Riscaldamento globale: dal 2025 l’Artico non ci proteggerà più
Riscaldamento globale, entro il 2025 l'Artico non ci proteggerà più: i ghiacci diventeranno troppo sottili per respingere il calore.
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La lotta al riscaldamento globale potrebbe perdere un indispensabile alleato nel 2025: l’Artico. È quanto afferma un nuovo studio, condotto dalla Texas A&M University e pubblicato sulla rivista scientifica Climate Dynamics: fra poco più di quattro anni, il ghiaccio al Polo Nord potrebbe perdere del tutto la sua capacità di respingere il calore e proteggere le acque da un surriscaldamento eccessivo.
Si tratta di una prospettiva davvero drammatica, che lascia all’uomo pochi anni per poter attuare misure di limitazione del danno. Senza le protezioni garantite dall’Artico, i processi di cambiamento climatico rischiano di divenire ancora più rapidi.
Riscaldamento globale: il ruolo dell’Artico
La calotta di ghiaccio del Polo Nord assolve a molteplici funzioni. Non solo è indispensabile per la regolazione dei fenomeni atmosferici su tutto il Pianeta, ma è anche un’efficiente forma di contrasto all’eccessivo surriscaldamento degli oceani. L’enorme distesa di ghiaccio rappresenta infatti un filtro per le acque più profonde: il calore generato dalla radiazione solare non riesce a penetrare, venendo rimbalzato nell’atmosfera.
Decenni di scioglimento progressivo dei ghiacci dovuto all’aumento delle temperature globali e alla crescita di CO2 e altri inquinanti, però, stanno portando al punto di non ritorno. Lo strato ibernato dell’Artico potrebbe infatti raggiungere spessori troppo ridotti per assicurare il suo potenziale protettivo.
I ricercatori statunitensi hanno calcolato, anche sulla base di studi precedenti, quale sia lo spessore necessario affinché lo strato ghiacciato al Polo possa risultare protettivo. Per evitare che il calore solare raggiunga le acque e provochi un’eccessivo riscaldamento, è necessaria una calotta di spessore superiore ai 40-50 centimetri. Al di sotto di questa soglia, il ghiaccio perde le sue capacità di filtro, così come anche si riduce la rifrazione della radiazione del sole. La principale conseguenza è un aumento delle temperature delle acque, che potrebbe arrivare a due gradi centigradi in eccesso in pochissimi anni.
Secondo gli esperti, oggi solo meno del 14% del ghiaccio artico mantiene la sua funzione protettiva, una percentuale – per quanto già esigua – che potrebbe addirittura peggiorare nei prossimi anni, fino a raggiungere lo zero nel 2025. Questo vuol dire che, in poco più di quattro anni, i cambiamenti climatici potrebbero subire una profonda accelerazione, con tutte le conseguenze pericolose del caso sia sulla sopravvivenza dell’uomo che degli habitat naturali.
Fonte: Springer