Palme inquinano più delle auto: lo studio USA
Le palme inquinano più delle alto, in presenza di specifiche condizioni atmosferiche: è quanto rivela un nuovo studio USA.
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Le palme possono inquinare più delle auto, emettendo in atmosfera quantità di particolato maggiori in presenza di alcune specifiche condizioni ambientali. Può sembrare insolito che un vegetale produca più contaminanti di un motore a combustione, ma è quel che emerge da un nuovo studio condotto dall’Università della California Berkeley.
Il caso è però a dir poco singolare e riguarda la città di Los Angeles dove, da qualche anno, sono state prese misure molto rigide sulle emissioni provenienti dalle automobili. In altri luoghi del mondo è invece molto improbabile che palme e altri alberi possano avere un impatto maggiore delle quattro ruote sull’ambiente.
Palme più inquinanti delle auto a Los Angeles
Per comprendere il singolare caso registrato a Los Angeles, bisogna riferirsi alle leggi rigide che la California ha adottato in materia di emissioni. Grazie alle misure in vigore, i quantitativi di PM 2.5 nel bacino della città californiana si sono ridotti di più della metà negli ultimo 20 anni. E, dal 2016 al 2018, addirittura non ci sono state violazioni dei limiti di legge attribuibili alle automobili.
Si è venuta così a configurare una situazione assai insolita. Poiché le auto non rappresentano più la fonte principale di PM2.5, i ricercatori hanno cercato di indagare quali altre origini potesse avere il particolato. Ed è così emerso il ruolo delle palme che, agendo congiuntamente con altri inquinanti, possono avere un peso sulle emissioni.
Ma in che modo influiscono gli alberi sulla produzione di particolato? Il fenomeno si verifica nei periodi di elevatissime temperature, dovute anche al fenomeno del surriscaldamento globale. Quando la colonnina di mercurio supera i 37.8 gradi – un livello ormai tipico per le estati di Los Angeles – le palme iniziano a emettere alcune sostanze organiche. Queste ultime si legano con altri inquinanti già presenti in atmosfera, determinando un repentino aumento del particolato 2.5PM. Tanto che, nella stagione più calda, in alcuni giorni si superano del 70% i livelli consentiti.
Le sostanze organiche delle palme si mescolerebbero ad alcune molecole chimiche contaminanti dovute ai prodotti per l’igiene personale, ai detergenti per la pulizia della casa, vernici e plastica. In città densamente abitate come Los Angeles, queste sostanze formano degli invisibili aerosol che rimangono in sospensione nell’aria che, legandosi ad altre sostanze, possono aumentare i livelli di inquinamento.
Ovviamente, gli esperti specificano come non sia necessario rinunciare alle palme, anche perché il loro ruolo nell’ecosistema è molto importante. È invece necessario agire sulla riduzione di quegli inquinanti che, legandosi proprio con le sostanze organiche di origine vegetale, possono aumentare il rischio particolato. Così ha spiegato Ronald Cohen, uno dei ricercatori attivi nello studio:
C’è un crescente consenso nel rilevare, man mano che le auto diventano meno importanti sul fronte delle emissioni, come le sostanze chimiche a uso domestico stiano diventando la principale fonte di emissioni organiche in atmosfera. Questi aerosol non sono temperatura-dipendendenti, quindi è più probabile che la loro azione derivi da altro. Gli alberi sono dei buoni candidati.
A oggi, si stima che le palme – circa 18 milioni nell’area di Los Angeles – siano responsabili del 25% di aerosol di particolato presenti in città, ovviamente tramite la loro interazione con gli inquinanti di origine domestica.
Fonte: Berkeley Edu