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Emorroidi sanguinanti: durata e cosa fare

Le emorroidi sono dilatazioni patologiche delle vene emorroidali: ecco perché sanguinano e cosa fare, con l'aiuto del proprio medico.

Emorroidi sanguinanti: durata e cosa fare

Fonte immagine: Pexels

Le emorroidi sono dilatazioni patologiche delle vene emorroidali: solo in rari casi l’affezione riguarda unicamente una di esse. L’infiammazione si manifesta con la comparsa, sulla mucosa dell’ano, di noduli violacei di dimensioni variabili e di consistenza molle. In alcuni pazienti che ne soffrono, questa condizione non causa alcun sintomo, ma si tratta di casi limitati. Infatti nella maggior parte dei soggetti la dilatazione di queste vene comporta l’insorgenza di sintomi come prurito, bruciore, sanguinamento e disagio, soprattutto quando si è seduti.

Esistono due tipi di emorroidi:

  • le emorroidi interne, che si sviluppano nel retto;
  • le emorroidi esterne che si sviluppano intorno allo sfintere anale, sotto la pelle.

In entrambi i casi è possibile la degenerazione in trombosi emorroidaria, una delle complicanze più comuni delle emorroidi. Le emorroidi trombizzate non sono pericolose, ma possono causare forti dolori e infiammazioni. In tutti i casi è inoltre possibile che ai sintomi elencati possa aggiungersi anche il sanguinamento.

Perché le emorroidi sanguinano

Medico

In alcuni casi a determinare il sanguinamento è semplicemente la posizione che si assume e quanto o come si sta seduti nel corso della giornata. Tuttavia, soprattutto nel caso di trombosi emorroidaria è possibile che l’>eccesso di sangue accumulato la faccia scoppiare.

Il sangue di una emorroide apparirà rosso vivo su un pezzo di carta igienica.

Cosa fare?

Il sanguinamento delle emorroidi è di solito il segno della forte infiammazione e ovviamente del danno alla parete delle vene. Di solito si tratta di episodi di durata limitata, ma comportano ugualmente un certo disagio.

La perdita di sangue, anche se riconducibile per precedenti episodi alle emorroidi, andrebbe comunque riferita al medico. Molto spesso l’autodiagnosi e l’automedicazione comporta il rischio sottovalutazione dei primi segnali di malattie più gravi, come il cancro e la malattia infiammatoria intestinale, che possono avere sintomi molto simili.

Trattamento

Frutta e verdura

In caso di prurito e dolore, il primo approccio consiste in una terapia anti-infiammatoria, che può essere sostenuta anche con semplici accorgimenti e rimedi naturali:

  • il semicupio con acqua tiepida e sale oppure con un composto di bicarbonato di sodio, olio di oliva, gocce di olio essenziale di lavanda e camomilla;
  • impiegare per l’igiene salviette umide morbide in sostituzione della carta igienica;
  • impacchi freddi.

A questi accorgimenti è utile associare alcuni che facilitano l’evacuazione delle feci per ridurre il rischio di ulteriori irritazioni o danni alle emorroidi sanguinanti. Eccone alcuni:

  • bere molto e favorire l’idratazione;
  • aumentare il consumo di fibre come cereali integrali, verdure e frutta fresca.

Alcuni integratori a base di metilcellulosa o psillio aiutano in modo delicato a mantenere le feci idratate.

A questi rimedi naturali si possono abbinare, su consiglio del medico, alcuni farmaci: in genere in crema o supposte, a base di farmaci anestetici locali. Nei casi più gravi e recidivi il medico potrebbe suggerire interventi come:

  • la legatura elastica che comporta l’applicazione di un piccolo elastico alla base di una delle emorroidi interne limitando il flusso sanguigno;
  • la scleroterapia che consiste nell’iniezione di una soluzione medicata nelle emorroidi e ha risultati simili a quelli della legatura elastica;
  • la coagulazione bipolare, laser o infrarossa che causa il blocco del flusso sanguigno in una delle vene interne;
  • l’elettrocoagulazione che asciuga le emorroidi.

Se le emorroidi sanguinanti sono più grandi o più gravi, il medico può raccomandare un trattamento più avanzato, come un intervento chirurgico più esteso. Tutti gli interventi si svolgono in genere in anestesia generale o locale e comportano un periodo di degenza molto breve in ospedale, nei casi più semplici anche di un solo giorno.

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