Cambiamenti climatici: perché fa molto freddo?
Freddo nonostante i cambiamenti climatici: colpa del surriscaldamento globale, che altera il flusso di aria dal Polo Nord all'Equatore.
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Quando si parla di cambiamenti climatici, siamo abituati a richiamare alla mente immagini connesse all’innalzamento delle temperature. Aree desertiche del mondo, incendi, scioglimento dei ghiacciai e ondate soffocanti di calore. Eppure, nonostante la gran parte degli scienziati mondiali abbia confermato come il surriscaldamento globale sia in atto, in questi mesi stiamo sperimentando temperature davvero rigide, ben al di sotto della media di stagione. Perché fa così freddo, di conseguenza, se la Terra diventa sempre più calda?
In realtà, le improvvise gelate e il calo immediato delle temperature sono una delle tante conseguenze del riscaldamento globale. Per quanto di primo acchito questa relazione potrebbe apparire impossibile, la scienza ne ha già dimostrato i legami da anni. Di seguito, qualche informazione utile.
Cambiamenti climatici e freddo: perché?
L’inverno 2020-2021 si sta rivelando, almeno per alcune parti d’Europa, come uno dei più freddi mai sperimentati. La neve è apparsa pressoché ovunque, anche in luoghi dove solitamente le temperature sono miti tutto l’anno, come le zone costiere della Spagna. Eppure, nonostante questa evidenza, il 2020 è stato uno degli anni più caldi di sempre e la Terra si sta effettivamente surriscaldando. Per quale ragione, di conseguenza, si sperimenta un gelo anomalo se i cambiamenti climatici stanno in realtà aumentando le temperature?
Può sembrare strano, ma è proprio l’aumento del calore a determinare inverni più rigidi. Di norma, così come riferisce Repubblica, l’Europa è investita da una corrente a getto di aria che dal Polo Nord si sposta verso l’Equatore. Tale corrente di aria fredda si trova a circa 10 chilometri d’altezza dal suolo e le sue oscillazioni, verso il basso o verso l’alto, determinano l’aumento o la diminuzione delle temperature. Con i fenomeno di surriscaldamento globale, però, da qualche anno si sperimenta un aumento repentino delle temperatura all’Artico. Poiché la crescita della colonnina di mercurio al Polo risulta più veloce rispetto al ciclo in rallentamento registrato all’Equatore, il flusso della corrente a getto viene letteralmente bloccato. Le oscillazioni diventano più durature del solito, proprio poiché il flusso riduce la sua velocità, determinando la permanenza di fenomeni atmosferici avversi.
Semplificando, l’Artico si scalda in modo anomalo e a ritmi più veloci dei normali cicli dell’Equatore. L’aria fredda proveniente dal Polo Nord viaggia quindi più lentamente verso Sud, e non ha grande possibilità di riscaldarsi durante questo percorso. Rimane perciò bloccata sopra l’Europa settentrionale e centrale, determinando freddi anomali, mentre i Paesi più a Sud non vengono più coinvolti da queste correnti, sopraffatti invece da ondate equatoriali. Questo spiega quindi perché la Spagna sia stata coinvolta da nevicate record e, contemporaneamente, la Grecia sia sperimentando un gennaio praticamente estivo.
Fonte: Repubblica