Ftalati, limiti UE: sì per giochi e contenitori, è scontro sull’acqua
La Commissione UE propone una stretta su ftalati e interferenti endocrini, ma l'europarlamento frena sull'acqua potabile.
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La Commissione UE ha lanciato una proposta che punta a inserire dei limiti certi alla presenza di ftalati e altri interferenti endocrini in diversi prodotti. Interessati dal provvedimento sono soprattutto i giocattoli e i contenitori. Dall’istituzione comunitaria anche alcune direttive relative all’acqua potabile, ma su questo tema è arrivato nelle ultime ore il parere contrario del Parlamento europeo.
La proposta della Commissione UE traccerebbe la mappa entro la quale dovranno muoversi i futuri legislatori in tema di ftalati, interferenti endocrini, pesticidi e biocidi. Sostanze ritenute nocive e riscontrate sia nei giocattoli che nei contenitori o nei cosmetici. A commento della proposta è intervenuta Monique Goyens, associazione europea dei consumatori Beuc, che ha dichiarato:
Le lacune nella legislazione europea sui cosmetici e sui giocattoli sono evidenti mentre per molti gruppi di prodotti come i prodotti tessili o i prodotti per l’igiene non esistono regole sui perturbatori endocrini. Ci aspettiamo che questa strategia, pur annunciando il lavoro negli anni a venire, garantisca che le lacune nella legislazione europea sugli interferenti endocrini siano colmate.
Riguardo il tema dei limiti alla presenza di interferenti endocrini e microplastiche nell’acqua potabile è intervenuto il Parlamento UE, con 300 voti favorevoli (98 contrari e 274 astenuti) ponendosi in una posizione opposta a quella assunta dalla Commissione. Secondo l’europarlamento sarebbe inopportuno stabilire limitazioni per queste sostanze, in quanto mancherebbero dati assoluti e un consenso scientifico tale da giustificare il provvedimento.
Secondo il Parlamento UE introdurre queste limitazioni potrebbe provocare un incremento dei costi per i produttori, legato a eventuali ulteriori processi a cui sottoporre l’acqua potabile; il rischio secondo l’assemblea comunitaria è che il provvedimento possa risultare in futuro ingiustificato dal punto di vista scientifico. La controproposta dell’europarlamento è di monitorare tali parametri, anche per facilitare le future ricerche, ma di non applicare alcun limite certo alla presenza di interferenti endocrini e microplastiche.