Pianta del cappero, come coltivarla al meglio
Per coltivare la pianta del cappero è necessario rispettare alcune regole fondamentali: ecco quali sono e i consigli per favorirne lo sviluppo.
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Il cappero, chiamato precisamente Capparis Spinosa L, è un arbusto perenne di piccole dimensioni che cresce abbondantemente in diverse zone del Sud Italia e si caratterizza per la presenza di vere e proprie spine. Esiste anche la specie Capparis inermis, priva di spine ma tipica dei territori rocciosi e più difficile da coltivare. Appartenente alla famiglia delle Capparidacee, è una pianta cespugliosa che vanta foglie ovali molto carnose di un colore verde intenso.
I fiori del cappero, molto appariscenti e profumati, si sviluppano invece da maggio a settembre e i loro colori virano dal bianco al viola. La pianta produce radici che possono essere utilizzate ampiamente in campo erboristico, mentre in cucina si adoperano sia i boccioli floreali non ancora schiusi sia i frutti. I primi si raccolgono acerbi e chiusi, possibilmente di piccole dimensioni in quanto maggiormente ricchi di sapore, solitamente conservati sotto sale e usati per insaporire e condire diverse pietanze culinarie. I secondi, invece, vengono colti a fioritura ultimata e sono chiamati precisamente cocunci: si differenziano dai boccioli perché si trovano in commercio con il gambo ancora attaccato. Del cappero, infine, si possono utilizzare anche le foglie più tenere che possono essere consumate nelle insalate, dopo averle sbollentate in acqua.
Consigli per la coltivazione
La coltivazione dei capperi richiede alcune condizioni, prima tra tutte un clima che sia caldo e particolarmente secco. È possibile coltivare questa pianta sia in vaso sia a terra, avendo cura di utilizzare un terreno abbastanza arido e possibilmente ricorrere a una concimazione regolare a cadenza semestrale.
Per quanto riguarda l’illuminazione, è molto importante garantire il contatto con i raggi del sole e mantenere una temperatura che può raggiungere anche i 35 gradi in estate, evitando di scendere al di sotto dei 10 gradi durante i mesi invernali. Una particolare attenzione deve essere riservata all’irrigazione, infatti il cappero non tollera ristagni d’acqua prolungati: se è vero che inizialmente necessita di abbondanti innaffiature per svilupparsi al meglio, in un secondo momento è necessario fornire acqua solo se la terra è effettivamente arida. In inverno, ad esempio, per le piante a terra è sufficiente l’apporto garantito dall’acqua piovana. Il cappero necessita anche di potature regolari, in modo da eliminare i rami secchi o danneggiati.
Malattie e parassiti
Un reale pericolo per la salute della pianta del cappero è dato dalla presenza di lumache, che possono arrecare numerosi danni. Per tenerle lontane dalle coltivazioni, tuttavia, è possibile ricorrere ad alcuni rimedi naturali efficaci: è sufficiente cospargere la zona interessata con gusci di uovo tritati oppure adoperare una “polvere” composta da fondi di caffè e cenere ricavata dal legno.
In generale, la pianta è abbastanza resistente e non è esposta al rischio di infestazioni dovute a particolari parassiti, così come sono poco probabili le malattie causate da infezioni fungine. Da temere, come accennato, è il marciume del colletto e il marciume radicale dovuto a una irrigazione eccessiva e ai ristagni di acqua. Altrettanto pericoloso per il benessere di questa pianta, infine, è una collocazione sbagliata che non rispetta le sue esigenze primarie: poca acqua e molta luce solare.