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Nascite premature: cambiamenti climatici aumentano il rischio

Nascite premature, i cambiamenti climatici aumentano il rischio: è quanto dimostra un nuovo studio condotto in Brasile.

Nascite premature: cambiamenti climatici aumentano il rischio

Fonte immagine: Unsplash

I cambiamenti climatici aumentano il rischio di nascite premature. È questa l’ultima evidenza che emerge da uno studio condotto dalla Lancaster University, nel Regno Unito, sulla base si alcuni dati raccolti in Brasile. I ricercatori hanno infatti analizzato una delle aree più colpite dalle modifiche del clima, a ridosso della Foresta Amazzonica, rilevando effetti davvero preoccupanti.

Tra il 2006 e il 2017, periodo in cui i cambiamenti climatici si sono fatti più insistenti, ben 300.000 bambini sono nati prematuri.

Nascite premature e cambiamenti climatici

Così come già accennato, i ricercatori britannici hanno voluto indagare le conseguenze delle modifiche del clima in un’area già particolarmente colpita da fenomeni avversi, come incendi, inondazioni e rapido cambiamento delle temperature. Sono state quindi scelte diverse comunità che vivono a ridosso della Foresta Amazzonica brasiliana, dove gli effetti delle attività dell’uomo sull’ambiente sono già particolarmente gravi.

Dal 2006 al 2017, 300.000 bambini sono nati prematuri, con una prevalenza soprattutto nelle comunità più vicine ai corsi d’acqua. La maggior parte di queste nascite premature è avvenuta prima del termine della trentasettesima settimana e, per diversi mesi dopo la nascita, i bambini hanno presentato peso e sviluppo sotto la norma. Stando ad alcuni studi riportati dagli stessi ricercatori, i nascituri prematuri nelle comunità più povere sono maggiormente a rischio in termini di salute, educazione e possibilità di reddito in età adulta.

Gli esperti hanno rilevato un collegamento tra le nascite premature e le stagioni dove gli effetti dei cambiamenti climatici si fanno più insistenti, ad esempio durante il periodo delle piogge. In questi mesi, infatti, i nascituri vedono una media di 183 grammi in meno rispetto ai bambini nati in altri periodi dell’altro, un gap che poi raggiunge i 646 grammi se confrontato nei primi mesi di vita con gruppi socio-economici più avvantaggiati.

Le modifiche del clima influiscono su tutta la gravidanza, poiché le future madri hanno meno accesso a fonti alimentari di qualità, poiché i raccolti vengono distrutti dalle alluvioni. Ancora, il clima più caldo e umido rendono più probabili le infezioni dai più svariati patogeni e, ancora, i contaminanti sprigionati dagli incendi entrano nell’organismo umano alterando il normale sviluppo del feto. A questo si aggiungono ansia e stress durante i periodi dell’anno in cui le condizioni meteo sono più aggressive, entrambi fattori noti nell’anticipare la data del parto. Luke Parry, principale autore dello studio, ha così affermato:

Quando l’Amazzonia e il cambiamento climatico sono discussi nella comunità scientifica o sui media, vengono normalmente spiegati in termini di emissioni di anidride carbonica in atmosfera. Credo che mostrare come il cambiamento climatico influisca direttamente sulla salute e il benessere delle persone più vulnerabili sia davvero importante.

Fonte: New Scientist

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