Meno luce solare a causa dell’uomo: cos’è il Global Dimming
Meno luce solare a causa del Global Dimming, un fenomeno notato a partire dagli anni '80: la causa è l'inquinamento di origine umana.
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Uno strano fenomeno coinvolge la Terra sin dagli anni ’80: in alcune regioni del mondo si registrano livelli più bassi di luce solare e, come spesso accade, la causa è dell’uomo. Si tratta del cosiddetto Global Dimming, un fenomeno che porta alla diminuzione dell’irradiazione del Sole a causa dell’inquinamento di vari strati dell’atmosfera. Negli ultimi anno il fenomeno ha cominciato a regredire nell’emisfero boreale, seppur con un processo privo di conseguenze. Ma cosa determina il Global Dimming e quali sono le responsabilità umane?
Spiegare questo fenomeno non è semplice, poiché non uniforme su tutto il Pianeta. Ma è certamente uno degli indicatori da tenere in considerazione nello studio dell’inquinamento della Terra, nonché nell’analisi dei cambiamenti climatici.
Global Dimming: meno Sole sulla terra
Il Global Dimming è stato teorizzato verso la fine degli anni ’80, quando diversi scienziati notarono come la luminosità del Sole risultasse affievolita in molte zone del mondo, in particolare nell’emisfero boreale del Pianeta. Molte le ipotesi fatte nel corso dei decenni, sebbene la più probabile sia relativa all’inquinamento atmosferico dovuto all’uomo: la presenza di fumi e contaminanti negli strati alti del cielo, uniti a un’alterazione dei cicli climatici, determinava un parziale oscuramento dei raggi solari.
Il fenomeno sembra però essere ora in una fase di remissione, così come svela un nuovo studio pubblicato sulla rivista scientifica Geophysical Research Letters e condotto dal Politecnico Federale di Zurigo. I ricercatori hanno preso in considerazione i dati raccolti a Potsdam, in Germania, dove da decenni si misura l’intensità dei raggi solari: sono infatti disponibili serie storiche dal 1947 al 2017.
Gli esperti hanno quindi confrontato questi dati con i tassi di inquinamento, prendendo anche in considerazione le giornate più coperte da nuvole, dove è fisiologico che l’illuminazione sia più ridotta. L’analisi ha permesso di scoprire come, esclusi proprio gli eventi naturali, le particelle di inquinanti presenti in atmosferica fungano da filtro ai raggi del Sole, comportando una minore irrorazione della Terra. Non a caso, il Global Dimming è stato maggiore nell’emisfero boreale tra il 1961 al 1990 – nel pieno picco delle emissioni, soprattutto industriali – per poi diminuire con l’implementazione di nuove normative sull’inquinamento atmosferico. Addirittura, lo studio ha rivelato come nell’ex Unione Sovietica tra il 1950 al 1989 si sia verificata una riduzione dell’illuminazione naturale nell’ordine di ben 30 punti percentuali. Così spiegano gli scienziati:
Questo implica che gli aerosol inquinanti giochino un ruolo cruciale nelle variazioni nell’atmosfera, tanto che è possibile rilevare l’influenza umana su livelli vitali di irrorazione solare, richiesti per condizioni di vita sostenibili.
L’impatto è stato minore nell’emisfero australe, poiché le differenze nell’industrializzazione tra i vari Paesi è più marcata. E oggi, con il cielo che torna progressivamente più chiaro, i problemi non mancano. Dato l’aumento delle temperature dovute ai cambiamenti climatici, una maggiore irrorazione solare è direttamente collegata al rischio di scioglimento dei ghiacciai.
Fonte: EcoWatch