Cinghiali uccisi a Roma, protestano gli animalisti
Cinghiali uccisi in un parco giochi a Roma, protestano le associazioni animaliste: WWF e Oipa avrebbero preferito soluzioni alternative.
Fonte immagine: WWF
Una famiglia di cinghiali è stata soppressa a Roma, dopo che gli animali avevano occupato un parco giochi. È quanto è successo negli scorsi giorni in un’area per bambini di via Gregorio VII, dove una femmina di cinghiale è rimasta per oltre 24 ore in compagnia dei suoi sette cuccioli. Esplodono le proteste del mondo animalista, con le associazioni che richiedono immediate spiegazioni per la decisione di sottoporre gli animali a eutanasia.
A riportare il caso, avvenuto nel corso del weekend, è il quotidiano La Stampa. Le singole associazioni hanno invece affidato la loro protesta a comunicati, molti dei quali diffusi sulle piattaforme social.
Cinghiali a Roma: i fatti in breve
Il tutto è accaduto nel corso del fine settimana, quando una famiglia di cinghiali è riuscita ad accedere a un parco giochi di via Gregorio VII, a Roma. Gli animali – una madre con i suoi 7 cuccioli – sono stati forse attirati da rifiuti, quindi dalla possibilità di trovare facilmente del cibo.
Una volta all’interno del parco, riferisce La Stampa, gli ungulati non avrebbero più trovato via d’uscita. Per 24 ore gli animali sarebbero stati monitorati all’interno dei giardini, mentre all’esterno si sarebbe rapidamente formato un nugolo di curiosi. Ancora, la presenza dei cinghiali avrebbe causato diversi disagi, come il blocco di alcune strade, difficoltà di parcheggio e presenza delle forze dell’ordine. Verso sera la polizia avrebbe optato per colpire gli animali con dei dardi soporiferi, per poi permettere al personale veterinario di sottoporre gli ungulati a eutanasia.
Le reazioni degli animalisti
Le associazioni animaliste hanno deciso all’unanimità di condannare la scelta delle autorità, ritenendo eccessiva la decisione di sopprimere gli animali. Secondo le varie associazioni, sarebbe stato più indicato catturare gli animali per poi liberarli in aree verdi non urbanizzate.
Ad esempio, in un comunicato WWF sottolinea come si sarebbe dovuto procedere aprendo tutti gli accessi al parco, garantendo così agli animali la possibilità di allontanarsi spontaneamente. Ancora, l’associazione richiede immediata chiarezza sui fatti:
Riteniamo pertanto ineludibile che venga fatta chiarezza sulle scelte operate – gravi quanto ingiustificate – ancor prima di approfondire come sia stato possibile non percorrere strade diverse, considerando che la cattura di cinghiali è ormai prassi abituale e che gli strumenti per contenere e trasportare gli animali sono ampiamente diffusi tra le dotazioni degli Enti competenti.
Di avviso analogo anche Oipa che, oltre a richiedere l’immediato parere di Virginia Raggi e Nicola Zingaretti, specifica come la soppressione degli animali sia contraria al sentire comune:
Questo scempio va contro il sentire della stragrande maggioranza dei cittadini che volevano la famiglia salva in una riserva protetta in cui gli animali avrebbero potuto essere trasferiti una volta anestetizzati. Invece le istituzioni hanno preferito la soluzione più crudele.
Fonte: La Stampa