite.
La parodontite è una patologia infiammatoria, normalmente di origine batterica, che porta i tessuti del parodonto a rendere più lasco il sostegno dei denti all’interno dell’alveolo. I denti colpiti diventano così più mobili – tanto nei casi più gravi da arrivare a dondolare, come la dentatura da latte – le gengive si restringono e l’osso si ritrae. Senza alcun intervento, il disturbo peggiora fino alla caduta completa del dente.
Come già accennato, le cause sono solitamente di natura batterica: per una riduzione delle normali protezioni immunitarie del cavo orale, per una predisposizione personale o per la scarsa igiene, i batteri presenti normalmente in bocca penetrano prima fra le gengive e poi fino all’alveolo, deteriorando i tessuti.
Cosa sono le tasche gengivali
Per comprendere appieno le caratteristiche della piorrea, è necessario parlare delle tasche gengivali. Per effetto dell’accumulo della placca e del tartaro, nonché dell’azione dei batteri presenti nel cavo orale, tra la gengiva e lo smalto dei denti può venirsi a creare uno spazio. Un’ansa di dimensioni variabili, una vera e propria tasca.
Questa tasca viene velocemente colonizzata da batteri anche molto aggressivi. Questi ultimi non solo possono godere in questa posizione di una maggiore protezione da agenti igienizzanti – come il dentifricio e il collutorio – ma anche avere accesso agli strati più profondi del dente e delle sue strutture di supporto. Una tasca gengivale può facilitare la degradazione dell’alveolo, il recesso gengivale e favorire un attacco mirato alla radice dei denti.
I sintomi del disturbo
Non è sempre facile accorgersi di essere affetti da piorrea, soprattutto nelle prime fasi della patologia. Questo perché i sintomi iniziali sono normalmente leggeri e comuni ad altri disturbi e, per questa ragione, frequentemente ignorati dai pazienti. Nei suoi stadi iniziali, la parodontite può mostrare sintomi quali:
- gengive arrossate;
- sanguinamento quando si spazzolano i denti;
- leggero ritiro gengivale;
- accumulo di placca e tartaro.
Man mano che la condizione diventa più grave, possono manifestarsi altri sintomi, quasi sempre in progressione:
- alito pesante;
- sensazione di pulsazione alle gengive;
- sanguinamento anche senza sollecitazione;
- dolore;
- denti dondolanti;
- ritiro delle gengive fino a scoprire colletti e radici;
- difficoltà nel masticare;
- caduta del dente.
Nei casi più estremi, la piorrea può avere anche degli effetti sistemici, soprattutto quando la proliferazione batterica riesce a raggiungere altri organi del corpo tramite la circolazione sanguigna. Ed è a rischio soprattutto il cuore: la scarsa cura dei denti può essere infatti un delle cause delle endocarditi.
Parodonto infiammato: diagnosi e trattamento
Le infiammazioni al parodonto devono essere sempre vagliate dal proprio odontoiatra di fiducia che, se necessario, proporrà degli accertamenti diagnostici per valutare l’origine del disturbo e la sua gravità. In caso di dolore alle gengive, sanguinamento o aumento delle mobilità dei denti, bisogna allertare il proprio dentista di fiducia.
Le analisi solitamente comprendono:
- Ortopantomografia panoramica: un’indagine ai raggi X per verificare lo stato dell’alveolo, la tenuta del dente e la solidità delle strutture ossee;
- Sondaggio paradontale: con l’aiuto di piccoli strumenti simili ad aghi, ma per nulla dolorosi, si va a verificare la presenza di tasche gengivali. In caso vi fossero, se ne misurerà anche la profondità e l’ampiezza.
Se diagnosticata nelle prime fase, la piorrea può essere curata con un adeguato trattamento. Questo può comprendere:
- Detartrasi gengivale: per rimuovere l’accumulo di tartaro anche sotto le gengive;
- Antinfiammatori: anche topici, per ridurre l’infiammazione delle gengive;
- Curettaggio e terapia antibiotica: allo scopo di eliminare la proliferazione batterica;
- Igiene quotidiana: consigli e rimedi per l’igiene orale a casa, per evitare il peggioramento o la formazione di nuove tasche gengivali.
Nei casi più gravi può diventare necessaria la ricostruzione gengivale chirurgica, con il prelievo di campioni di tessuto del palato, il fissaggio dei denti con apposite soluzioni cementificanti e la sostituzione dei denti caduti con ponti e impianti.
Piorrea: rimedi naturali
Sono diverse le cure naturali per la piorrea, tuttavia dagli effetti abbastanza limitati. A oggi, i semplici rimedi naturali per la parodontite non sono in grado di eliminare la proliferazione batterica né di favorire la rigenerazione dei tessuti intaccati.
Queste cure naturali per la parodontite, però, possono rivelarsi utili in concerto con gli altri trattamenti consigliati dall’odontoiatra, per evitare il peggioramento della patologia.
Malva
La malva rappresenta uno dei più noti rimedi naturali antinfiammatori, soprattutto per il cavo orale. Questa pianta, diffusa su tutto il territorio dello Stivale e dalla crescita spontanea, contiene infatti speciali mucillagini che si rivelano estremamente utili per l’organismo.
Queste mucillagini vanno infatti a creare una sorta di barriera, un film protettivo, sulle mucose con cui entrano in contatto. Così facendo, permettono ai tessuti di riassorbire l’irritazione, al contempo bloccando l’azione nefasta di batteri e altri agenti esterni.
Tea Tree Oil
Il Tea Tre Oil, noto anche come olio essenziale di Melaleuca, è un rimedio naturale conosciuto per la sua azione disinfettante e antibatterica. Può essere quindi utile per l’igiene delle gengive, anche se può provocare un medio bruciore sulle mucose danneggiate o sanguinanti.
Lo si può usare diluito in acqua per effettuare degli sciacqui orali, in modo molto simile al comune collutorio.
Salvia
La salvia è un rimedio della nonna da sempre conosciuto per il benessere dei denti, anche se normalmente viene utilizzato come sbiancante naturale per lo smalto. Tuttavia, presenta anche una blanda azione antibatterica, che può essere quindi utile in presenza di una parodontite.
Anche in questo caso, è sufficiente creare un infuso di una decina di foglie di salvia fatte bollire in un litro d’acqua. Una volta freddo, il composto può essere usato per effettuare degli sciacqui.
Propoli
Prodotta dalle api, la propoli è considerata un vero e proprio antibiotico naturale e può efficacemente ridurre le infezioni del cavo orale, anche a livello delle gengive.
Per usarla serve però qualche cautela, poiché la sua natura viscosa può macchiare lo smalto dentale. Dopo aver eseguito uno sciacquo con acqua e propoli, è quindi necessario lavarsi a fondo i denti eliminando ogni residuo, prima che diventi secco.
Igiene orale e piorrea: l’importanza della prevenzione
Per allontanare il rischio di soffrire di piorrea, è necessario affidarsi soprattutto a un’igiene orale quotidiana e corretta. La prevenzione è infatti l’arma più importante, anche e soprattutto per coloro che hanno una predisposizione personale al disturbo.
I denti vanno lavati almeno tre volte al giorno – mattino, mezzogiorno e sera – ed è necessario ricorrere al filo interdentale e allo scovolino almeno una volta al giorno. Lo spazzolamento deve avvenire dalle gengive verso l’esterno, e non il contrario, per evitare traumi meccanici ai tessuti.
Ancora, bisogna usare il collutorio almeno una volta al giorno e provvedere alla rimozione del tartaro dal dentista almeno due volte l’anno o, ancora, più frequentemente se necessario.