Vegan: Nuova Zelanda lancia la prima azienda di latte veg
La Nuova Zelanda punta all'economia circolare concentrando gli sforzi sull'avena e sulla creazione di un'azienda di latte vegan.
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Novità in campo vegano arrivano dalla Nuova Zelanda dove presto verrà realizzata un’azienda per la produzione del latte vegetale, una struttura che potrebbe sorgere nei territori del sud. Un progetto al vaglio dell’agenzia di sviluppo regionale Great South che sta cercando investitori interessati alla creazione della NZ Functional Foods Ltd., la prima fabbrica completamente strutturata sulla creazione del latte vegan.
L’obiettivo è quello di sfruttare i terreni del sud in modo consapevole e rispettoso, ricavando benefici dalla loro innegabile rigogliosità. Attualmente l’agricoltura locale vanta produzioni corpose a base di avena, canapa e piselli, perfette da trasformare per un impiego vegan. L’avena viene già coltivata e macinata regionalmente, ma viene inviata in un’azienda in Svezia per la trasformazione in latte e rispedita nuovamente in terra d’origine.
L’obiettivo primario è quello di sfruttare il territorio e le sue innegabili qualità in fatto di coltivazione e rigogliosità, ma principalmente sostenere una produzione che sia a emissioni azzerate o quasi. Impiegando la forza lavoro locale, anche con il supporto di investitori del territorio così da favorire il Made in New Zeland.
Latte d’avena, Nuova Zelanda punta al vegan
Da tempo la Great South lavora per potenziare la produzione legata alla coltivazione dell’avena e alla produzione dell’omonimo latte vegan. In modo da migliorare e diversificare le produzioni del Southland, come ha specificato anche il presidente di Great South Ian Collie.
Rivolgere l’attenzione alla produzione del latte vegano sottolinea il cambio di rotta delle economie alimentari attuali, come risposta a una domanda più sana e consapevole. Lo sviluppo dell’industria dell’avena può garantire soluzioni competitive per la coltivazione del suolo, che siano sostenibili per gli agricoltori di zona. Ma anche aumentare i posti di lavoro e diversificare la produzione dello stesso Southland, in favore di un’economia circolare.
Fonte: VegNews