Plastica: Italia e Germania primi produttori di rifiuti tessili
Plastica, Italia e Germania sono i primi produttori europei di rifiuti di origine tessile: sono i principali responsabili delle microplastiche.
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Sul fronte della plastica contenuta nei rifiuti tessili, l’Italia conquista un primato negativo. È infatti il Paese che ne produce le quantità maggiori, insieme alla Germania. Un problema non da poco, poiché le fibre tessili di origine sintetica sono le principali responsabili della contaminazione dell’ambiente con microplastiche.
Questi piccoli frammenti di plastica sono ormai ubiquitari: campioni abbondanti ne sono stati rinvenuti sia sulle vette dell’Everest che nelle profondità della Fossa delle Marianne. E sono proprio gli indumenti a rilasciarne le maggiori quantità: basti pensare come un singolo ciclo in lavatrice sia in grado di generare più di 700.000 microplastiche.
Plastica da rifiuti tessili: Italia negativa
In Europa ogni anno vengono prodotte circa 3.5 milioni di tonnellate di rifiuti tessili contenenti plastica, primi responsabili della contaminazione ambientale con microplastica. A confermarlo è l’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA), in occasione di un evento di Friends and Earth relativo all’economia circolare, così come riferisce ANSA.
Per questa ragione, il Vecchio Continente ha deciso di introdurre la raccolta differenziata anche sui rifiuti tessili, che diventerà obbligatoria in tutti gli Stati Membri a partire dal gennaio del 2025. Nel frattempo, però, si evidenzia il ruolo negativo dell’Italia e della Germania nella produzione di questi rifiuti: sono i due Paesi maggiormente responsabili della contaminazione a livello europeo.
In linea generale, le famiglie consumano ogni anno circa 13 milioni di tonnellate di prodotti per l’abbigliamento, tessili per l’arredamento della casa, calzature e altri materiali analoghi. Il 60% del vestiario comprende materiali di plastica, come fibre sintetiche. Un dato che sale al 70% se si considerano i tessuti per la casa.
Per questo motivo, è necessario modificare la produzione e la domanda di mercato affinché si punti su fibre di origine vegetale completamente ecosostenibili e biodegradabili. Le microplastiche, oltre ad alterare gli ecosistemi e inibire la biodiversità, sono infatti anche dannose nell’uomo: entrando nella catena alimentare, si sospetta possano avere un ruolo sulla modifica della normale produzione di ormoni. L’AEA ha quindi raccomandato:
È necessario promuovere fibre sostenibili e controllo delle emissioni di microplastiche e migliorare la raccolta differenziata. Il riutilizzo e il riciclo possono migliorare la sostenibilità dei tessuti sintetici.
Fonte: ANSA