Rinnovabili USA, possibile il 90% del totale entro il 2035
Le rinnovabili USA potrebbero toccare quota 90% entro il 2035 con le giuste politiche, a sostenerlo un report della Duke University.
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Le rinnovabili USA potrebbero toccare quota 90% già nel 2035. Non con le politiche seguite dall’Amministrazione Trump chiaramente, ma attraverso un deciso cambio di rotta. A sostenerlo uno studio, definito “2035 – The Report”, della University of California Berkeley’s Goldman School of Public Policy.
I ricercatori statunitensi hanno elaborato due scenari con orizzonte ai prossimi 15 anni. Il primo prevede un proseguimento sull’attuale binario, con in sostanza la totale assenza di spinte statali verso lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Si otterrebbe appena il 55% entro il 2035, insufficiente anche per raggiungere gli obiettivi posti dagli Stati con l’Accordo di Parigi.
Al contrario, se venissero adottate politiche ambiziose in merito alle energie rinnovabili l’asticella si alzerebbe in maniera decisa. In questo scenario le fonti pulite statunitensi raggiungerebbero il 90% del mix energetico. Ha sottolineato in una nota stampa il Dott. Amol Phadke, ricercatore presso lo UC Berkeley’s Center for Environmental Public Policy:
La riduzione dei costi della tecnologia pulita è accaduta molto più in fretta di quanto previsto appena pochi anni fa. È tecnicamente ed economicamente fattibile distribuire nella rete elettrica USA, entro il 2035, elettricità al 90% carbon-free.
Rinnovabili al 90%, criticità e Grid Scale Storage
Il segreto della riuscita di tale piano passerebbe però, si legge nel report, attraverso il massiccio ricorso al “Grid Scale Storage“. Si tratta in sintesi del ricorso a fonti di stoccaggio su larga scala, impiegati all’interno di una rete elettrica. Proprio qui potrebbero trovarsi alcuni punti critici, anche considerando lo scenario più “verde”.
A pesare sul “Grid Scalde Storage” due fattori principali. Da un lato la differenza di infrastrutture tra i vari Stati, dall’altro uno stadio non avanzato come quello delle tecnologie per la produzione di energia. Per contro verrebbero confermati i benefici legati agli impianti rinnovabili, ad esempio per l’eolico o il fotovoltaico. Questi ultimi potrebbero contare nel lungo periodo su costi di manutenzione nettamente inferiori a quelli delle fonti fossibili.